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FIRENZE – Dibattito fiume in consiglio regionale, per la seconda seduta della nuova consiliatura, con al centro il programma di mandato del governatore Giani.
Non sono mancate, per l’occasione, le polemiche, in particolare per la mancata assegnazione delle deleghe alla prima seduta consiliare.
La comunicazione da parte della presidente Stefania Saccardi della nomina di Alessandro Tomasi (Fdi) come portavoce dell’opposizione e della costituzione dei gruppi consiliari ha aperto la seduta del consiglio regionale convocato per affrontare il dibattito e il voto sul programma di governo illustrato dal presidente Giani nella seduta dello scorso lunedì (10 novembre). A tutti i consiglieri regionali è stato poi consegnato il documento dell’Ufficio della Pastorale sociale e del lavoro dei vescovi della Toscana dal titolo Proposte di interventi su lavoro, ambiente e welfare per la Regione Toscana.
Prima dell’inizio del dibattito, ha preso la parola Alessandro Tomasi per chiedere un parere rispetto all’articolo 32 dello statuto in cui si legge che “il presidente della giunta nella prima seduta di Consiglio illustra il programma di governo e presenta il vicepresidente e gli altri componenti della giunta”, perché “crediamo che debba illustrare anche le deleghe degli assessori. Ci farebbe piacere conoscere nomi e cognomi degli assessori, ma vorremmo anche sapere di cosa si occuperanno”. “Sarebbe poi, spiacevole – ha chiuso – che le deleghe degli assessori coincidessero con quelle lette sui giornali, vorrebbe dire che prima le sanno i giornali e poi il consiglio regionale”. Anche Marco Stella (FI) ha ribadito la necessità di conoscere le materie di competenza dei vari assessori prima della discussione del programma, “perché non si tratta solo di fare una discussione tecnica sul programma, ma anche politica, e conoscere le deleghe degli assessori aiuta a farla”.
“Ho illustrato il programma di governo, circa 200 pagine” e “presentato i membri della Giunta, mi attengo all’articolo 32 comma terzo dello Statuto – ha replicato il presidente della Regione Eugenio Giani – il presidente nomina il vicepresidente e gli altri componenti di giunta dopo l’approvazione del programma di governo”. “Ascolterò le vostre considerazioni e dopo l’approvazione del programma riunirò la giunta, assegnerò le deleghe e nominerò gli assessori presentati”.
Secondo Jacopo Maria Ferri (FI), la mancata comunicazione delle deleghe degli assessori è “un fatto istituzionalmente grave” e “l’interpretazione data alla norma dal presidente Giani offende lo Statuto di questa Regione e anche un po’ l’aula, perché ridurre la presentazione della giunta nei nomi non avviene in nessuna assemblea democratica di questo paese”.
“Un documento ambizioso, sembra più un libro scolastico che un programma di governo – ha detto in avvio di dibattito Luca Minucci (Fdi) – mi auguro che quello che avete inserito venga realizzato”. “Rappresentando la Maremma – ha aggiunto – mi duole notare che questa terra è presente, ma come se fosse una rifinitura marginale del governo regionale”. “Si parla della tenuta di Alberese come laboratorio di sviluppo, questo termine rappresenta bene questa terra perché ad oggi si è vista solo una concezione sperimentale del mio territorio”, “si è promesso tanto ma realizzato poco”. “Quando si parla di contrastare lo spopolamento ma i giovani se ne vanno, le scuole chiudono e i medici se ne vanno, diventa difficile, così come quando si parla di mobilità dolce che in Maremma si ferma quasi del tutto”. E ancora, “credo che un piano straordinario di ammodernamento ferroviario della Grosseto-Siena sia da mettere al primo posto”. Sul tema della sicurezza idrogeologica, “vengo da Albinia” e “oggi constato che il mio paese non è ancora in sicurezza”. Sulla pesca e l’acquacoltura, ha citato la laguna di Orbetello e ha detto che “si è vista una bella norma, la legge sulla laguna, ma è arrivata fuori tempo massimo”. Minucci ha ribadito la necessità di “programmazione e non di interventi spot”. “Di Toscana diffusa è difficile parlare – ha concluso – finché ci sarà una Toscana dimenticata”.
