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Landini a Firenze per la sfida al governo: “La Toscana non si arrende”

Domani (12 dicembre) sciopero generale Cgil contro la legge dibBilancio. Corteo da Santa Maria Novella verso piazza del Carmine

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FIRENZE – Firenze si prepara a una giornata di mobilitazione. Domani (12 dicembre) la città sarà il cuore pulsante dello sciopero generale indetto dalla Cgil. Una protesta di otto ore per chiedere il cambiamento radicale della Legge di Bilancio.

La manifestazione regionale vedrà una presenza d’eccezione. A guidare la protesta ci sarà il segretario generale nazionale, Maurizio Landini. Il programma è definito. Il concentramento è fissato per le 9 in piazza Santa Maria Novella. Da lì partirà il corteo che attraverserà il centro storico. L’arrivo è previsto in piazza del Carmine, dove si terranno i comizi conclusivi. Prima delle conclusioni affidate a Landini, prenderanno la parola delegati e lavoratori dai luoghi di lavoro.

Le ragioni della piazza sono state illustrate da Rossano Rossi, segretario generale di Cgil Toscana. Il giudizio sulla finanziaria è netto: “Sbagliata, ingiusta e pericolosa”. Secondo il sindacato, il governo ignora le vere emergenze. Mancano risposte sui salari erosi dall’inflazione e sulla sicurezza sul lavoro. Grande assente è la sanità pubblica, che “sta cadendo a pezzi”. Rossi punta il dito anche contro la fuga dei giovani, costretti a emigrare per mancanza di stabilità.

L’accusa politica è pesante. Per la Cgil, questa è una finanziaria di guerra. Le risorse disponibili vengono dirottate sul riarmo, alimentando una deriva bellicista invece di sostenere le famiglie. “Quando un governo non ascolta, la mobilitazione è l’unica via”, incalza Rossi. Scioperare non è mai una scelta facile, ma è diventato necessario.

L’appello alla partecipazione è rivolto a tutta la società civile. Firenze vuole mandare un segnale forte. “La Toscana c’è e non ha paura”, conclude Rossi. Domani non sarà solo protesta, ma un giorno di coraggio e speranza. L’obiettivo è ribadire che il lavoro e la pace devono venire prima di tutto. La sfida è lanciata: dimostrare che le cose cambiano solo quando le persone decidono di non restare in silenzio.

© Riproduzione riservata

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