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Arrivata anche in provincia di Lucca la peste suina africana: primo caso in Garfagnana

Positiva al virus una carcassa di cinghiale rinvenuta a Piazza al Serchio: la conferma dall'Asl Toscana Nord Ovest

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PIAZZA AL SERCHIO – Arrivata anche in provincia di Lucca la peste suina africana, finora confinata alla Lunigiana. 

L’Azienda Usl Toscana nord ovest ha confermato oggi (6 ottobre) che nel pomeriggio di venerdì 3 è arrivata la conferma del primo caso positivo di Peste suina africana (PSA) in una carcassa di cinghiale in provincia di Lucca, nello specifico nel territorio del comune di Piazza al Serchio.

Verranno quindi attivate in Garfagnana alcune strategie di contenimento della PSA, che sono diverse e, a causa delle caratteristiche della malattia (altissima resistenza nell’ambiente, contagiosità e letalità per gli animali colpiti), devono essere necessariamente sviluppate in maniera sinergica per avere successo.

Esse includono principalmente: l’attuazione di stringenti misure di biosicurezza per gli allevamenti suini, l’abbattimento di suidi selvatici, la limitazione delle attività venatorie nei territori in restrizione, la creazione di barriere fisiche per rallentare la diffusione della malattia in ambiente selvatico.

Queste misure di contenimento, previste dalla normativa vigente, saranno quindi attuate in Garfagnana – così come già fatto in Lunigiana – con il coordinamento della Regione Toscana e della Struttura commissariale del ministero della salute e grazie alla collaborazione del Servizio veterinario dell’Aazienda Usl Toscana nord ovest, della polizia provinciale di Massa-Carrara, dell’Atc-MS13, del mondo venatorio e delle associazioni agricole.

La peste suina africana (Psa) è una malattia su base virale, altamente contagiosa e letale, che colpisce esclusivamente i suidi (quindi, in Italia, maiale e cinghiale). Essa rappresenta una grave minaccia per l’allevamento suinicolo mondiale, in quanto causa gravissime perdite economiche. Per questo motivo, la normativa comunitaria la classifica come malattia che necessita di eradicazione immediata dall’Unione Europea.

Dal mese di gennaio 2022 la malattia è presente in Italia e a luglio 2024 è stato confermato il primo focolaio in un cinghiale selvatico in regione Toscana, nel comune di Zeri (Lunigiana). Nel corso di un anno, nonostante gli sforzi messi in atto per contenere la malattia, il suo areale si è diffuso e le zone di restrizione imposte dall’Unione Europea (che impongono, appunto, misure restrittive di varia natura per limitare il più possibile la sua ulteriore diffusione) coinvolgono attualmente la totalità del territorio della Lunigiana, oltre a Carrara e, adesso, la Garfagnana. 

© Riproduzione riservata

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