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Ex Gkn di Campi Bisenzio: “Subito tavolo nazionale”

Giani, presidente Regione, e i sindaci Nardella e Tagliaferri a ministero Imprese e Made in Italy: "Non procedere a pagamento retribuzioni aggrava in modo intollerabile crisi sociale"

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CAMPI BISENZIO – Ex Gkn di Campi Bisenzio: “Subito tavolo nazionale”.

Ex Gkn di Campi Bisenzio, le istituzioni della Toscana chiamano in causa direttamente l’esecutivo scrivendo al ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, al ministro del Lavoro, Marina Elvira Calderone e a Fausta Bergamotto, sottosegretaria con delega alla riconversione e alle crisi industriali Mimit.

Spedita la lettera con la quale il presidente della Regione Eugenio Giani, Dario Nardella, sindaco della Città Metropolitana di Firenze e Andrea Tagliaferri, sindaco del Comune di Campi Bisenzio, chiedono al Governo la tempestiva riconvocazione del tavolo nazionale di crisi sulla vertenza Qf, per svolgere il confronto e in ogni caso continuare a ricercare una soluzione a tutela dei lavoratori e del patrimonio industriale della Toscana.

Si riferisce di “grande stupore e preoccupazione” da parte delle istituzioni toscane per la volontà di Qf, azienda in liquidazione, di evitare ogni confronto collettivo prospettando trattative individuali per risolvere i rapporti di lavoro di almeno 120 dipendenti entro il 30 giugno 2024. Una volontà manifestata quasi alla scandenza del termine ultimo dei 60 giorni per la presentazione del Piano industriale come previsto nella procedura della cd legge anti-delocalizzazioni.

Giani, Nardella e Tagliaferri: “La scelta di non procedere al pagamento delle retribuzioni né di attivare un ammortizzatore sociale aggrava in modo intollerabile la crisi sociale della comunità di lavoratori così duramente colpita” scrivono Giani, Nardella e Tagliaferri: la convocazione del tavolo nazionale serve alla ricerca di soluzioni condivise, inclusa la questione considerata centrale dal territorio della reindustrializzazione del sito.

Nei giorno scorsi alcuni lavoratori di Qf ex Gkn di Campi Bisenzio, Firenze, sono saliti su un lampione dell’elettrificazione pubblica “per urlare la loro rabbia contro il silenzio assordante del Ministero delle Imprese e del Made in Italy e dell’azienda intorno alla loro vertenza. “Un’iniziativa da ricondurre all’irresponsabilità sociale di QF che a due giorni dal termine ultimo dei 60 giorni, previsti dalla Legge 234, non ha ancora presentato un piano sociale per agganciare un’ammortizzatore”. Così in una nota congiunta Samuele Lodi, segretario nazionale della Fiom-Cgil, e Stefano Angelini della Fiom-Cgil Firenze.

“Ricordiamo che assieme alla nostra Rsu e ai soggetti istituzionali territoriali e nazionali nel gennaio del 2022 con QF abbiamo sottoscritto un accordo che doveva portare alla reindustrializzazione del sito e che a dicembre 2023 il Tribunale di Firenze su ricorso per atteggiamento antisindacale, da noi presentato, ha imposto all’azienda di ricorrere all’applicazione della legge 234 che prevede l’obbligo di presentare un piano industriale e di impatto sociale proprio verso il Mimit. Riteniamo grave che, in barba a una sentenza di un Tribunale della Repubblica e a un accordo sottoscritto presso quel Ministero, lo stesso faccia finta di niente quando invece ne è responsabile insieme all’azienda, lasciando nella disperazione 180 lavoratori che da oltre due mesi non riscuotono il salario. Il paese reale è questo e in troppi fanno finta di non vederlo”.

“Sollecitiamo nuovamente al Presidente della Regione Toscana, al Sindaco della Città Metropolitana e al Sindaco di Campi Bisenzio e a tutti i parlamentari eletti su questo territorio di farsi carico di una richiesta di incontro urgente presso il Mimit”.

© Riproduzione riservata

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