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PRATO – Contrabbando tessuti, sequestro da 4.5 milioni di euro a Prato.
Maxi operazione della Guardia di Finanza di Prato.
Scoperto contrabbando di tessuti per un valore commerciale di 4.5 milioni di euro. Denunciato imprenditore cinese, 30 anni, imprenditore, titolare di una ditta tessile. Sequestrati 3.5 milioni metri di tessuto. Accertate violazioni fiscali per 18 milioni di euro.
L’operazione di polizia giudiziaria portata a termine dalla Guardia di Finanza di Prato, con il Nucleo di Polizia economico finanziaria, ha fatto luce sul fenomeno dell’approvvigionamento illecito delle materie prime utilizzate da imprese che operano nel settore dell’importazione di tessuti, nell’area del Macrolotto pratese.
La violazione delle norme doganali e fiscali nell’approvvigionamento dei tessuti, sottolinea in una nota Guardia di Finanza, consente alle imprese che se ne avvalgono di imporsi sul mercato con prezzi assolutamente concorrenziali, impraticabili per gli operatori che rispettano le regole. Sono inoltre alla base dei gravi fenomeni illeciti dell’evasione fiscale e contributiva e del riciclaggio dei proventi illeciti
Il servizio, illustra GdF, è scaturito da una mirata attività di analisi. Eseguita sia attraverso frequenti controlli su strada, nei confronti di alcune imprese che risultavano formali destinatarie di spedizioni di materia prima di origine extra-UE stoccata all’interno di un capannone. Sia sulla raccolta di elementi probatori in merito alla sua introduzione, in contrabbando, nel territorio nazionale. In sostanza, l’illecito approvvigionamento, “già riscontrato in altre analoghe operazioni di polizia giudiziaria condotte dalle Fiamme Gialle pratesi”, è avvenuto attraverso l’emissione di false fatture da parte di aziende tedesche, bulgare e ungheresi. Indicate anche nei documenti di trasporto quali fornitrici, che in realtà non avevano posto in essere alcuna effettiva transazione commerciale”.
Le merci, infatti, giungevano direttamente nel distretto pratese ed erano stoccate nel suddetto capannone oggetto di controllo. Per poi essere smistate per la lavorazione. Le false fatture di acquisto apparentemente emesse da fornitori comunitari consentiva di importare la merce eludendo il pagamento dei diritti di confine. Tra cui IVA all’importazione e, successivamente, anche quella sulle cessioni nazionali.
Inoltre, prosegue GdF, in assenza di controlli su strada dei documenti di trasporto, la merce poteva in parte essere immessa nel mercato in nero attraverso cessioni a terzi in evasione d’imposta.
Il giudice ha disposto, con decreto depositato il 5 luglio 2023, il sequestro preventivo di 2.011.035,92 euro e di 3.555.096,10 metri di tessuto.