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Disastro di Calenzano, commemorazione vittime. Indagini su manutenzione straordinaria

Familiari e colleghi al deposito Eni. Cinque persone morte nell'esplosione. Giani: "La Toscana si stringe a chi ha perso propri cari. Mazzeo: "Non si può e non si deve morire di lavoro". Sindaco Carovani attiva conto corrente per famiglie vittime. Procura con Luca Tescaroli indaga su modalità manutenzione riguardo innesco esplosione. Escluso sabotaggio

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CALENZANO – Disastro di Calenzano, commemorazione vittime. Indagini su manutenzione straordinaria

Disastro di Calenzano, commemorazione delle cinque vittime dell’esplosione al deposito Eni in via Erbosa nel giorno del lutto regionale proclamato dalla Regione Toscana mercoledì 11 dicembre. Fiori nel luogo della strage. Colleghi e familiari delle vittime con Eugenio Giani, presidente Regione Toscana, Antonio Mazzeo, presidente Consiglio regionale della Toscana, Giuseppe Carovani, sindaco di Calenzano, provincia di Firenze, l’assessora regionale all’ambiente Monia Monni e i capigruppo a Palazzo del Pegaso.

Carovani annuncia l’apertura di un conto corrente di solidarietà per i familiari delle vittime. L’Iban del conto, presso Unicredit spa, tesoriere del Comune di Calenzano, è IT43Y0200838103000107278108.

Giani: “La Toscana si stringe attorno a chi ha perso i propri cari”.

Mazzeo: “Non si può e non si deve morire di lavoro. Questa tragedia ci ricorda, ancora una volta, l’importanza di mettere al centro la sicurezza nei luoghi di lavoro. È un dovere morale e civile che dobbiamo continuare a perseguire con determinazione, affinché episodi come questo non si ripetano mai più. Il nostro pensiero va alle famiglie delle vittime, ai feriti e a tutta la comunità colpita da questo dramma”.

Il sindaco Carovani ha rinnovato il proprio cordoglio e la vicinanza della comunità di Calenzano ai familiari delle vittime e ha espresso un pensiero per i feriti: “Era importante esserci per ricordare Davide Baronti, Franco Cirelli, Carmelo Corso, Vincenzo Martinelli, Gerardo Pepe. L’incidente ha colpito fortemente la nostra comunità: da questa piazza vediamo la chiesa di San Donato in cui don Lorenzo Milani ha cominciato la sua attività pastorale, durante la quale ha difeso sempre con forza le istanze dei lavoratori. Chiediamo di capire cosa sia accaduto e dobbiamo interrogarci su quanto, in generale, si investa in ricerca per innalzare i livelli di sicurezza sul lavoro a tutela delle vite delle persone e dobbiamo anche aprire una riflessione sul nostro attuale modello di sviluppo”.

Le indagini dirette da Luca Tescaroli, procuratore capo Procura di Prato.

Al deposito Eni di Calenzano era in corso una manutenzione straordinaria. E’ quanto risulta dai primi accertamenti della procura di Prato a poco più di 48 ore dall’esplosione nell’area pensiline di carico.

Dai primi rilievi tecnici disposti dalla Procura, non è stato trovato esplosivo nel deposito di carburante Eni a Calenzano. Escluso che l’esplosione sia da attribuire a un possibile sabotaggio. L’intero deposito Eni è stato posto sotto sequestro al fine di poter svolgere le indagini tecniche necessarie per stabilire le cause dello scoppio alle pensiline di carico delle autocisterne.

 

Secondo una prima ricostruzione sulle cause dell’esplosione, sarebbe avvenuta una fuoriuscita di carburante nella parte anteriore della pensilina di carico.

La procura di Prato conferma di aver aperto un fascicolo per omicidio colposo plurimo, crollo doloso di costruzioni o altri disastri e rimozione dolosa delle cautele contro gli infortuni sul lavoro.

Dalle prime indagini emerge anche un allarme lanciato da un operatore alle ore 10:21 minuti e 30 secondi su un’anomalia “tant’è che si è allontanato e si è messo in salvo la vita” dall’imminente stato di pericolo.

 

© Riproduzione riservata

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