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Ennesimo suicidio alla Dogaia, Fanfani: “In carcere si muore perché manca tutto”

La sindaca Ilaria Bugetti: “Rinnovo l’invito al ministro Nordio a venire a Prato per trovare delle soluzioni"

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PRATO – Secondo suicidio in due settimane alla Dogaia, il quarto da dicembre: “C’è il rischio di assuefarsi, di considerare queste morti solo numeri da usare come statistiche. Nelle carceri italiane l’exitus di vite inutili è diventato normale. Occuparsi dei detenuti non porta consenso”.

È quanto sostiene il garante regionale Giuseppe Fanfani che afferma: “La responsabilità è di chi ha tralasciato per decenni di affrontare il problema sul presupposto che non produca consenso. Di chi oggi si rifiuta di cogliere la gravità del momento, poiché prima o poi le situazioni estreme esplodono”, afferma ancora Fanfani ricordando che appena stanotte (8 agosto) si è registrata un’altra sommossa nel carcere di Campobasso con feriti.

La responsabilità è di chi si riempie la bocca di parole senza avere il coraggio di affrontare la situazione per quello che è. Di chi fa finta di non vedere o non comprende ciò che vede” afferma il garante manifestando “preoccupazione” per le recenti dichiarazioni rilasciate dall’onorevole Erica Mazzetti proprio sul carcere della Dogaia. E la responsabilità, a detta di Fanfani, “è anche di un Governo che, trovandosi oggi a gestire una evidente emergenza, non ha la volontà politica, la determinazione o il fondamento culturale per affrontare la gravità del problema”.

“In carcere si muore perché manca tutto – prosegue – Ci sono problemi evidenti che ormai ripeto da anni: caldo estremo, sovraffollamento, cimici, blatte, violenza, solitudine. Soprattutto, e anche questo lo sottolineo e lo ripeto senza sosta, manca la cultura della speranza che si costruisce ricreando le condizioni perché i detenuti possano pensare di rifarsi una vita o di uscire diversi”.

“Mancano scuole e il ministero ha qualche settimana fa pignorato a San Gimignano le borse di studio ai detenuti universitari – dice ancora il garante –  Mancano laboratori, fabbriche interne, collegamenti strutturati con il mondo esterno della produzione o dei servizi. Manca l’umanità della detenzione e la continuità affettiva tanto che, a fronte di una decisione fondamentale della corte Costituzionale, si rifiuta di fatto l’affettività in carcere consolidata, invece, in moltissimi altri paesi”.

A detta del Garante manca, infine, una “qualsiasi volontà di risolvere il problema. Il cosiddetto decreto carceri è inutile, non affronta il problema nei suoi aspetti essenziali. Ieri – prosegue Fanfani – una delegazione dei garanti territoriali ha incontrato il Ministro. Ciononostante un qualsiasi provvedimento immediato per affrontare una situazione incandescente e per ridar speranza, quale un mini indulto o provvedimento simile, non c’è stato. Non posso augurare buone vacanze ad una politica che oggi chiude, perché per fare buone vacanze bisogna avere la coscienza a posto”.

Anche la sindaca Ilaria Bugetti, all’indomani del quarto suicidio in 8 mesi all’interno della casa circondariale pratese, torna a chiedere al governo una visita in città e risposte concrete per ristabilire dentro quelle mura il rispetto della dignità umana.

“Rinnovo l’invito al ministro Nordio a venire qui a Prato per trovare soluzioni alla drammatica situazione in cui si trova La Dogaia. Il centrodestra si unisca a noi perché su questi temi dobbiamo essere trasversali”. Che a violare la dignità umana “sia lo Stato è semplicemente inaccettabile – prosegue Bugetti – Come istituzioni non possiamo e non vogliamo tacere. Dobbiamo farlo uniti, senza distinzioni di colore politico. Non è il momento delle ideologie, ci vogliono i fatti. Per questo invito il centrodestra ad abbandonare qualsiasi tentativo di narrazione edulcorata delle condizioni della Dogaia per compiacere il proprio governo, tra l’altro smentita dai fatti, e a unirsi a noi nel chiedere al ministro Nordio un sopralluogo e degli interventi immediati. Non c’è più tempo per riflettere o per adottare soluzioni di facciata, La Dogaia è al collasso”.

Il ministro Nordio sarà invitato a partecipare anche al Consiglio comunale straordinario che tutta la maggioranza ha deciso di richiedere su questo tema per un confronto aperto con chi vive ogni giorno il dramma di una struttura penitenziaria non adeguata come quella pratese e con chi è chiamato a dare risposte e soluzioni. La richiesta sarà protocollata nelle prossime settimane.

“Dal governo e dalla maggioranza che lo sostiene mi aspetto prima di tutto serietà – conclude Bugetti – Come Comune abbiamo le mani legate perché non è nostra competenza. Possiamo promuovere progetti di reinserimento e di coinvolgimento dei detenuti ma sulle condizioni in cui si vive e si lavora in carcere non possiamo fare niente. Tocca al governo intervenire ed è doveroso che lo faccia. Le condizioni in cui si trova il nostro carcere rendono impossibile realizzare il compito che la nostra Costituzione affida alla pena detentiva, quello della rieducazione del detenuto per un pieno reinserimento nella società. Solo così – conclude Bugetti – potremo definirci un paese civile”.

© Riproduzione riservata

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