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Sparò ad ispettore Polizia provinciale: arrestato per tentato omicidio

L'ispettore ferito a Barberino di Mugello durante attività anti bracconaggio. L'uomo, 46 anni, condotto a Sollicciano, ha sparato da una finestra. Indagata la compagna per concorso in tentato omicidio. Sequestrate armi e munizioni. Indagini Procura Repubblica di Firenze condotte da carabinieri Borgo San Lorenzo e Barberino di Mugello

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BARBERINO DI MUGELLO – Sparò ad ispettore Polizia provinciale: arrestato per tentato omicidio

Sparò ad ispettore Polizia provinciale in località La Dogana a Barberino di Mugello, un uomo di 46 anni è stato arrestato e condotto nel carcere di Sollicciano a Firenze giovedì 3 ottobre con l’accusa di tentato omicidio. La misura cautelare è stata disposta dal Gip del Tribunale di Firenze su richiesta della Procura della Repubblica, procuratore capo Filippo Spiezia.

Indagata la compagna, 34 anni, in stato di libertà “per avere concorso, materialmente e moralmente, nel tentato omicidio avendo condiviso con l’indagato l’ideazione e la realizzazione del fatto-reato”.

L’ispettore di Polizia provinciale della città metropolitana di Firenze venne ferito a un braccio la sera del 20 agosto scorso durante una attività anti bracconaggio. L’uomo venne ricoverato e sottoposto a intervento chirurgico all’ospedale Careggi. Il colpo di arma da fuoco esploso da una finestra

Le indagini dirette dalla Procura della Repubblica di Firenze e condotte dai Carabinieri della Compagnia di Borgo San Lorenzo e della Stazione di Barberino di Mugello “immediatamente indirizzate verso due soggetti, un uomo e una donna, che occupavano uno stabile all’interno della riserva di caccia”.

E’ intervenuta la polizia giudiziaria, illustra in una nota il procuratore Spiezia, e al termine delle perquisizioni sono state rinvenute diverse armi e munizionamento da caccia, tra cui numerosi bossoli esplosi, tutto sottoposto a sequestro.

L’uomo è stato condotto al carcere di Sollicciano a Firenze. La misura cautelare della custodia in carcere, sottolinea il procuratore capo,  è stata emessa nei confronti dell’uomo, “essendo emersi a suo carico elementi idonei a documentare sia il pericolo di reiterazione del reato, che quello di inquinamento delle prove, avendo tentato di indirizzare le dichiarazioni di un testimone chiamato a deporre dai carabinieri”.

“Le ulteriori indagini, prontamente sviluppate, consentivano di accertare che l’indagato
colpito oggi dal provvedimento cautelare, nei giorni precedenti al fatto aveva notato i
servizi effettuati dalla Polizia Provinciale. Insofferente alla attività di controllo ed
utilizzando un visore notturno, decideva di esplodere il 20 agosto un colpo di arma da
fuoco ad altezza uomo, da una finestra posta a circa 150 metri da dove si trovava la
vittima, colpendo l’agente in servizio e procurandogli gravissime lesioni al braccio destro,
non attingendo organi vitali solo per pochi centimetri“.

“All’uomo viene pertanto contestato il reato di tentato omicidio, tenuto conto dell’arma
utilizzata nell’azione delittuosa e della zona corporea attinta da una distanza che, seppur
notevole, grazie all’utilizzo del visore, permetteva all’indagato di distinguere in maniera
inequivocabile la figura umana. La compagna è indagata in stato di libertà per
avere concorso, materialmente e moralmente, nel tentato omicidio avendo condiviso con
l’indagato l’ideazione e la realizzazione del fatto-reato”.

 

 

 

© Riproduzione riservata

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