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FIRENZE – E’ tornato in Spagna Rassoul Bissoultanov, il lottatore di arti marziali ceceno imputato in Italia per l’omicidio di Niccolò Ciatti, soltanto 22 anni, il ragazzo di Scandicci pestato a morte la notte tra l’11 e il 12 agosto del 2017 in una discoteca di Lloret de Mar, in Spagna. Niccolò era in vacanza con gli amici. E’ tornato in Spagna Bissoultanov dopo essere stato scarcerato da Rebibbia il 22 dicembre, la Corte di Assise di Roma aveva disposto la revoca della custodia cautelare per errore procedurale. E in Spagna Bissoultanov dichiara che la morte di Niccolò è stata un incidente, “Non sono un assassino”. Chiedendo di essere giudicato in Spagna. In Spagna il processo per lui, a Girona, partirà il 30 maggio. In Italia la prima udienza, senza la presenza di Bissoultanov, si è tenuta il 24 gennaio. Il 17 marzo la Corte di Assise di Roma dovrà pronunciarsi sull’eccezione di competenza territoriale presentata dai difensori di Bissoultanov.
La morte di Niccolò Ciatti è raccontata in un video drammatico che chiunque può vedere in rete. Immagini che testimoniano il violento pestaggio di cui è vittima inerme, solo, indifeso, con il terribile calcio sferrato alla tempia da Bissoultanov che lascia Niccolò a terra per sempre. Un terribile calcio quello di Bissoultanov che secondo la complessa attività d’indagine condotta dal reparto crimini violenti del Ros, come prevede il nostro ordinamento in caso di crimini violenti commessi in danno di italiani all’estero, è la parte finale di un violento pestaggio partito da un altro lottatore di arti marziali, Movsar Magomadov. E’ un dolore che si rinnova in continuazione quello della famiglia Ciatti. Papà Luigi su Bissoultanov: “Stiamo assistendo alla riabilitazione di un povero ragazzo che ha soltanto ucciso mio figlio Niccolò con un calcio, ma lui dice che non voleva uccidere. C’è un video, non un fotomontaggio, che lo riprende e che dimostra chiaramente la sua volontà di uccidere. Lui assassino libero, mio figlio condannato a morte perché quella sera era in discoteca a ballare”. Papà Ciatti si era appellato a Mattarella.