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FIRENZE – La Corte di Appello di Firenze ha riconosciuto il “superiore diritto alla residenza anagrafica” a una donna e alla figlia di 9 anni che vivevano abusivamente in uno stabile occupato. Il Comune di Firenze deve iscrivere entrambe all’anagrafe come residenti.
La vicenda è iniziata nel 2016. La madre era stata sfrattata per morosità da un appartamento a Campi Bisenzio ed era entrata in un alloggio occupato abusivamente in piazza Beccaria a Firenze, sollecitando il Comune a iscrivere lei e la figlia di allora tre anni nelle liste anagrafiche per vedere garantiti i diritti legati alla residenza. Il Comune aveva negato la residenza. La donna si era allora rivolta al tribunale che a sua volta aveva dato ragione al Comune. La donna ha fatto ricorso in appello.
Antonio Mumolo, presidente dell’Associazione nazionale Avvocato di strada: “La signora aveva chiesto l’iscrizione anagrafica al Comune di Firenze, che è indispensabile per l’accesso al sistema sanitario e per garantire diritti fondamentali. La Corte d’Appello ha riconosciuto le ragioni della nostra assistita. La residenza è un diritto e il Comune non può impedire o rallentare il suo riconoscimento, non può obbligare chi chiede l’iscrizione anagrafica a svolgere un percorso coi servizi sociali per ottenerla. La residenza, come stabilito dal ministero dell’Interno, è un diritto anche per chi occupa abusivamente un immobile”.