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FIRENZE – “Le opere d’arte di Palazzo Vecchio contengono una narrazione di guerra. In questo palcoscenico irrompe ‘La Pace’ di Canova: un contrasto forte, che come un raggio di sole squarcia le nubi del conflitto.
A Firenze, capitale della pace, grazie al progetto di Vittorio Sgarbi, accogliamo la versione in gesso della scultura in marmo nascosta a Kiev per sfuggire alle bombe dell’esercito russo. Un capolavoro di conciliazione e solidarietà”. Il sindaco Dario Nardella accoglie a Palazzo Vecchio ‘La Pace’ di Canova. La celebre versione in gesso del marmo custodito all’interno del Museo Nazionale Khanenko di Kiev. Attualmente nascosto per tutelarlo dai bombardamenti della guerra tra Russia e Ucraina. Un progetto curato da Vittorio Sgarbi: “La Pace di Kiev di Canova un monito per i grandi del Mondo. Distruggere la vita significa togliere a una Nazione la sua identità materiale”.
Commissionata dal politico e diplomatico russo Nikolaj Petrovič Rumjancev, ideata da Canova nel 1812 e realizzata nel 1815, la scultura viene pensata come omaggio alla famiglia Rumjancev, fautrice di alcuni trattati di pace tra Russia e altri Paesi. Canova viene incaricato di realizzare l’opera all’alba dell’invasione napoleonica della Russia, tanto che lo scultore stesso scrive a Quatremère de Quincy l’11 febbraio 1812: “La statua della Pace si farà: vengane la guerra; essa non potrà impedirla. Ma io temo che alla pace generale non si farà statua per ora. Così si potesse farla, come io l’alzerei a mie spese!” Alla morte di Nikolaj Petrovič Rumjancev, la sua collezione viene donata allo Stato e va a costituire nel 1831 il primo Museo pubblico russo, inizialmente a San Pietroburgo, poi, nel 1861, trasferito a Mosca. Krusciov, Segretario del Partito Comunista dell’Unione Sovietica, dalle origini ucraine, decide nel 1953 di trasferire la scultura da San Pietroburgo a Kiev, al Museo Nazionale Khanenko.