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Alluvione: Governo vs Regione. In Emilia Romagna come in Toscana

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Alluvione: Governo vs Regione. In Emilia Romagna come in Toscana.

E’ scontro tra Governo e Regione Emilia Romagna dopo l’alluvione che sta mettendo in ginocchio la regione a un anno di distanza dall’alluvione in cui persero la vita 17 persone.

Un disastro, fiumi esondati e centinaia e centinaia di sfollati. Con le famiglie che ancora una volta hanno perso tutto. 

Immagini apocalittiche di distruzione in cui irrompono le polemiche per l’addebito delle responsabilità.

In un tutti contro tutti. Con il Governo che accusa la Regione e la Regione accusa il Governo.

Una Regione Emilia Romagna in cui a novembre si va al voto.

In questo contesto di disperazione una sola certezza: non sarebbe dovuto mai più accadere.  

Il ministro Musumeci, Fratelli d’Italia, ministro Protezione Civile governo Meloni, pronti via punta il dito contro la Regione Emilia Romagna, presidente ad interim Irene Priolo dopo l’elezione in Parlamento europeo di Stefano Bonaccini, Pd.

Così come nel novembre scorso a Campi Bisenzio, sindaco Andrea Tagliaferri, tra i Comuni più colpiti dall’alluvione in Toscana, otto morti, Musumeci puntò il dito contro la Toscana, presidente Eugenio Giani, Pd.

Allora Musumeci tuonò: “La colpa non è solo della natura ma è anche dell’uomo”.

Oggi Musumeci da Roma chiede conto all’Emilia Romagna, commissario straordinario del Governo Meloni è il generale Figliuolo, di come siano stati spesi i fondi del Governo per mettere in sicurezza il territorio.

Musumeci andò a Campi Bisenzio e puntò il dito: “In Toscana è accaduto che alcuni torrenti erano stati chiusi, tombati dal cemento. In Toscana è accaduto che gli argini di alcuni torrenti non sono mai stati consolidati o sufficientemente consolidati. E’ accaduto che alcuni torrenti sono stati canalizzati riducendo la sezione idraulica e di fatto ingessando quel corso d’acqua. La canalizzazione non è il rimedio consigliato per consentire alle acque in caso di piena di potersi espandere. E’accaduto che alcune vasche di espansione, seppur finanziate, non sono mai state completate”.

“Ingeneroso”, lo definì l’allora sindaco di Firenze Dario Nardella: “Ci aspettavamo un’attenzione e una sensibilità diversa”.

“Fino ad oggi c’è stata una stretta collaborazione con il Governo, e vorrei continuasse per poter dare risposte concrete  alle persone”, replicò Giani: “La volontà è quella di uscirne tutti insieme. Voglio vivere uno spirito di grande collaborazione e spero che prevalga questo clima rispetto alla prospettiva delle polemiche”.

In Emilia Romagna un anno fa si recò la premier Meloni.

Musumeci: “Non ho scatenato alcuna polemica e se gli altri si divertono a farlo mentre la gente soffre non è un problema mio. Lo Stato vuole collaborare con la Regione, ma se lo Stato eroga risorse ha diritto di sapere se sono state spese, se tutte o in parte e dove. La programmazione è l’elemento di base per pianificare la prevenzione strutturale. In 10 anni all’Emilia Romagna sono arrivati 600 milioni per mettere in sicurezza il territorio, se ogni volta che piove succede il finimondo qualcosa non torna. Allora vogliamo metterci attorno a un tavolo e capire? E’ quello che abbiamo chiesto alla Regione, non è un atto d’accusa”.

Priolo, Bonaccini e la segretaria Pd Schlein, vicepresidente Regione Emilia Romagna dal 2020 al 2022, accusano Musumeci di “sciacallaggio”.

Schlein: “Uno sciacallaggio senza precedenti per meri fini elettorali. Persero due mesi per nominare un commissario, hanno voluto a tutti i costi centralizzare e oggi scaricano tutte le responsabilità sugli amministratori locali. E’ una vergogna ed è senza precedenti. E voglio aggiungere che pure i sindaci di centrodestra hanno criticato il fatto che il commissario non aveva risorse adeguate per gli interventi”

Non ci sta Irene Priolo: “Ci eravamo illusi per un attimo che, almeno stavolta, la destra non facesse becero sciacallaggio. Non è passata la notte che hanno invece già replicato il film dell’anno scorso, diffondendo fake news e moltiplicando attacchi ad uso e consumo elettorale. Il paradosso è che, dopo aver voluto contro tutto e tutti tenere la gestione della ricostruzione post alluvione a Roma, scaricano poi tutte le responsabilità sul territorio. È indecente sia dal punto di vista istituzionale che dal punto di vista morale”.

Rendicontando Priolo: “I fondi stanziati dal commissario sono stati tutti impegnati e quelli ancora da liquidare sono relativi a cantieri in corso o completati, per i quali si stanno realizzando i collaudi”.

Bonaccini: “Attaccare frontalmente i nostri sindaci e i nostri amministratori regionali mentre l’emergenza è ancora in corso e il sistema di protezione civile è impegnato a soccorrere le persone, significa non avere rispetto né delle comunità alluvionate, né delle istituzioni. Se a farlo sono poi il ministro Musumeci e il viceministro Bignami, per il Governo, che dovrebbe assicurare sostegno e leale collaborazione, allora siamo precipitati nel punto più basso del senso istituzionale. Dopo l’alluvione del maggio 2023, mai registrata nella storia per quantità d’acqua caduta, come tutti sanno il Governo decise di non ascoltare il territorio e di accentrare nelle proprie mani la ricostruzione: ma con quale faccia gli esponenti dello stesso Governo e dello stesso partito scaricano oggi le responsabilità sugli amministratori locali?”.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

© Riproduzione riservata

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