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Alle commemorazioni dell’eccidio di San Polo anche la nipote del colonnello nazista che guidò l’operazione

Nella frazione di Arezzo Regione, Provincia e Comune per tenere viva la memoria: "Il gesto di Laura Ewert una scelta di coraggio"

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AREZZO – La comunità che non dimentica. Commemorato oggi, 14 luglio, l’eccidio di San Polo in Chianti, alla presenza delle autorità ma soprattutto di tanti cittadini, alcuni dei quali ancora testimoni del dramma provocato dalla follia nazifascista. 

“Senza memoria non c’è futuro e noi, ancora di più in occasione dell’80esimo anniversario della Liberazione della Toscana e delle stragi nazifasciste nella nostra regione, siamo chiamati come istituzioni ad essere amplificatori di memoria. Ma oggi, qui a San Polo, voglio anche rivolgere un ringraziamento particolare a Laura Ewert, una donna che ha avuto il coraggio di venire dalla Germania per chiedere scusa e prendere le distanze dalla violenza di suo nonno che ordinò il massacro di 65 donne e uomini innocenti”.

Il presidente del Consiglio Regionale della Toscana, Antonio Mazzeo, ha concluso così il suo intervento questa mattina prendendo parte alle celebrazioni per ricordare la terribile e disumana strage nazifascista perpetrata proprio a San Polo, frazione del Comune di Arezzo, il 14 luglio del 1944. Quel giorno gli uomini del 274esimo reggimento granatieri della 94esima Divisione di fanteria, comandato dal tenente colonnello Wolf Ewert, e da un reparto della 305esima divisione di fanteria, guidata dal generale Hauck, rastrellarono decine di persone e diedero alle fiamme le abitazioni.

Si incamminarono poi con i prigionieri, uccidendo quelli che via via si trovavano in difficoltà nella marcia: una donna incinta, dei bambini, degli anziani. Arezzo fu liberata due giorni dopo, il 16 luglio, solo all’indomani si poté procedere alla riesumazione dei corpi e al loro trasporto al cimitero per dare alle vittime innocenti una degna sepoltura.

Laura Ewert, giornalista e nipote del tenente colonnello che guidò quel massacro, è venuta a conoscenza della storia solo qualche settimana fa e ha deciso di essere presente per incontrare i parenti delle vittime e dei testimoni e chiedere scusa a nome di suo nonno per quanto accaduto. Il presidente Mazzeo l’ha accolta, insieme alle altre istituzioni del Comune e della Provincia di Arezzo oltre che al consigliere regionale Vincenzo Ceccarelli, e ha voluto ringraziarla personalmente per la scelta di venire in Toscana. “In un periodo in cui, in tutta Europa, assistiamo purtroppo a tanti, troppi tentativi di cancellare la memoria e a rigurgiti di stampo fascista, la sua presenza in Toscana ha oggi un valore doppio – spiega Mazzeo – Non solo dire con forza che non si può e non si deve dimenticare, ma dire con chiarezza dove e di chi furono le responsabilità e le colpe di quel drammatico periodo. È una scelta coraggiosa, una scelta partigiana, tutt’altro che facile e tutt’altro che scontata. Non potrà restituire i martiri di queste terre ai loro familiari, ma permette di piantare un seme per un futuro di speranza, democrazia, libertà e pace in tutta Europa”.

“La Toscana è tra le Regioni che hanno pagato il più alto tributo di sangue innocente – prosegue il presidente – ed è anche per questo che abbiamo deciso nel 2024 di finanziare, come Consiglio Regionale, le iniziative promosse da Comuni e Associazioni in occasione dell’80esimo anniversario della Liberazione della nostra regione. Il sacrificio dei caduti di San Polo di Arezzo, di Civitella in Val di Chiana, di Sant’Anna di Stazzema ci insegna che la libertà non è mai garantita o scontata ma deve essere costantemente difesa e protetta. E ora che i testimoni diretti di quel tempo non ci sono quasi più, ogni giorno dobbiamo lavorare insieme per costruire una società più giusta attuando i principi contenuti nella nostra Costituzione che nasce dalla Resistenza, dalla lotta partigiana, dall’antifascismo. Essere antifascisti oggi vuol dire riconoscersi nei valori della dignità, della libertà e dell’uguaglianza scritti nella nostra Costituzione e riconosciuti nello Statuto della nostra regione”.

© Riproduzione riservata

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