Getting your Trinity Audio player ready...
|
AREZZO – Dall’inizio dell’anno, il comando provinciale della Guardia di Finanza Arezzo ha intensificato i controlli materia di lavoro nero su tutta la provincia, effettuando, con i reparti operativi del territorio, 97 interventi, 37 dei quali hanno evidenziato irregolarità.
Gli interventi hanno interessato varie tipologie di attività economiche e, in particolare, imprese operanti nell’edilizia, nella ristorazione o che conducono minimarket alimentari, nonché aziende terziste del distretto dei metalli preziosi e del settore tessile, abbigliamento e pelletteria. Sono stati complessivamente individuati 116 lavoratori in nero dei quali 67 stranieri (28 bangladesi, 22 cinesi, 5 pakistani, 2 indiani, 4 rumeni e 6 di altre nazionalità) e 49 italiani, con la proposta di sospensione dell’attività per 17 attività economiche.
In tale contesto, il Gruppo di Arezzo, effettuando mirati controlli nel Comune del capoluogo, ha focalizzato l’attenzione sulle imprese del distretto orafo, specializzate in piccole lavorazioni (chiusure, pulimentatura, saldatura, galvanica) per conto di terzi committenti, risultate prive di marchio identificativo e titolo legale rilasciati dalla Camera di Commercio.
In sintesi la disciplina dei titoli e dei marchi di identificazione dei metalli preziosi prevede, per prevenire frodi in commercio e per una compiuta tracciabilità dei processi produttivi, che gli oggetti in metallo prezioso (platino, palladio, oro e argento) e le loro leghe portino impresso il titolo in millesimi del fino contenuto ed il marchio di identificazione. In Camera di Commercio è tenuto un apposito Registro degli assegnatari dei marchi di identificazione al quale devono iscriversi, previa domanda, coloro che vendono, fabbricano o importano i metalli sopra citati.
Anche sulla base del protocollo d’intesa stipulato dal Comando Provinciale della Guardia di Finanza con la Camera di Commercio di Arezzo-Siena lo scorso anno, è stato quindi possibile orientare i controlli verso i terzisti del distretto dei metalli preziosi non censiti dall’ente camerale quali soggetti appartenenti alla relativa filiera. In alcuni casi, le attività ispettive sono state svolte, per gli ambiti di rispettiva competenza, in collaborazione con personale del servizio metrico della Camera di Commercio.
Il gruppo di Arezzo ha perciò controllato 12 imprese (10 con titolari bangladesi e 2 con titolari italiani), individuando 21 lavoratori totalmente in nero originari del Bangladesh dei quali 7 irregolarmente presenti sul territorio nazionale. 5 imprenditori, sembre di quel paese, sono stati perciò denunciati per aver impiegato alle proprie dipendenze connazionali privi del permesso di soggiorno.
In 9 imprese è stato inoltre rilevato l’impiego di personale in nero in misura superiore al 10% del totale di quello regolarmente assunto. Per tale motivo, sono state nell’immediatezza inoltrate all’Ispettorato territoriale del lavoro altrettante segnalazioni per la sospensione dell’attività imprenditoriale. Ai datori di lavoro in questione sono state complessivamente contestate sanzioni amministrative per oltre 43mila euro.
Cinque aziende terziste, infine, utilizzavano in conto lavorazione metalli preziosi, di proprietà delle aziende risultate essere committenti, privi di marchio identificativo e titolo legale e che sono stati quindi sottoposti a sequestro amministrativo. Si tratta di complessivi 17 chili di argento e 7 chili di oro, dal valore di oltre 500mila euro, poi restituiti ai terzisti dopo il versamento delle previste sanzioni e la regolarizzazione delle loro posizioni presso la Camera di Commercio, con l’assegnazione del marchio e del titolo legale.