Getting your Trinity Audio player ready...
|
Si è celebrato oggi martedì 29 novembre al Tribunal Superior de Justicia de Cataluna a Barcellona il processo d’appello per l’omicidio di Niccolò Ciatti.
Il ragazzo di Scandicci ucciso a soli 21 anni pestato a morte nel 2017 in una discoteca di Lloret de Mar.
Con un video, terribile e tragico, che testimonia il pestaggio, con Niccolò inerme a terra e il calcio finale sferrato alla tempia dal ceceno Bissoultanov.
Bissoultanov latitante, dopo essere stato scarcerato un anno fa da Rebibbia, e condannato in primo grado a 15 anni dal Tribunale di Girona per omicidio volontario.
Latitante da luglio scorso, quando non si è presentato all’udienza di carcerazione.
Ma i giudici della Corte d’Appello non hanno richiesto la presenza dell’imputato, scongiurando così il rischio dell’annullamento del procedimento.
Al processo di Barcellona il legale della famiglia Ciatti ha richiesto un inasprimento della pena inflitta in primo grado, mentre la difesa dell’imputato Bissoultanov ha chiesto la derubricazione dell’accusa da omicidio volontario a omicidio colposo.
La sentenza è attesa tra qualche settimana.
Secondo quanto ricostruito nel corso delle indagini e del processo già celebrato, Bissolultanov, esperto di arti marziali, in particolare del tipo di lotta chiamata Mma, la notte tra l’11 e il 12 agosto del 2017, sulla pista da ballo della discoteca St Trop, insieme a due connazionali, improvvisamente prese di mira Niccolò Ciatti, che stava trascorrendo con i suoi amici l’ultima serata della vacanza in Costa Brava.
Così iniziò il pestaggio mortale.
Bissoultanov sferrò un violentissimo calcio alla testa del ragazzo di Scandicci, che non si rialzò più. Morì in ospedale alcune ore dopo. I tre giovani ceceni vennero fermati, ma due vennero rilasciati subito, mentre il solo Bissoultanov rimase in carcere da dove uscì dopo 4 anni, alla scadenza dei termini di carcerazione preventiva.
In primo grado è stato assolto uno dei tre ceceni, Movsar Magomadov, che stando all’accusa aveva preso parte attiva al pestaggio.
Bissoultanov dopo la scarcerazione venne arrestato in Germania, su mandato di cattura internazionale, ed estradato in Italia. Nel dicembre scorso la Corte d’assise di Roma lo ha scarcerato e Bissoultanov successivamente si è costituito in Spagna per poi rendersi nuovamente latitante. Nel frattempo la Cassazione ha annullato l’ordinanza di scarcerazione che aveva emesso la Corte d’assise di Roma. Anche in Italia, davanti ai giudici del tribunale di Roma si sta tenendo il processo di primo grado a carico del ceceno. Alla fine dei due procedimenti dovrebbe prevalere quello che arriverà per primo alla sentenza definitiva.