“Vengo da un territorio che chiede ascolto, rispetto e risposte – ha aggiunto Gabriele Veneri (Fdi) – la Toscana diffusa è rimasto un concetto, un contenitore vuoto”. “Questa legislatura dovrà segnare un cambio di passo”, “occorre affrontare le gradi sfide come il calo demografico, i grandi cambiamenti sul mercato del lavoro e dell’economia”. “Si deve dimostrare di sapere crescere, competere, creare ricchezza e offrire opportunità ai giovani toscani”, ha aggiunto. Poi un pensiero agli anziani, “non scordiamoci di loro. Riguardo alla sanità, soprattutto in aree come la provincia di Arezzo, ha detto che “deve essere rivista e potenziata” e ha ricordato che i toscani “chiedono tempi di attesa ragionevoli, presidi funzionanti e vicini a casa, servizi organizzati ed efficienti”. Sul fronte delle infrastrutture, Veneri ha ricordato il ritardo che la Toscana continua a scontare con “collegamenti stradali incompleti, varianti in attesa, viabilità trascurata o pericolosa, trasporto pubblico insufficiente” e ancora “le imprese hanno bisogno di infrastrutture, i lavoratori di mobilità e i territori hanno bisogno di essere collegati e non servono finanziamenti a pioggia, ma una programmazione che individui priorità e non finanziamenti a pioggia”. “Dobbiamo – ha concluso – dare fiducia a chi crea lavoro e sostenere chi vuole investire, innovare e crescere, soprattutto nell’artigianato e agricoltura”.
“Il propellente finale per arrivare ad attuare molte delle cose sostanziali contenute all’interno del programma è la struttura, la burocrazia”, ha detto Vittorio Fantozzi (Fdi). “Tanto di quello che c’è nel programma si realizza se c’è competitività, non solo nel sistema economico e produttivo toscana, ma se c’è una macchina operativa capace di tradurre le risposte che possono essere quelle del singolo cittadino o di aziende o altri comparti”.Fantozzi si è poi domandato “ci chiediamo come facciamo a dare risposte che fuori da quest’aula sono richieste dalla parte maggioritaria dei toscani che non hanno votato”, “il 52% dei toscani non si è voluto recare alle urne e questo è un elemento che ci impegna tutti, sia nei banchi di maggioranza che delle opposizioni, se la democrazia non si vuole solo teorizzare ma anche praticare”.
“Sono rimasto colpito di non aver trovato nel programma di governo un riferimento – ha aggiunto Jacopo Cellai (Fdi) – sullo stato di attuazione delle casse di espansione di Figline Valdarno e dell’area interessata, della diga di Levane, perché troppe volte sui lavori che riguardano queste casse ci sono stati annunci di lavori ritardati o mai terminati”. Sul piano casa, Cellai ha ribadito: “Si legge si voglia fare un piano regionale con interventi di acquisizioni di alloggi Erp anche da procedure fallimentari, ed una serie di interventi per cui sono contento di non aver letto che i soldi mancano”. Sul tema della sicurezza, ha sottolineato, “occorre mettersi d’accordo su quale imprinting dare alla polizia locale”. “Le devo riconoscere, presidente, sul tema della mobilità, che lei è l’unico che ha voluto la stazione Foster”, ha detto concludendo, “ma importante è discutere il tema dello sviluppo di questa infrastruttura. Si fa riferimento ad un people mover e delle ricadute in positivo per i pendolari, delle quali però non si sa ancora nulla”.
Nel corso del dibattito Mario Puppa (Pd) ha parlato di un “programma di governo approfondito nella dimensione, che si completerà nel dettaglio durante il mandato”; e facendo il confronto con la scorsa legislatura, iniziata in piena emergenza Covid e interessata da altri fenomeni emergenziali come le alluvioni, il consigliere si è soffermato sulla crescita del Pil toscano, per sottolineare che le politiche attuate hanno funzionato “attraverso un sentimento che tende ad eliminare le disuguaglianze territoriali, grazie essenzialmente ad una legge come quella sulla Toscana diffusa, per luoghi e territori che producono Pil ed hanno la stessa dignità delle altre aree territoriali”. Ed è proprio in quella Toscana diffusa, come sottolineato da Puppa, che la sanità incrocia questo modus operandi facendo delle Case di comunità dei punti di riferimento per i cittadini, cui va garantito un sistema pubblico, universale e solidaristico. Il consigliere, dopo aver fatto riferimento ai diversi temi, ha concluso auspicando di collaborare tutti insieme, per una “legislatura concorde e costruttiva”.
Di ben altro tenore l’intervento di Marco Guidi (Fdi), che ha esordito affermando di far parte di quella “Toscana dimenticata” non solo dalla giunta regionale ma anche dallo stesso programma, dove non c’è traccia della Casa di comunità di Massa. E in un territorio dove l’incidenza della mortalità per malattie oncologiche è più alto rispetto alla media regionale, nel programma “ci sono solo 4 righe su bonifiche e inquinamento”. Ancora: un solo accenno, in tema di dissesto idrogeologico, per affermare che “bisogna governare l’acqua, senza spiegare come, mentre da sette anni stiamo attendendo un intervento sul fiume Frigido”. Altro “tema rimasto nella penna, quello dell’erosione costiera”, sul quale il consigliere ha annunciato un apposito ordine del giorno. E dopo aver fatto accenno ad altre tematiche, Guidi ha concluso affermando che il programma di governo è già stato bocciato dai cittadini di Massa, in occasione delle recenti consultazioni regionali.
