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Bimba scomparsa, la mamma: “Spero che mio fratello abbia detto la verità”

Zio Abel in carcere per tentato omicidio ex Astor a Firenze. Da cui la piccola Kata è scomparsa il 10 giugno. Accusa capo racket. Genitori: "Non abbiamo nascosto niente. Prima o poi si saprà tutto"

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FIRENZE – Bimba scomparsa, la mamma: “Spero che mio fratello abbia detto la verità”.

La madre e il padre della piccola Kata, 5 anni, la bimba scomparsa il 10 giugno da ex Astor a Firenze, dopo l’arresto per tentato omicidio del fratello Abel, detto Dominique.

Zio Abel a cui la sorella aveva affidato la figlia Kata quel sabato 10 giugno. “Mi sono distratto un attimo”, aveva detto zio Abel agli inquirenti.

La madre della piccola Kata al Tg1: “Noi non abbiamo nascosto niente. Spero si sappia la verità su mia figlia. Finora sappiamo che mio fratello ha detto tutto quello che sapeva. Spero che mio fratello abbia detto la verità“.

Il padre della bimba scomparsa: “Mio cognato se sa qualcosa dica la verità. Anche Carlos, anche gli altri. Tanto prima o poi alla fine si saprà tutto. Prima o poi si saprà tutto“.

Zio Abel con Carlos e altri due peruviani in carcere. Secondo le accuse, zio Abel e Carlos “capeggiavano” l’ex Astor. Lo stabile occupato abusivamente da peruviani e rumeni in cui protagonista era il racket degli affitti. Violenze e minacce di morte. 

Mentre sabato mattina 5 agosto zio Abel e gli altri tre peruviani venivano condotti in carcere, i genitori di Kata sono stati perquisiti dai carabinieri. Sequestrate le memorie dei telefonini. Perquisizioni che hanno riguardato anche il nonno e due zii paterni, uno zio materno e la moglie di quest’ultimo.

“Dominique e Carlos ‘capeggiavano’ l’albergo e Carlos aveva sempre detto di essere ‘il duegno dell’Astor’, cioè il proprietario dell’Astor”.

E’ quanto emerge dalle testimonianze riportante nell’ordinanza con cui il gip di Firenze Angelo Antonio Pezzuti ha disposto il carcere, dopo la richiesta dei pm della Dda, per quattro peruviani, tra i quali zio Abel, detto Dominique, lo zio materno della bimba scomparsa.

Arrestati per reati commessi all’interno dell’ex hotel Astor di via Maragliano a Firenze.

Lo stabile occupato da cui il 10 giugno la piccola Kata, Kataleya Alvarez, è scomparsa.

Stabile che sarà sgombrato il 17 giugno. Nei loro confronti le accuse sono di estorsione, tentativi di estorsione e rapina, tra il novembre 2022 e il 28 maggio 2023. E di tentato omicidio tentato e lesioni gravi, commessi lo stesso 28 maggio 2023, ai danni di occupanti della struttura.

Quel 28 maggio 2023 un uomo precipitò nel vuoto per scappare da un’aggressione con mazza da baseball e minacce di morte all’ex Astor.

Violenze e minacce di morte che alcuni degli ex occupanti hanno raccontato agli inquirenti.

Nell’ordinanza: “Carlos lo minacciò dicendo che ‘avrebbe buttato fuori lui e gli altri che non pagavano’. Carlos gli disse: ‘paghi o non paghi?’, lui rispose di no. Allora, Carlos lo aveva colpito con un pugno sulla bocca e subito dopo Dominique gli aveva ‘sfilato’ il portafoglio che aveva in tasca, prelevando il denaro che c’era”.

Gip Pezzuti: “Con riferimento a tutti gli indagati, le modalità e le circostanze del fatto servono a comprendere che le condotte illecite non sono occasionali, ma si collocano in un più ampio sistema di vita”.

“Nel caso in esame la pericolosità di tutti gli indagati ed in particolare dei soggetti chiamati Carlos e Dominique emerge dalle seguenti peculiarità della condotta. In primo luogo, emergono all’evidenza il numero delle condotte delittuose e la varietà delle vittime prese di mira, senza alcuna distinzione con riferimento al sesso e all’età. Va rimarcato, inoltre, il numero delle persone che hanno preso parte alle aggressioni del 28 maggio 2023.

Gli indagati, infatti, si sono mossi in un numero di almeno 15 persone per compiere le loro attività delittuose dimostrando cosi di avere a disposizione un consistente numero di complici. Di riuscire a predisporre un’organizzazione di persone pronte a commettere gravissimi delitti contro la persona ed il patrimonio. E di incutere con la sola loro presenza fondati timori di essere uccisi. Come mostrato dalle telefonate effettuate al pronto soccorso da almeno tre delle persone presenti nello stabile occupato”.

“Non va trascurata l’utilizzazione di mazze o di sbarre per picchiare i malcapitati e per sfondare le porte delle camere. Il tutto mentre pronunciavano minacce di morte, creando letteralmente un clima di terrore nelle vittime delle violenze. Al fine di comprendere la pericolosità degli indagati va rilevato che i medesimi non hanno cessato nelle loro condotte ed anzi li hanno incrementati. Benché prima del 28 maggio e successivamente nel corso della stessa aggressione, più di una vittima abbia invocato l’intervento delle forze dell’ordine. Peraltro, la polizia ed i carabinieri erano già intervenuti in altre occasioni prima del 28 maggio”.

Non va trascurata, secondo il gip di Firenze, “la particolare motivazione delle azioni tutte dirette ad ottenere del denaro o far abbandonare la struttura a dei nuclei familiari, composti anche da bambini in tenera età, in grande difficoltà economica ed abitativa. Altro elemento da sottolineare, quanto meno con riferimento a Carlos e Dominique è la durata e la permanenza nella loro azione per molti mesi. La natura, la specie, i mezzi, l’oggetto, il tempo, il luogo e ogni altra modalità dell’azione posta in essere denotano una particolare intensità del dolo e fanno ritenere pressoché certo il pericolo che tutti gli indagati ed in particolare Carlos e Dominique possano nuovamente commettere dei reati della medesima natura”.

© Riproduzione riservata

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