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Moschea di Firenze, sfratto rinviato a giugno

L'esecuzione era già stata rinviata a dicembre. Imam Izzedin Elzir annuncia di rimanere fino a novembre

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FIRENZE – Moschea di Firenze, sfratto rinviato a giugno.

L’esecuzione dello sfratto della moschea di Firenze è stata rimandata al prossimo 8 giugno.

Lo ha deciso l’ufficiale giudiziario che questa mattina, giovedì 27 aprile 2023,  si è recato nell’immobile di piazza dei Ciompi.

La trattativa tra i legali delle parti, alla presenza dell’ufficiale giudiziario, che ha notificato l’atto di sfratto con richiesta di rilascio da parte della proprietà, è durata circa un’ora.

L’Imam Izzedin Elzir si aspettava un rinvio più lungo per cercare di definire una soluzione alternativa e ha annunciato che la comunità islamica rimarrà a pregare nell’immobile di piazza dei Ciompi fino al primo novembre.

Ad aspettare l’arrivo dell’ufficiale giudiziario alcune decine di fedeli musulmani, ma anche il presidente della comunità ebraica fiorentina, Enrico Fink, il direttore del seminario arcivescovile fiorentino, monsignor Alfredo Iacopozzi, gli assessori comunali Sara Funaro e Andrea Giorgio.

Lo sfratto avrebbe dovuto essere eseguito nel dicembre scorso e poi era stato rinviato a oggi. La proprietà Finvi ha chiesto di liberare l’immobile dove la comunità islamica è in affitto.

Il sindaco Dario Nardella, alla vigilia dello sfratto, poi rinviato: “Credo che tutti noi dobbiamo andare incontro alle esigenze della comunità islamica che chiede solo un po’ di tempo in più per arrivare a una soluzione sulla quale c’è massimo impegno, non solo della comunità ma anche dell’amministrazione comunale. E’ nostro dovere supportare l’associazione, la comunità islamica nel trovare una soluzione ed è quello che stiamo facendo con l’assessore Funaro ormai da vari mesi”.

Nardella ha poi aggiunto: “Noi non possiamo sostituirci alla comunità islamica, non sta a noi costruire, realizzare o pagare l’opera o il luogo di preghiera. Io sono fiducioso, resto con i piedi per terra perché non è facile trovare una soluzione altrimenti in questi anni lo si sarebbe fatto”.

Nardella infine ha sottolineato che “quando c’è una comunità religiosa che non ha un luogo dove pregare non è un problema privato ma è un problema che riguarda tutta la città”.

 

© Riproduzione riservata

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