Ma che direzione sta prendendo la Toscana? Secondo Claudio Gemelli (Fdi) non si risponde ai bisogni della provincia di Firenze, né sul fronte dell’economia né su quello delle infrastrutture o del rischio idrogeologico. “Basta con la narrazione per cui ciò che non si è in grado di fare è colpa del governo – ha sottolineato – e basta con la liturgia burocratica senza risultati concreti”. Solo un esempio: a fronte di tante vertenze prese in carico, il fallimento politico industriale della Gkn è sotto gli occhi di tutti. Ancora: guardando alla Piana ed a Scandicci, “quello che era un luogo strategico di grandi marchi, oggi non risulta più attrattivo”. E spaziando su altri temi, dalle infrastrutture al rischio idrogeologico, il consigliere ha ricordato la situazione della FiPiLi, definendola una “trappola” e non certo una arteria fondamentale, mentre sul fronte dei rischi idrogeologici “in Toscana sono crollati argini e non solo esondati fiumi”. Infine, “le risorse dal governo sui ristori sono arrivate, è la macchina commissariale che non ha funzionato”. Gemelli ha concluso sottolineando la necessità di una Toscana al passo coi tempi, a partire dal recupero di una efficace politica di reindustrializzazione.
Matteo Zoppini (Fdi) si è concentrato in particolare sui giovani: “abbiamo tanto sentito parlare di giovani e la loro presenza non può essere ricondotta solo all’età anagrafica”, parlando della inesperienza e del mancato consenso elettorale della vicepresidente della Giunta, consapevoli che la competenza deve essere al primo posto. E continuando con GiovaniSì, esperienza nata nel 2011, il consigliere ha affermato che con una spesa di 2 miliardi di euro non si sono create professionalità stabili. Questo per dire che i giovani hanno bisogno di risposte strutturali e non certo del reddito di cittadinanza. E in una Regione che si autoproclama attenta al diritto allo studio, non possiamo che registrare l’aumento del costo delle mense universitarie, accanto ad affitti alle stelle. E chiedendo di “trasformare la retorica in azioni concrete”, Zoppini, rivolgendosi al presidente e alla nominanda assessore Cristina Manetti, si è chiesto come nella Toscana delle donne, ci possa essere spazio per un consigliere del Comune di Vaglia che rappresenta la presidente del Consiglio a testa in giù.
Marcella Amadio (FdI), rivolgendosi direttamente ad Eugenio Giani, è stata categorica: “Se lei non fosse stato sullo scranno della Presidenza per 5 anni, il libro dei suoi buoni propositi avrebbe potuto essere scontato dalla speranza, ma così non è”. E come “sindaco tra i sindaci, si dimostra un po’ strabico, guardando soprattutto a Firenze e non alla Toscana costiera, dove il nosocomio livornese non vedrà la luce”; e continuando sul fronte della sanità, la consigliera si è soffermata sulle liste di attesa, chiedendosi cosa possa monitorare il nominato dirigente a ciò preposto: “non potete considerare la sanità come un continuo spot elettorale”, ha affermato. “Come sindaco tra i sindaci dovrebbe guardare anche ai bisogni delle isole”, ha affermato, spaziando dall’emergenza ungulati, su cui sono stati promessi corsi di formazione, all’emergenza idrica e idro-geologica, con una situazione all’Elba “dove quando piove rischiano tutti di affogare”. “Spero di potermi ricredere – ha concluso Amadio – ma credo che nei prossimi cinque anni concluderà ben poco”.
Nel proseguo del dibattito della seduta di ieri pomeriggio, il consigliere del gruppo Alleanza verdi e sinistra Massimiliano Ghimenti ha rivendicato il “nostro ruolo di sindaci come valore aggiunto che possiamo mettere a disposizione di questo Consiglio”. Ha richiamato all’attenzione le “scelte del governo nazionale, che ho subito da sindaco, e che influenzano fortemente il governo della Regione. C’è necessità di misure che aiutino i territori. Parliamo di numeri – ha detto Ghimenti –: 280milioni il taglio alle Regioni per il 2025; 840milioni per il triennio 2026-28, un miliardo e 310milioni per il 2029. Sento parlare di investimenti nelle infrastrutture, ma è stato tagliato il fondo per le progettazioni. Le Province sono state massacrate dai tagli. Dobbiamo parlare di questo”. Ha ricordato che “sulla sicurezza il governo nazionale ha competenza assoluta” e che la Toscana “si è data delle leggi molto importanti, che sono state impugnate dal Governo centrale”. Secondo Ghimenti, il principale “dovere di ciascuno di noi sarà rispondere agli elettori e questo è il modo migliore per farli tornare a votare”. Tra le priorità, “il contrasto al dissesto idrogeologico, è errato spendere in armi e per il ponte; sanità: la risposta dovrà essere nella territorialità, nel ruolo delle Case di comunità”.
