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Olio extravergine, vola il Made in Tuscany nel mondo

Selezione Oli Extravergine 2023, premiate eccellenze toscane. Export pari a 42 milioni. Per il 75% realizzato fuori da Unione Europea

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Olio extravergine, vola il Made in Tuscany nel mondo.

Oltre 91mila ettari ad olivo della Toscana che coinvolgono quasi 37 mila aziende. Di grande importanza il ruolo delle IG toscane che contano 4 DOP, Chianti Classico, Lucca, Seggiano, Terre di Siena. 1 IGP, Toscano, e che nel 2021 secondo Ismea/Qualivita hanno realizzato un fatturato alla produzione di 29,3 milioni. In grado di generare un export pari a 42 milioni di euro, per il 75% realizzato fuori da Unione Europea.

Sono i numeri dell’olio extravergine d’oliva prodotto in Toscana, presentati in occasione della Selezione Oli Extravergine 2023, il red carpet dell’oro verde che ogni anno premia le eccellenze toscane.

L’evento, ospitato dal Cinema La Compagnia a Firenze, è stato introdotto da una tavola rotonda con Stefania Saccardi, vicepresidente della Regione Toscana e assessora all’Agroalimentare. Giuseppe Salvini, segretario generale della Camera di Commercio di Firenze, Massimo Manetti, presidente di PromoFirenze, Francesco Palumbo, direttore di Fondazione Sistema Toscana. Tiziana Sarnari, analista di mercato Direzione Servizi per lo Sviluppo Rurale – ISMEA e Laura Mazzanti, responsabile Laboratorio Analitycal SRL.

Guest star un produttore d’eccezione: Marco Columbro, attore e agricoltore bio.

Cinquantadue le etichette premiate. Di cui una proveniente dalla provincia di Pisa, due da quella di Arezzo, tre da Livorno. Altrettante da Lucca, quattro da Pistoia, cinque da Grosseto e le altre distribuite tra Firenze e Siena.

Secondo i dati raccolti da ISMEA, la produzione IG della Toscana è dominata su fronte quantitativo dalla IGP Toscano che negli ultimi anni rappresenta circa il 95% dell’intera produzione certificata della regione. Segue a molta distanza il Chianti Classico con una quota del 4%, poi le altre 3 DOP.

La produzione in valore della Toscana nel 2021 ha superato i 29 milioni di euro con una quota pari al 32% dei 91 milioni nazionali. Anche in valore c’è una fortissima polarizzazione verso l’IGP Toscano (27,8 milioni di euro). Il Chianti classico segue con il 7% e un valore di 1,2 milioni di euro. Le altre DOP restano al di sotto di un milione di euro.

La maggior quota della Toscana in termini di valore rispetto ai volumi è da ricercare nell’apprezzamento del mercato. I prezzi degli extravergine toscani sono, infatti, superiori alla media delle altre produzioni. Secondo dati provvisori, nel 2022 le etichette certificate in Toscana sono scese a 2mila tonnellate.

La produzione di olio di oliva è concentrata nel bacino del Mediterraneo, e in particolare in Spagna e Italia, Paesi che rappresentano anche la quasi totalità delle esportazioni mondiali (60% la Spagna e 20% l’Italia). La produzione italiana copre mediamente il 15% di quella mondiale (a fronte del 45% in media della Spagna). Anche sul fronte dell’import, il mercato è condizionato da pochi grandi clienti, primo tra tutti l’Italia stessa, con un terzo del totale, seguita dagli Stati Uniti. Nella campagna in corso, se i dati venissero confermati, l’Italia potrebbe scalare al quarto posto nella graduatoria dei Paesi produttori. Nel 2022, infatti, la produzione è calata in Italia, ma in Toscana invece è in recupero.

La Toscana, a differenza di altre regioni, ha una quota di prodotto IG sulla produzione totale che oscilla tra il 13% e il 28%. Quota decisamente più elevata rispetto alla media nazionale che si attesta tra il 2% e il 7%.

Stefania Saccardi: “L’olio toscano ha tutti i titoli per affermarsi in termini di qualità sui più grandi e importanti mercati internazionali. Abbiamo una qualità e una quantità straordinaria di tipologie autoctone. Ben 80 varietà di olivo autoctone. Abbiamo un sistema della filiera valorizzata da un alto tasso di innnovazione nei frantoi di grande livello. Questo incide moltissimo sulla qualità dei nostri oli”.

Quindi Saccardi: “La Regione ha fatto un bando sull’innovazione con oltre 10 milioni di euro che ha avuto un successo strepitoso. Per l’ammodernamento dei frantoi è previsto un altro bando con una dotazione di 8 milioni di euro. Perché fare olio buono non vuole dire solo avere olive di qualità ma riuscire anche a seguire una procedura e un percorso di frangitura particolare. Non ultimo, siamo concentrati sull’uso razionale e sostenibile dell’acqua, che vuol dire attenzione all’ambiente e al territorio. Due obiettivi perfettamente interpretati dall’alto numero di oli biologici che produciamo. Concludo dicendo che siamo stati la prima Regione a fare la legge sull’oleoturismo. Tutto questo per ribadire che la Toscana punta su questo prodotto straordinario e credo che l’olio toscano abbia davanti una prospettiva molto importante”.

Francesco Palumbo direttore di Fondazione Sistema Toscana: “La disponibilità a pagare il giusto prezzo per un olio di qualità superiore dipende anche dagli aspetti di comunicazione e dalla promozione che si fa di un prodotto. Per questo, come Fondazione Sistema Toscana, lavoriamo per aumentare il livello di informazione. Attraverso iniziative come ‘Storie di modelli contadini’ e ‘Toscana ovunque bella’ che vogliono trasmettere il valore dell’olivicoltura per la Toscana. E al tempo stesso, attrarre i giovani verso un’agricoltura di qualità. In modo che non si disperda il grande know-how e la tradizione che abbiamo nel nostro territorio. Lavoriamo poi per gli aspetti di promozione attraverso la campagna ‘Toscana Rinascimento senza fine’ e tramite il portale Visittuscany.com per spingere il turismo dell’olio. Offrendo ai produttori la possibilità di promuovere i loro servizi al turista in sei lingue diverse”.

Giuseppe Salvini, segretario generale della Camera di Commercio di Firenze: “La selezione degli oli extravergini di oliva è un progetto che orgogliosamente portiamo avanti ormai da sette anni con Regione Toscana. L’iniziativa è un formidabile strumento per raccontare ai consumatori italiani e stranieri un prodotto del nostro territorio di altissima qualità, che rappresenta il 30% della produzione nazionale DOP e IGP. Il progetto è anche l’occasione di giusta visibilità per le aziende olearie toscane che, con grande tenacia, investono in ricerca e innovazione per offrire ogni anno un prodotto migliore”.

 

© Riproduzione riservata

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