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Firenze, trent’anni del Centro antiviolenza di Careggi

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FIRENZE – Il Centro antiviolenza di Careggi compie trent’anni. Il trentennale si è celebrato nell’Aula Margherita dell’Azienda ospedaliero universitaria fiorentina. Simone Bezzini, assessore regionale sanità: “Trent’anni di lavoro e di cura del Centro antiviolenza di Careggi sono una storia rappresentativa della Toscana che ha fondato l’assistenza su valori etici che arricchiscono la società. Un’esperienza all’avanguardia, nata non a caso a Careggi, con la passione di un lavoro che vive nel presente e si proietta nel futuro.

Questo anniversario è rappresentativo della sanità toscana che è riuscita a contrastare il Covid e reggere l’urto della pandemia, continuando a garantire la gran parte delle attività ordinarie, con un tasso di resilienza che vede la nostra regione ai vertici nazionali, con i più alti volumi di attività nel 2020 e 2021 in Italia, come confermato dai dati Agenas”.

Sara Funaro, assessore educazione e welfare del Comune di Firenze ha ringraziato, insieme al direttore generale di Careggi Rocco Damone, la dottoressa Sandra Bucciantini che ha diretto e fatto crescere il Centro antiviolenza di Careggi negli anni della sua attività assistenziale. Francesca Pampaloni attuale responsabile di ginecologia per l’infanzia e l’adolescenza di Careggi ha ricordato che il Centro di riferimento per la consulenza clinica in situazioni di abuso e violenza sessuale su donne adulte e minori nasce nel 1992, con la professoressa Vincenziana Bruni, con l’intento di aiutare le vittime non solo dal punto di vista assistenziale, ma anche giuridico consentendo di sostanziare la denuncia della violenza attraverso un sistema di raccolta delle prove con valore giudiziario.

Elisa Cozza Capo di Gabinetto della Questura di Firenze: “Pur avendo registrato un numero minore di accessi alle strutture ospedaliere durante il lock down per casi di violenza domestica, le richieste di aiuto ed intervento nel periodo pandemico da parte delle vittime sono aumentate, mantenendo il livello raggiunto anche nei mesi successivi. Fare rete tra enti ed istituzioni permette di intercettare e di intervenire su questi casi in modo incisivo ed efficace, anche per la tutela dei minori coinvolti. Inoltre, lo scambio delle competenze di settore degli operatori permette, allo stesso tempo, l’accrescimento degli strumenti di comprensione ed intervento a beneficio delle vittime”.

Paola D’Onofrio, responsabile della Unit Percorso Codice Rosa in Aouc: “I dati di Careggi risultano coerenti con quanto riportato a livello regionale e nazionale, con una riduzione degli accessi per abuso sessuale limitatamente al solo periodo del lock down e conseguente riallineamento nei mesi successivi”.

 

© Riproduzione riservata

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