Secondo Enrico Tucci (Fratelli d’Italia), “il programma presentato ha una veste molto accattivante, ma si potrebbe dire ‘sotto il vestito niente’. Tutela della salute e politiche sociali occupano circa un decimo delle duecento pagine di programma, quando invece impiegano circa 8miliardi del bilancio regionale. Il mio gruppo di lavoro l’ha etichettato come un documento programmatico ben strutturato, ricco di buoni propositi, col grave rischio di rimanere mero esercizio teorico. Tante cose vengono annunciate – ha sostenuto Tucci –, ma per lo più rischiano di rimanere sulla carta. In sanità, gli investimenti molto ingenti sulle mura rischiano di rivelarsi controproducenti”. Intanto, “la piattaforma di telemedicina doveva partire il 15 luglio, ma non ne troviamo traccia”. E per le liste di attesa, “si propone di affrontarle con una metodologia tanto fantasiosa quanto destinata all’insuccesso. Non si parla del problema dei problemi: come si pensa di continuare a finanziare la spesa sanitaria, evidentemente uscita da ogni controllo. È necessario riqualificare la spesa sanitaria, se non si vogliono aumentare le tasse e mettere a rischio l’intero sistema regionale”. Sui trasporti, “si dovrà venire incontro alle esigenze della Toscana del sud, Siena e Grosseto”.
Massimiliano Simoni (Lega) ha iniziato complimentandosi con il presidente Giani, “per il programma ben scritto, accattivante, che scorre bene. Sono duecento pagine che pongono una serie di domande interessanti. Partiamo dal campo largo: tanti auguri, dico ad esempio che l’assessore uscente Baccelli avrebbe meritato un secondo mandato. Toscana regione di pace: attenzione a non cadere nella mera demagogia. Sull’economia – ha proseguito Simoni –, vedo eccessiva fiducia: per i prossimi cinque anni abbiamo bisogno di 250mila posti di lavoro nuovi. Manchiamo sul terziario, le famiglie non ce la fanno più, non acquistano più. Basta guardare il comparto sanitario, con 200milioni di buco per anno, ad ogni esercizio. Che risposte si danno? Diritto alla felicità, reddito di cittadinanza. Parliamo di infrastrutture e trasporto pubblico: un disastro, Autolinee toscane: una tragedia. Vedo che sono state accantonate le sfide riformiste, invito ad avere approccio non ideologico. Personalmente, sono antifascista? No. Sono anticomunista? No. Non mi sento anti-niente. Mi sento di essere a favore di chi vuole il bene della Toscana, come di chi vuole il bene del nostro paese”.
Il nuovo capogruppo del Movimento 5 stelle, Luca Rossi Romanelli si è rivolto inizialmente al presidente della Toscana: “Le diamo atto di aver tenuto in amplissima considerazione l’accordo sottoscritto nel mese di agosto con il Movimento 5 stelle, senza il quale il Movimento non farebbe parte di questa maggioranza. Dopo dieci anni di opposizione seria e costruttiva, abbiamo l’occasione di andare oltre, grazie al coraggio suo di mettere in discussione scelte fatte in passato, possiamo accettare la sfida del confronto. Sarà nostra comune responsabilità dimostrare che scelta giusta e vincente. Il nostro ruolo – ha assicurato Rossi Romanelli – non sarà di opposizione interna, ma ci confronteremo lealmente per mantenere gli impegni presi. Bene aprire il programma con la pace, bene il riconoscimento dello Stato di Palestina, poi sarà giusto scoraggiare ulteriori occupazioni del nostro territorio di carattere militare. Trasparenza amministrativa e legalità: devono seguire azioni concrete che portino i cittadini a riconoscersi nelle istituzioni. Giusta la centralità di beni comuni come l’acqua e il patrimonio paesaggistico e culturale. Il consigliere rivendica il percorso per una “piena ed effettiva pubblicizzazione dell’acqua” e per la protezione del territorio ritiene importante “porsi obiettivi ad ampio spettro, valorizzando la legge Marson”. Sempre sull’ambiente: “La decarbonizzazione dovrà avere caratteri di assoluta priorità. Dovremo farci carico di grandi criticità, attraverso la partecipazione, la pianificazione e con coraggio. Sui rifiuti sarà necessaria rapida analisi sugli obiettivi prefissati”, con l’obiettivo “zero waste”. Secondo Rossi Romanelli, “per il sistema produttivo servono anche soluzioni innovative, come il modello ecosociale proposto dal collettivo della ex Gkn, che merita maggiore attenzione e supporto. Si deve difendere e rafforzare legge sul salario minimo, impugnata dal Governo”. Sulla nuova pista aeroportuale a Peretola: “Non è elemento di coesione in questa maggioranza, la nostra posizione è nota, è però molto importante per noi esortare tutta la maggioranza a far sì che un singolo tema non ci distolga da un programma ambizioso e sfidante, che può essere portato avanti nell’interesse di tutti i cittadini”, ha concluso Rossi Romanelli.
