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Immigrazione, a Prato la più alta incidenza in Italia di residenti

Oltre il 66% cittadini cinesi. Prato capofila sistema accoglienza e integrazione ospita 91 persone

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PRATO – Immigrazione, a Prato la più alta incidenza in Italia di residenti.

A Prato in base ai dati raccolti ed elaborati dall’Ufficio Statistica del Comune, gli immigrati residenti al 31 dicembre 2022 sono 46.901, pari al 24% della popolazione totale (195.331), una percentuale che conferma Prato il Comune capoluogo con la più alta incidenza in Italia. A fine 2022 i cittadini cinesi residenti a Prato sono 29.882, corrispondenti al 63,6% degli stranieri presenti in città, con un incremento annuale positivo di circa 2.000 persone, superiore ai saldi, già molto elevati, registrati negli ultimi 3 anni, che si attestavano sotto 1.500. Le altre cittadinanze più presenti sono in ordine quella albanese (3.753 residenti, -61 rispetto al 2021), rumena (3.160, -60), pakistana (2.368, +207), marocchina (1.326, -46) e nigeriana 740, -36).

Sono questi alcuni dei dati che emergono dal Dossier sull’immigrazione di Idos, realizzato in collaborazione con il Centro studi Confronti e l’Istituto di studi politici Pio V, presentato a Prato alla Biblioteca Lazzerini  ‘Costruire il futuro’ per analizzare l’impatto delle migrazioni sul contesto socioeconomico pratese, la situazione degli studenti con background migratorio e l’aspetto della salute mentale.

L’incontro è stato organizzato dal Comune di Prato, dalla Cooperativa sociale Sarah e dalla Caritas Diocesana con la partecipazione del sindaco Matteo Biffoni e dell’assessore alla Cultura e alla Cittadinanza Simone Mangani. Sono intervenuti inoltre Francesco Paletti, responsabile dell’Osservatorio Povertà e Risorse di Caritas Pisa, Laura Zanfrini, docente di Sociologia delle migrazioni all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano e responsabile del settore economia e lavoro della Fondazione ISMU, Massimo Bressan e Fabio Bracci di Iris Ricerche, Stefano Pollini, Stefania Neroni e Mario Battiato delle Rete Presidi degli Istituti scolastici di Prato, Ivan Pucci, docente del Centro Provinciale Istruzione Adulti e Sergio Zorzetto, etnopsicologo dell’Unità Salute Mentale Adulti dell’Usl Toscana Centro. Gli interventi sono stati moderati dal giornalista Giacomo Cocchi. 

Il Comune di Prato è capofila nel Sistema di Accoglienza e Integrazione SAI (ex SPRAR) e coordina questo progetto in tutta la Provincia di Prato, con gli altri sei comuni del territorio. Aderisce al progetto SATIS (Sistema Antitratta Toscano Interventi Sociali), progetto per l’emersione e la tutela delle vittime anche potenziali di tratta e sfruttamento lavorativo e sessuale, presso il Servizio immigrazione ha aperto uno sportello di riferimento in cui fornisce le informazioni ai richiedenti asilo e alle potenziali vittime di sfruttamento che richiedono aiuto e protezione internazionale. Attualmente nell’ambito del progetto SAI vengono accolte attualmente  in totale 91 persone in 18 strutture disseminate in tutti i Comuni della Provincia di Prato. Si tratta di migranti e famiglie di diverse provenienze, e diverse età, provenienti da paesi quali l’Ucraina, il Mali, il Gambia, la Nigeria, il Pakistan, l’Afghanistan e il Bangladesh, che hanno lo status di richiedente asilo, rifugiato o sono vittime di sfruttamento lavorativo o di violenza domestica.

Inoltre, per quanto riguarda l’integrazione a scuola, il sistema di rete costruito a Prato fin dal 2007 prevede l’accordo e la collaborazione del Ministero della Pubblica Istruzione, della Regione Toscana, dell’Ufficio Scolastico Regionale e Provinciale, di tutti i Comuni dell’Area pratese, dei 14 Istituti comprensivi, del Coordinamento diocesano delle scuole paritarie e delle 9 scuole superiori del territorio. I laboratori linguistici durante l’anno scolastico in corso sono stati frequentati da 1813 alunni di primarie e secondarie di primo grado.

Infine l’integrazione non significa solo lavoro e non può prescindere dalla salute e dalla cura della persona: il 12% degli utenti dell’Unità Psichiatria della Usl Toscana Centro è di origine straniera, un numero che sale al 20% nel caso di minori che si rivolgono all’Unità di salute mentale e adolescenza, a causa soprattutto degli effetti negativi della doppia migrazione, ovvero bambini che lasciano il proprio paese di origine, arrivano in Italia, e dopo pochi anni vengono rimandati in patria per apprenderne la cultura.

Biffoni: “Un dossier statistico come questo ci aiuta a contestualizzare il fenomeno, a prendere delle decisioni su un tema che è profondamente sentito dalle persone, soprattutto per coloro che cercano un futuro in un territorio diverso da quello di provenienza e a gestire più efficacemente le dinamiche delle migrazioni che esistono e che continueranno ad esistere. La speranza è che questi numeri aiutino la politica a prendere il coraggio di fare quello che negli ultimi 20 anni non è stato fatto: aggiornare gli strumenti con cui si prova a gestire il fenomeno dell’immigrazione”.

Massimo Bressan di Iris Ricerche, che ha evidenziato come il 70% circa dell’export pratese sia nel settore moda e abbigliamento, in gran parte a traino dell’imprenditoria cinese: “Il distretto tessile pratese dovrebbe essere chiamato Distretto del tessile-abbigliamento perché dal primo decennio di questo secolo c’è stata una crisi del tessile con una forte perdita occupazionale e, al contrario, nel primo e nel secondo decennio c’è stata una crescita costante del settore dell’abbigliamento, specie per quanto riguarda gli occupati.

© Riproduzione riservata

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