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Dall’assessore regionale alla salute Simone Bezzini l’appello a donare il sangue d’estate

L'esponente della giunta Giani ha dato il buon esempio all'ospedale Campostaggia di Poggibonsi

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POGGiBONSI – L’appello a donare il sangue arriva dal vertice regionale della sanità. L’assessore regionale Simone Bezzini ha dato il buon esempio e rinnovato la necessità a fare “un semplice straordinario gesto” ieri mattina, 26 luglio, all’ospedale di Campostaggia a Poggibonsi.

L’estate, è noto, è la stagione in cui si registra il maggior calo di donatori, il momento dell’anno più delicato per la carenza di sangue sebbene la necessità rimanga costante.

“Doniamo e donate – lancia un appello l’assessore –  Facciamolo senza sapere per chi, ma sapendo perchè. C’è bisogno del contributo di tutte e tutti noi”.

I numeri della Toscana, tra le più virtuose a livello nazionale, sono incoraggianti. Nell’estate dell’anno scorso non si sono registrate emergenze e il sistema ho operato in autosufficienza. Ma questo non deve far venire meno l’impegno anche perché la sfida più importante è il ricambio generazionale: i donatori invecchiano e chi, tra diciotto e quarantacinque anni, li dovrebbe sostituire diminuisce, non solo per il calo demografico dei giovani rispetto agli anziani.

Dopo la pandemia, il 2023 è stato un anno di ripresa. In Toscana sono state infatti superate le 206 mila donazioni, quarantacinque ogni mille residenti (solo per la produzione di globuli rossi) di contro ad un obiettivo nazionale di quaranta. Un successo il cui primo merito va ai 116 mila donatori attivi nel corso dell’anno. In Italia solo il 2,7 per cento degli italiani è donatore.

Anche il trend registrato nei primi mesi del 2024 è positivo per la regione. La crescita delle donazioni si è mantenuta infatti costante ed ha segnato un ulteriore incremento del 10 per cento: per i globuli rossi, dove l’Italia ha raggiunto l’autosufficienza, ma anche per il plasma, dove le donazioni sono storicamente di meno ma importanti perché fondamentali per la produzione di farmaci salvavita come  le immunoglobuline, l’albumina o i fattori della coagulazione.

“Ringrazio tutte e tutti i professionisti del sistema sanitario, le associazioni, che ogni giorno fanno in modo che il sistema sangue nella nostra Regione funzioni. E grazie ad ogni singola donatrice e donatore che, con questo semplice straordinario gesto, rendono la nostra comunità più coesa e solidale” conclude l’assessore.

Intanto si organizzano raccolte ed aperture straordinarie programmate, la domenica (anche d’agosto). 

Chi può donare a chi

La donazione di sangue è aperta a tutti i cittadini, italiani e stranieri

. Occorre avere almeno diciotto anni e non più di settanta, buona salute, corretti stili di vita e un peso adeguato. La presenza di alcune patologie, di terapie in corso, viaggi recenti o interventi possono comportare l’esclusione permanente o la sospensione temporanea dalla donazione. Si può donare ad intervalli di tre mesi (ma non più di due volte l’anno per le donne in età fertile).

Esistono quattro diversi gruppi sanguigni – il gruppo A, B, Ab e zero – che  raddoppiano a seconda della presenza o meno di uno specifico antigene, l’Rh, sulla superficie dei globuli rossi. Il gruppo 0 Rh negativo è definitivo universale: salvo infatti alcune eccezioni, può essere donato a qualsiasi individuo; ma chi lo possiede può ricevere sangue solo da un donatore 0 negativo. Il gruppo AB rh positivo, al contrario, può ricevere donazioni di sangue da tutti i gruppi.

In Italia, la distribuzione varia a seconda dell’area geografica, si stima che il gruppo 0 positivo sia il più numeroso e scorra nelle vene del 39-40 per cento della popolazione. Subito dopo c’è il gruppo A positivo, riscontrabile nel 36 per cento. Seguono il gruppo B positivo (7,5 per cento), lo 0 negativo (7 per cento), l’AB positivo (2,5 per cento), l’A negativo (6 per cento), il B negativo (1,5 per cento) e l’AB negativo (il più raro in Italia, con lo 0,5 per cento di casi nella popolazione).

© Riproduzione riservata

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