Per Alessandro Capecchi (Fratelli d’Italia), “dopo aver ridotto la forza dell’assemblea regionale, trasformando quest’aula nel governo della volontà e della maggioranza, e indebolito la programmazione, la politica emergenziale del presidente Giani ha colpito ancora: ha rotto il protocollo di quest’area con la proposta della presidenza alla Saccardi, ha cannoneggiato i residui di credibilità politica regionale, inventando una giunta quantomeno singolare. Quelli che hanno saputo governare – ha sostenuto Capecchi –, almeno a giudizio dei loro cittadini, come la presidente Saccardi, Biffoni, Barnini, Spinelli sono relegati a ruoli istituzionali o addirittura al ruolo di soldato semplice. Quelli che non hanno saputo governare sono stati addirittura promossi e quelli che non hanno mai governato direttamente sono messi a gestire la Regione. Ovvio che i cittadini considerino sostanzialmente inutile votare. Disinvoltura e superficialità degne delle monarchie di un tempo”, che a giudizio di Capecchi sono “frutto anche delle debolezze del centrodestra, con la scelta sciagurata di mettere in campo il nostro competitor in ritardo rispetto alle esigenze della campagna elettorale. Il divario del consenso è tornato a crescere, ma la scommessa del presidente, per il quale provo umana simpatia è se continuare campagna elettorale permanente o governare la Regione Toscana. La riforma del Titolo V rende ingovernabile il nostro Paese, abbiamo di fronte tante emergenze, tra queste il diritto alla mobilità. Sarà necessario dimostrare di avere idee e di saperle mettere in pratica, fare le cose fondamentali, anziché gli orpelli”.
Il capogruppo di Forza Italia, Marco Stella, ha invitato il presidente Giani a tenere “per sé infrastrutture, l’ambiente e la Multiutility, affidi a Nardini l’istruzione, Marras sarà superassessore”. Quanto all’unità della nuova maggioranza, “immagino una discussione tra Biffoni e Galletti sulla Multiutility o, tra Vannucci e Falchi sull’aeroporto. E una vicepresidenza vuota, senza contenuto e senza deleghe vorrebbe dire che sarebbe stato meglio non nominare questa giovane e brava vicepresidente”. Intanto, ha proseguito Stella, “l’Italia cresce allo 0,6 per cento e la Toscana allo 0,3, in dodici mesi sono sparite 4mila sedi d’impresa, ogni giorno chiudono dieci attività commerciali; liste di attesa: anche duecento giorni per una visita; lacune del sistema: tre cittadini su dieci fuori dal servizio pubblico e in sanità sono stati persi 251milioni di euro in un anno. C’è una Toscana che soffre e arretra: se ci metterà alla prova di fronte alla soluzione dei problemi, noi come Forza Italia ci saremo, se continueremo enunciazioni di principio saremo durissimi”.
L’intervento della capogruppo di Fratelli d’Italia Chiara La Porta ha preso l’avvio dall’agricoltura, che “perde posizioni ed è quasi alla fine del programma”, per proseguire con “l’aeroporto che compare e scompare”. Nel programma, ha sostenuto La Porta, “manca il futuro, forse perché non è immaginabile pensare a una Toscana futura insieme per le forze di questa maggioranza. Si preferisce parlare di valori ideali”. E ha annunciato: “abbiamo presentato un ordine del giorno sullo sviluppo economico, perché il presidente si è dimenticato dei liberi professionisti, punto focale della nostra economia: la Toscana perde negli ultimi anni più di dieci punti dal 21 al 9 per cento del Pil”. Sempre nell’ambito economico, “sentivo parlare il Movimento 5 stelle di obiettivo ‘waste zero’ per i rifiuti, come soluzione per cittadini e imprese, la trovo una proposta un po’ riduttiva. La difesa del suolo – ha detto ancora la capogruppo – era tra i punti del programma 2020, chiedo al presidente: dov’era in questi ultimi cinque anni quando tanti Comuni non hanno ancora completato la presentazione dei Piani di protezione civile e in questi mesi mentre cercavano di avere ristori immediati per i danni subiti dall’alluvione? Siamo a un quinto degli stanziamenti del governo Meloni arrivati nel luglio 2024”. Ha annunciato di aver presentato una richiesta di accesso agli atti “per le spese compiute per i progetti ‘la Toscana delle donne’, ‘Giovani sì’ e ‘Next generation’, col dubbio che siano servite principalmente a giustificazione delle figure che entreranno nella sua giunta. Approfondiremo e andremo fino in fondo”. E ha concluso con un accostamento: “Guardando la foto della nuova giunta regionale, ho avuto l’immagine dell’amministrazione Bugetti, sindaco di Prato eletto nel 2024, costretta a nominare assessori a cui non ha potuto dare deleghe pesanti e se le è dovute tenere per sé. Più che per lei, mi auguro per i toscani che non ci sia lo stesso epilogo. Anche perché, mentre la Toscana era locomotiva d’Italia, oggi sembra senza futuro e ferma al palo”.
