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Balneari ultima spiaggia, Antitrust: “Stop proroghe”. Toscana fa sentenza
Balneari ultima spiaggia. Pochi giorni dopo il primo sciopero degli ombrelloni l’Antitrust scende in campo contro le proroghe delle concessioni balneari.
Con il governo Meloni sotto il mirino dell’Unione europea e del Consiglio di Stato che chiedono lo stop delle proroghe e gare immediate.
L’Antitrust interviene strigliando direttamente i Comuni italiani: l’autorità indipendente ha inviato una segnalazione a tutta l’Anci e alla Conferenza Stato-Regioni con l’obiettivo di porre fine alle violazioni della concorrenza e agli effetti “distorsivi” dei rinnovi automatici. Quello che gli enti concedenti devono fare, afferma il Garante, èavviare rapidamente le procedure di gara, in modo da assegnare i nuovi bandi entro la fine di quest’anno.
E sulla questione balneari è proprio la Toscana a fare sentenza.
Con due casi distinti.
Uno che parte dal litorale di Rosignano Marittimo, Comune in provincia di Livorno, ed arriva in Europa.
L’altro che parte da Castiglione della Pescaia e arriva al Consiglio di Stato. Con Castiglione della Pescaia Comune che viaggia molto velocemente tanto che le concessioni balneari sono al sicuro fino al 2033.
Mentre la Regione Toscana cammina un passo avanti al Governo Meloni approvando nel luglio scorso l’equo indennizzo. Giani: “La Toscana è intervenuta in una situazione di estrema urgenza per ovviare ai ritardi del Governo che di fronte alla scadenza del prossimo 31 dicembre, termine entro il quale dovrebbero essere bandite le gare di assegnazione a livello nazionale, non ha adottato alcuna iniziativa”.
Per quanto riguarda il caso Rosignano, la Corte di Giustizia Europea con una sentenza ha dato ragione al demanio sugli espropri senza indennizzo – a scadenza di contratto – delle strutture inamovibili. Senza però alcuna chiusura sulla possibilità per il governo di decretare i legittimi risarcimenti quando – salvo colpi di scena ai vertici Ue – sarà chiamato ad adeguarsi alla direttiva Bolkestein baluardo della libera concorrenza nel settore dei servizi.
Chiamati a pronunciarsi dal Consiglio di Stato, i giudici europei sono intervenuti su un contenzioso partito da Rosignano. Dove la Società italiana imprese balneari (Siib), al termine della concessione, si è vista acquisire dallo Stato a titolo gratuito diverse opere non amovibili costruite nel suo stabilimento.
Tutto come previsto dal codice di navigazione italiano (all’articolo 49), che – evidenziano i giudici di Lussemburgo – si applica “a tutti gli operatori” in Italia e per questo “non costituisce una restrizione alla libertà di stabilimento”. Perché tutti, viene spiegato, “si trovano ad affrontare la medesima preoccupazione” per ottenere una concessione “sapendo che, alla sua scadenza, le opere non amovibili costruite saranno acquisite al demanio pubblico”. Un’appropriazione senza indennizzo che, nella visione della Corte di giustizia Ue, “costituisce l’essenza stessa dell’inalienabilità del demanio pubblico“.
Per quanto riguarda il Comune di Castiglione della Pescaia, sindaca Elena Nappi, la sentenza del Consiglio di Stato del 30 novembre 2023 conferma la sentenza del Tar Toscana del 18 ottobre 2021, che aveva ritenuto legittima la procedura adottata dal Comune di Castiglione della Pescaia per l’estensione temporale della durata delle concessione demaniali marittime per finalità turistico ricreative. E le concessioni balneari sono ok fino al 2033.
“Castiglione della Pescaia è uno dei pochi comuni in Italia che già nel 2019 aveva messo a bando le concessioni con una procedura ad evidenza pubblica ritenuta legittima prima dal TAR, poi dal Consiglio di Stato”,
Per quanto riguarda l’intervento dell’Antitrust dopo lo sciopero degli ombrelloni, L’Autorità parte da alcuni assunti di base mandando dei messaggi anche al Governo che sul tema è alle prese ormai da tempo per cercare una soluzione di compromesso tra la normativa europea – per la quale l’Italia è già in procedura di infrazione – e le esigenze delle associazioni dei balneari. Innanzitutto, prima ancora dei risultati dell’attesa mappatura a cui punta l’esecutivo, l’Antitrust afferma senza particolari dubbi, grazie anche alle conclusioni del Consiglio di Stato, che la risorsa demaniale, in pratica le spiagge libere, è scarsa, in alcuni casi anzi addirittura inesistente per i nuovi potenziali entranti nel mercato. In secondo luogo, non in termini di importanza, la legge europea vince su quella nazionale, quindi la direttiva Bolkestein deve far disapplicare le norme del decreto Milleproroghe che hanno disposto la proroga delle concessioni a fine 2024 e in casi eccezionali al 2025. Terzo, anche nel caso in cui si volesse applicare la legge italiana, le motivazioni dei casi eccezionali a cui sono ricorse molte località turistiche per rinnovare i contratti esistenti non rispettano la normativa. La segnalazione spiega cioè che in molte occasioni gli argomenti degli enti a sostegno della proroga sono apparsi “infondati”.
La legge infatti “circoscrive la possibilità di differire ulteriormente la durata delle concessioni a ipotesi del tutto eccezionali connesse a specifiche circostanze che impediscono la conclusione della procedura selettiva. Affinché la norma possa trovare applicazione, dunque, – sottolinea l’Antitrust – è necessario che la procedura selettiva sia stata avviata e che sussistano ragioni oggettive che ne impediscono la conclusione”. Ma “in nessuno” dei casi esaminati dall’Autorità le amministrazioni concedenti avevano avviato una procedura selettiva per l’assegnazione delle concessioni. Tanto basta per il richiamo agli enti locali.