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Caporalato e sfruttamento lavorativo: fondi dalla Regione per arginare il fenomeno

Avviso di Arti per finanziare percorsi di uscita e contrastare i fattori di vulnerabilità sociale ed economica

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FIRENZE – Un impegno concreto contro il caporalato e lo sfruttamento lavorativo. Arriva dalla Regione Toscana. 

È aperto fino al prossimo 26 agosto l’avviso, messo in campo dall’Agenzia Regionale Toscana per l’Impiego (Arti), attraverso cui è possibile ottenere il finanziamento di progetti rivolti a favorire percorsi di uscita da situazioni di sfruttamento e contrastare i fattori di vulnerabilità sociale ed economica.

Per l’avviso, cofinanziato nell’ambito del Pr Fse+ 2021-2027, sono stati stanziati 200mila euro, che consentiranno di avviare un progetto, rivolto a più persone.

Destinatarie e destinatari sono persone maggiorenni vittime di tratta e/o di grave sfruttamento lavorativo, inserite nei progetti territoriali della Toscana in attuazione del Programma Unico di emersione, assistenza ed integrazione, residenti o domiciliati e/o aventi dimora abituale nel territorio regionale.

“Per agire efficacemente contro lo sfruttamento e il caporalato – dichiara il presidente Eugenio Gianinon sono sufficienti soltanto gli strumenti della repressione. Occorre anche contrastare i fattori di vulnerabilità sociale ed economica che determinano situazioni di schiavitù o semischiavitù. In questa direzione va l’intervento che abbiamo varato”.

“I recenti fatti di cronaca, penso ad esempio alla tragica vicenda di Satnam Singh, ci ricordano, ancora una volta, che di fronte alla piaga dello sfruttamento e del caporalato occorre andare oltre l’indignazione e le istituzioni devono impegnarsi attraverso azioni efficaci e concrete”, spiega l’assessora alla formazione professionale e al lavoro Alessandra Nardini, che sottolinea come “nessun territorio e nessun settore, purtroppo, possa dirsi immune da questo tipo di fenomeni che dobbiamo combattere e prevenire. In Toscana vogliamo implementare il nostro impegno in questo senso, contrastando lo sfruttamento lavorativo e sostenendo l’empowerment e l’inclusione socio-lavorativa, attraverso percorsi integrati di orientamento, formazione e accompagnamento al lavoro”.

Le proposte di progetto dovranno prevedere diverse tipologie di politiche attive e di formazione. Oltre a un pacchetto di attività obbligatorie (definizione del percorso individuale e orientamento specialistico), dovranno contenere attività facoltative tra come l’accompagnamento al lavoro, promozione/attivazione di tirocini non curriculari e/o di inclusione, percorsi formativi collettivi, voucher per la frequenza di un corso individualizzato oppure per un corso finalizzato al conseguimento di patente categoria B.

I progetti potranno essere presentati da un’associazione temporanea d’impresa oppure un’associazione temporanea di scopo composta da associazioni ed enti del terzo settore operanti nell’ambito della rete Satis, il Sistema antitratta toscano interventi sociali, e/o soggetti iscritti nel registro delle associazioni e degli enti che svolgono attività a favore di persone immigrate. Possono partecipare anche organismi formativi accreditati e soggetti accreditati per lo svolgimento dei servizi per il lavoro.

Sarà possibile presentare domanda di finanziamento del progetto sul Sistema Informativo Fse all’indirizzo https://web.regione.toscana.it/fse3/

© Riproduzione riservata

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