Il portavoce dell’opposizione Alessandro Tomasi (FdI) ha aperto il suo intervento sul documento programmatico del presidente Eugenio Giani ricordando che è giusto che ognuno nel ruolo che ricopre si assuma le sue responsabilità “non dando la colpa sempre al governo nazionale”. Sul patto di legalità e trasparenza firmato con il Movimento 5 Stelle ha sottolineato che “non firmeremo nessun patto di questo tipo, perché legalità e trasparenza non ce le deve insegnare nessuno”. “Su questo argomento – ha aggiunto – penso che abbiate qualcosa da recuperare rispetto ai cittadini alla luce di scandali come quello del Leu, che ha investito il settore dei rifiuti, o quello che è successo a Prato e ha portato alle dimissioni del sindaco Bugetti e sottovalutazioni di fenomeni che esistono come la mafia cinese. Se la chiarezza e la trasparenza sono il vostro obiettivo serve una posizione chiara sull’aeroporto di Peretola. Con la maggioranza che ad oggi è spaccata e anche sul reddito di cittadinanza avete versioni differenti all’interno della maggioranza”. Tanti i temi caldi da affrontare durante la legislatura, per Tomasi, dal gap da colmare nella Toscana diffusa, alla riduzione dell’Irpef regionale “che con il suo aumento pesa come un macigno sui cittadini della regione, al buco incolmabile della sanità”. Crisi industriali ed emergenza occupazionale saranno le altre sfide “con 90 casi di emergenza e 12 tavoli di sorveglianza aperti”. Nel programma c’è poi la promessa di riqualificare almeno 10 aree industriali. “Le associazioni di categoria non devono subire le decisioni, ma chiedono di partecipare ai processi”. Altre sfide importanti aspettano la Giunta per il portavoce dell’opposizione “dalla denatalità alla fuga dei giovani. L’abbandono delle terre coltivate è impressionante e ci sono tanti problemi di dissesto idrogeologico. Per questo servono dei piani di protezione civile dotando i comuni di mezzi. Fondamentali da affrontare sono anche l’emergenza abitativa e il tema della gestione dei rifiuti”. “Noi per affrontare queste sfide ci siamo – ha concluso Tomasi rivolgendosi a Giani – ma le voglio ricordare che governa lei, ha vinto lei, ma quello a cui abbiamo assistito fino ad oggi è esattamente il contrario. Sembra che abbiano vinto altri che le stanno facendo la giunta e stanno cercando di condizionarla”.
Il presidente del gruppo di Casa Riformista Francesco Casini ha esordito dicendo di apprezzare il lavoro già fatto e quello che saprà fare il presidente Giani. “Sono sicuro – ha aggiunto – che darà tutto per le toscane e i toscani e noi saremo al suo fianco in particolare per sostenere il suo progetto di una Toscana come regione di qualità, che cresce senza lasciare indietro nessuno, che valorizza giovani e talenti, che è vicina alle imprese e che vede nella reindustrializzazione una sfida fondamentale. Servono servizi omogenei e di qualità per tutti, la Toscana sa accogliere e tendere la mano a chi è in difficoltà e non si volta dall’altra parte. C’è una richiesta di sicurezza che arriva dal territorio, ma non accettiamo lezioni dal centrodestra che ha fatto poco in questo campo. Noi saremo accanto ad amministrazioni locali e sindaci. Saremo esigenti e riformisti in questa legislatura importante, in cui affronteremo sfide complesse”. “Le affronteremo – ha proseguito – con pragmatismo e concretezza. Vanno ripensati i modelli di sviluppo economico e unità sociale e nel programma presentato dal presidente Giani vediamo con chiarezza le direttrici. Bisogna accelerare con le opere già avviate grazie ai fondi del Pnnr. Il tema delle infrastrutture, moderne e sicure, per noi è centrale per competere a livello europeo, migliorando e continuando a fare crescere gli aeroporti di Pisa e Peretola, ma anche i tanti porti regionali e strade come la Firenze-Pisa-Livorno o l’Autopalio. È urgente il potenziamento del sistema ferroviario con tempi certi per investimenti che attendiamo da troppo tempo. La Toscana deve diventare la culla di un polo per le nuove tecnologie. Fondamentali sono anche l’ambiente, l’agricoltura e la difesa del suolo, con investimenti nella prevenzione e nella manutenzione. Anche scuola e formazione sono temi forti, come la sfida di una sanità pubblica, universale e vicina ai cittadini”. “Sul tema delle famiglie – ha concluso il consigliere Casini – tanto è stato già fatto dai nidi ai libri gratis, ma è necessario andare oltre. Il suo è un programma che ha come obiettivo una Toscana protagonista anche in Europa e noi saremo una forza leale al suo fianco”.
