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Edoardo Bove sul palco dell’Ariston: “Senza il calcio sono incompleto”

Il centrocampista si emoziona davanti al pubblico: "Se sono qui oggi è grazie all'intervento di primo soccorso"

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FIRENZE – Sanremo 2025, Edoardo Bove sale sul palco dell’Ariston durante la finale del 75esimo festival della canzone italiana.

Tanta l’emozione del calciatore della fiorentina, che la sera del 15 febbraio in diretta su Rai 1 ha raccontato com’è cambiata la sua vita dall’1 dicembre scorso, giorno in cui, durante la partita casalinga della viola contro l’Inter, si è accasciato a terra colto da un malore improvviso. Da quel momento, tutto per lui ha preso una direzione inaspettata: al soccorso tempestivo è seguita l’operazione di impianto di un defibrillatore sottocutaneo. Ma il centrocampista non può rimettere piede in campo fino al completamento degli accertamenti medici, come stabilisce il regolamento calcistico italiano.

“Vivo questa esperienza tra alti e bassi: il calcio è la mia forma di espressione, senza non mi sento lo stesso, sento che mi manca qualcosa, come credo accada per un cantante con la voce, è una situazione che può essere paragonata a quella di una persona che ha perso un grande amore”.

“In questo momento – ha proseguito – mi sento incompleto, vuoto, come se mi mancasse qualcosa, so che ci vuole tempo, tanto coraggio, mi sto facendo aiutare per iniziare un percorso di analisi su me stesso”.

Tanti gli applausi del pubblico per il 22enne che, a cuore aperto, ha ripercorso davanti a milioni di spettatori la vicenda. Fondamentale, ha sottolineato, la tempestività del soccorso ricevuto: in 13 minuti è stato trasportato all’ospedale di Careggi, dove i medici lo hanno salvato.

“Sono fortunato, per come sono andate le cose: tutto nel posto giusto al momento giusto, in 13 minuti ero in ospedale, però purtroppo ci sono tante testimonianze di persone che hanno perso i propri cari perché non c’è stata prontezza nel soccorso. È importante l’intervento di primo soccorso, il motivo principale per cui sono qui oggi, il mio episodio mi ha fatto capire quanto la linea tra la vita e la morte sia sottile e quanto dipendiamo da chi ci è accanto. Più informazione c’è sul primo soccorso, siamo tutti più al sicuro”.

“Voglio ringraziare tutti voi – ha aggiunto il calciatore – è un affetto che mi è arrivato in modo particolare, al di là dei colori, delle bandiere, delle squadre. Mi ha fatto capire la gravità della situazione, mi sono svegliato in ospedale senza ricordare nulla e solo guardando le reazioni di familiari, amici, persone estranee che erano contente di vedermi mi sono reso conto che avevano avuto paura di perdermi”. 

Prima di lasciare il palco avvolto dal calore degli italiani, Bove ha regalato al direttore artistico, storico tifoso della Fiorentina, la maglietta viola con il suo numero, il 4. Quattro “come i miei festival”, ha detto Conti ringraziandolo.

 

© Riproduzione riservata

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