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Un anno senza piccola Kata: le indagini non si fermano

La bambina scomparsa da ex hotel Astor a Firenze il 10 giugno 2023. Procura: "Seguiamo quattro piste: traffico droga. Racket affitti. Scambio di persona. Pista a sfondo sessuale. Indagine complessa". Zii indagati

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FIRENZE – Un anno senza piccola Kata: le indagini non si fermano.

Un anno senza piccola Kata. Un anno senza la bambina scomparsa all’età di cinque anni il 10 giugno 2023 dall’ex hotel Astor a Firenze.

Hotel al centro di occupazione abusiva quando quel sabato pomeriggio la piccola Kata è scomparsa dopo che la madre l’aveva affidata allo zio Abel.

Le indagini non si sono mai fermate.

Lo zio materno Abel e lo zio paterno Marlon sono indagati per sequestro di persona: “Allo stato non ci sono elementi per poter archiviare le posizioni di questi soggetti”.

Procuratore Filippo Spiezia: “Crediamo che la scomparsa di Kata sia il frutto dell’attuazione di un piano ben organizzato e non di un’attività estemporanea. La procura segue quattro piste. Quella del traffico di droga. Il racket delle stanze all’ex hotel Astor, vicenda che sta a monte della scomparsa per cui la procura ha esercitato l’azione penale. La pista dello scambio di persona di Kata con un’amichetta. La pista a sfondo sessuale. Le indagini continuano,  non si sono mai interrotte”.

Poi: “Abbiamo anche proceduto a una rilettura, che è ancora in corso tra l’altro, di ampi materiali investigativi che sono stati raccolti nella prima fase delle indagini. Questo perché con una maggiore familiarità di voci e volti di persone oggi è possibile valorizzare dettagli che nella prima fase delle indagini erano stati ritenuti meno significativi. L’indagine rimane altamente complessa e ciò deriva dalla circostanza che la notizia della scomparsa della minore è arrivata alle autorità di polizia con un gap temporale rispetto a quanto riteniamo sia avvenuta la presunta scomparsa”.

Spiezia: “Abbiamo la conferma che la rete di telecamere che circondano l’ex hotel ha un buco, un’area non coperta dal sistema di videosorveglianza e abbiamo ragione di credere che sia quello spazio sia stato sfruttato da chi ha organizzato la sottrazione e la scomparsa della bambina peruviana”.

© Riproduzione riservata

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