Il capogruppo di Alleanza Verdi e Sinistra Lorenzo Falchi ha sottolineato la novità di questa tornata elettorale regionale “con una coalizione vera, ampia e plurale che ha ben chiaro il valore della diversità nell’unità. Sarà una legislatura con tanti nodi da affrontare e opportunità da cogliere. Noi ci riconosciamo nel programma e nei tanti punti di caduta su cui abbiamo trovato un accordo. Ma prima di tutto c’è un aspetto da sottolineare di queste elezioni regionali: Ppiù della metà dei cittadini non hanno votato, sintomo di una distanza sempre più grande con la politica di fasce importati della popolazione, che non la ritengono utile. Si rischia una crisi del sistema democratico e noi dobbiamo guardare al passato per prendere i migliori esempi. Penso a Gianfranco Bartolini presidente della Regione negli anni Ottanta che ha avuto la capacità di tenere insieme grandi ideali, da abbinare alla capacità di un riformismo vero”. “Se guardiamo ai dati dell’ultimo rapporto Irpet – ha proseguito il presidente Falchi – abbiamo davanti sfide importanti con la prospettiva di un vero e proprio inverno demografico. La vita si allunga e serviranno politiche sanitarie adeguate. Il tasso di natalità è sempre più basso influenzato dall’insicurezza sociale. I giovani toscani hanno paura di fare figli. Serve poi una riflessione sul modello economico. Serve una produzione di qualità, la nostra manifattura è fondamentale. Diciamo no allo sfruttamento del lavoro, e siamo consapevoli che una reindustrializzazione dal basso è molto importante, come il ruolo dei consorzi industriali. Tra le sfide da vincere ci sono quelle della sostenibilità, della transizione energetica e ambientale”. “Noi – ha aggiunto – diciamo con forza che il rigassificatore deve andare via dal porto di Piombino. Basta energia fossile, è necessario lo sfruttamento di altre fonti di energia. Va fatta una riflessione su piano venatorio e faunistico, e per noi è necessario rivederlo essendo molto più severi. Sull’aeroporto di Peretola noi siamo stati trasparenti e chiari da sempre. Siamo in disaccordo totale e completo sul progetto di potenziamento, ma questo non cancella le altre 200 pagine di governo da realizzare insieme”. “Per noi – ha concluso il presidente Falchi – il diritto alla felicità è importante, ci deve unire e su questo non accettiamo ironie”.
La consigliera regionale del Partito democratico Brenda Barnini ha detto di avere ascoltato con curiosità gli interventi della minoranza, “che hanno insistito su come terremo insieme questa maggioranza”. “Le scelte degli elettori – ha sottolineato – vanno rispettate anche quando non ci premiano come successo a livello nazionale. In Toscana i cittadini e le cittadine hanno dato fiducia al presidente Giani confermandogli in modo netto la fiducia. La parola futuro nel programma della giunta è in prima pagina dove si scrive che la Toscana sarà laboratorio di futuro. Una definizione particolarmente calzante in un tempo che viviamo fatto di grandi incertezze. Se vogliamo essere portatori e portatrici di futuro dobbiamo avere l’umiltà di riconoscere e dire che al momento insieme faremo di tutto per costruire un laboratorio di futuro, all’interno del quale misurarsi anche con le nostre differenze, senza la pretesa ciascuno di noi di essere portatori di verità assolute. Le scelte contenute nel programma sono molto chiare di una visione politica. Una visione che parte da valori tradizionali attualizzati verso le sfide del presente e del futuro. Libertà e giustizia sociale sono i primi valori e sono scritti nello statuto della Toscana, valori da declinare in scelte di governo che sono contenute in queste 200 pagine di programma. Nessuno come il presidente Giani ha le caratteristiche per tenere insieme un governo plurale di una maggioranza plurale, non come elemento di mediazione al ribasso, ma come sintesi politica che prova che la democrazia può ancora essere l’esercizio giusto che tiene assieme punti di vista diversi. Una delle preoccupazioni della minoranza è che all’interno della maggioranza ci sia troppa ideologia. Ma chi siede su questi banchi, spesso con l’esperienza da amministratore locale sa che questo mestiere non si fa parandosi dietro all’ideologia, ma questo non vuol dire non avere ideali”. “Riferendosi alla ricerca Irpet sulla denatalità – la consigliera Barnini – ha spiegato che la demografia dovrebbe essere la scienza più importante nelle scelte di governo che si fanno. Tutto quello che sta in questo programma di governo e le scelte fatte nei 5 anni precedenti è tutto ciò che una regione può fare per provare a combattere il fenomeno della denatalità. L’unica proposta delle minoranze è quella di andare in giro per la Toscana a convincere prima di tutto le donne che la natalità è una buona cosa. Io mi aspetto che, quando proseguiremo su scelte come i nidi e i libri gratis, da parte vostra ci sia grande sostegno. Inserendo poi nuove politiche a favore delle famiglie. Il vero grande ostacolo nel fare figli è di carattere economico, e va affrontato con tutti i temi a disposizione. Altro tema da affrontare è su come si governano le politiche per l’immigrazione, modificando le leggi con cui si regolano i flussi”. “La nostra – ha concluso Brenda Barnini – è una visione diversa da quella del governo nazionale. Visioni plurali all’interno della nostra maggioranza sono una ricchezza in democrazia, e del resto noto differenze anche nella minoranza. Noi governeremo con disciplina e onore rispondendo come sempre ai nostri cittadini e alle nostre cittadine”.
