Getting your Trinity Audio player ready...
|
FIRENZE – La Direzione distrettuale antimafia di Firenze, avvalendosi di militari dei comandi provinciali della Guardia di Finanza di Firenze e Napoli e dello Scico, ha dato esecuzione, tra le Regioni Toscana e Campania, ad un’ordinanza del Giudice per le indagini preliminari del tribunale del capoluogo toscano che ha disposto, in accoglimento delle richieste avanzate, sequestri preventivi, anche per equivalente, ai fini della confisca, di beni (immobili, società e disponibilità finanziarie) fino all’ammontare di oltre 23,4 milioni di euro.
Le odierne attività costituiscono la prosecuzione delle indagini coordinate dalla procura che hanno portato lo scorso mese di gennaio all’esecuzione di un’ordinanza emessa dal medesimo Giudice per le indagini preliminari del tribunale del capoluogo toscano che aveva disposto le misure cautelari personali nei confronti di 17 indagati (6 custodie cautelari in carcere, 1 agli arresti domiciliari e 10 interdizioni con divieto di ricoprire uffici direttivi di persone giuridiche e imprese) e sequestri preventivi, anche per equivalente, ai fini della confisca, di beni mobili, immobili e disponibilità finanziarie fino all’ammontare di circa 30 milioni di euro.
Più nel dettaglio, sulla base degli ulteriori elementi di prova acquisiti nel corso delle successive complesse investigazioni anche di natura patrimoniale condotte dai Gico dei Nuclei di Polizia economico-finanziaria di Firenze e Napoli e dallo Scico, è emerso come uno degli indagati sia risultato proprietario, tramite società intestate a prestanome, di un rilevante complesso immobiliare a Volla, in provincia di Napoli, composto da un albergo, impianti sportivi e vari locali commerciali, tra i quali anche un centro estetico.
l beni sono stati acquisiti reinvestendo anche i proventi della frode fiscale ricostruita nel corso del procedimento penale. L’indagato ha, infatti, ripianato i debiti che avevano originato una procedura concorsuale aperta dal tribunale di Nola nel 2019 con apporti di capitale di origine illecita, schermati anche da una società immobiliare di San Marino allo stesso riconducibile.
l reati riconosciuti dal giudice nei confronti dell’indagato sono emissione e utilizzo di fatture per operazioni inesistenti, riciclaggio e associazione per delinquere.
Il complesso sarà ora gestito da un amministratore giudiziario nominato dal tribunale di Firenze.