Allerta rossa in vigore in Toscana per rischio idraulico, allerta che diventa arancione domenica 16 marzo:  il presidente della Regione Eugenio Giani, ha firmato la richiesta di  dichiarazione di stato di emergenza nazionale a seguito dell’ondata di maltempo che ha  colpito nelle ultime 24 ore la Toscana e in particolare le province di Firenze e Pisa.
“A Pontassieve, Pelago, Rufina e Dicomano ho visto la disperazione di chi ha perso tutto, ma anche la forza di chi non si arrende. Il dolore si trasforma in solidarietà grazie ai volontari, alla Protezione Civile e a chi lavora senza sosta per aiutare. Ogni gesto conta, ogni mano tesa fa la differenza. La Toscana si rialza insieme. Grazie a chi ci aiuta a non lasciare indietro nessuno”.
Domenica 16 marzo Giani, insieme all’assessora regionale alla protezione civile Monia Monni, incontrerà il capo del Dipartimento nazionale della Protezione civile, Fabio Ciciliano, per fare il punto sulla situazione in Toscana. All’incontro nella Sala Pegaso di Palazzo Strozzi Sacrati a Firenze, sono state invitate le istituzioni coinvolte nella gestione dell’emergenza.
Giani: “Stiamo affrontando, insieme agli enti locali,  una situazione molto seria, con il grande impegno della nostra Protezione civile ed il prezioso supporto di quella Nazionale. Ma c’è una considerazione importante che già ora possiamo fare e che riguarda il motivo di massima preoccupazione di questa emergenza: il sistema Arno ha funzionato. I lavori fatti in questi anni sull’Arno sono stati determinanti. La situazione problematica che si era venuta a creare nel basso corso dell’Arno è stata efficacemente fronteggiata grazie  al riempimento della cassa di espansione di Roffia, 5 milioni di metri cubi di acqua, che ha immediatamente portato i benefici nel prevenire rischi di alluvione  a Signa, Santa Croce, Montopoli e area del comprensorio del cuoio. Insieme a questo, fondamentale è stata, ieri alle 15.50, l’apertura dello scolmatore a Pontedera, che  ha garantito   un flusso costante di 500 metri cubi di acqua al secondo verso il mare bypassando Pisa. L’ondata di piena è arrivata quindi in città alleggerita e i possenti  carichi d’acqua, pur arrivando a due metri dalle spallette, non hanno causato tracimazioni”.

“Sull’area fiorentina è indubbio il grande beneficio che la laminazione delle acque nelle aree di espansione di Pizziconi, Levane e Restone, anche se non del tutto completate, ha avuto sull’Arno,  alleggerito alla confluenza con la Sieve, che ha potuto scaricarsi liberamente nel corso principale. Tutti i lavori propedeutici all’irregimentazione dell’Arno che sono in corso d’opera, comprese le 13 briglie, hanno alleggerito il carico e determinato una fluidità che ha evitato l’esondazione del grande fiume”.

“E’ evidente – dice ancora Giani – che vi sono stati però molti danni in diversi comuni, determinati dai corsi idrici minori e anche dal principale  affluente dell’Arno, la Sieve, che ha creato una sorta di propria cassa d’espansione nel tratto dal Ponte mediceo di Pontasieve fino a Dicomano, con danni ad abitazioni e  imprese su cui stiamo già intervenendo, per liberare dal fango la popolazione. Problematica è ancora l’area dell’Empolese, in particolar modo a  Ponzano. Numerose  anche le frane nelle zone montane, che portano in questo momento a non avere un contatto diretto stradale con Marradi e Palazzuolo sul Senio per le frane sulla strada della Colla”.

“A fronte di questa situazione vi è comunque una capacità di intervento molto forte della nostra Protezione civile, dei volontari, delle colonne mobili che stanno affluendo anche da altre regioni e quindi ognuno degli interventi puntuali sul territorio viene fronteggiato con efficienza, rapidità e capacità”.