“Voglio rassicurare tutti che sto bene nel mio ruolo”, ha detto Matteo Biffoni (Pd), rivolgendosi ai tanti consiglieri dell’opposizione che avevano sottolineato il suo ruolo di “soldato semplice” nonostante le tantissime preferenze ottenute alle urne. Riguardo al programma di governo, guardando alla sanità, ha sottolineato che secondo i dati del ministero “la Toscana è seconda per capacità di performance, subito dietro al Veneto”. E ha aggiunto: “Lo dico, perché mi rendo conto che ci sono difficoltà, come le liste di attesa o la diffusa presenza di strutture sanitarie sul territorio, ma dentro il programma di governo c’è la presa in carico di queste difficoltà e ci sono le opzioni di lavoro per come superarle nei prossimi cinque anni. Certo, servono assunzione di responsabilità e coraggio nelle scelte”. E a questo proposito ha ricordato la vicenda del nuovo ospedale di Prato, che “ha fatto molto discutere per il numero dei posti letto insufficienti, ebbene alla fine, facendo scelte coraggiose, abbiamo deciso di fare una nuova palazzina, perché era necessario dare risposte ai cittadini. Altrettanto dovremo fare sui temi aperti che abbiamo davanti”. Riguardo a quelli economici, Biffoni ha detto che “senza manifattura la Toscana muore. Si è fatto molto con i bandi rivolti alle imprese, ma serve fare molto di più e meglio”. Anche sull’economia circolare, così come sui temi della casa e del social housing, “dovremo avere coraggio e fare scelte responsabili, perché i cittadini attendono risposte”. Riguardo a nidi e libri gratis ha sottolineato “magari questo è insufficiente ad aiutare le famiglie e a innescare processi contro la denatalità, ma sono un segnale importante”. Infine, la questione aeroporto di Peretola: “Eviterei, dall’opposizione, di politicizzare la questione. Non tutto si esaurisce dicendo che il no del Pd di Prato è contro il Pd di Firenze: a Prato è la città ad essere contraria, tanto che anche la vecchia giunta di centrodestra, incontrando i cittadini in piazza, espresse un parere negativo”. Certo, discuteremo al nostro interno e sono sicuro che troveremo un punto di incontro”,
Nel programma di governo, ha sottolineato Andrea Vannucci (Pd), “in primo piano emergono valori come solidarietà, uguaglianza, libertà, giustizia, difesa dei diritti e tanti altri e tutti questi sono anche i nostri valori”. E questi valori, ha aggiunto “abbracciano ogni punto programmatico che ci ha illustrato il presidente Giani”. I nidi e i libri gratis, così come il diritto alla connessione per tutti, “sono un esempio chiaro di uguaglianza e libertà”, così come “dare sostegno al lavoro, all’impresa e al manifatturiero incarnano il valore della dignità”. E il valore dei diritti è incarnato nelle proposte programmatiche per la cultura, lo sport, la casa, la sicurezza “perché, senza fare strumentalizzazioni, vogliono dare risposte soddisfacenti ai cittadini”. E di solidarietà “parlano le proposte sull’ambiente”. “Tutto il programma – ha sottolineato Vannucci – guarda al futuro, anche il programma sulla sanità, dove contiamo molte eccellenze. Certo, guardare al futuro, in uno scenario nazionale e internazionale in continuo mutamento, è difficile, ma se lavoriamo per interpretare gli impegni e realizzarli nella realtà, noi ci siamo e non ci tiriamo indietro”.
“Cercherò di essere molto presente in aula e raccolgo la sfida che arriva dai banchi dell’opposizione”, ha detto il presidente della giunta, Eugenio Giani, nella sua replica al termine del dibattito consiliare, “e ho apprezzato che si siano espresse in modo rispettoso idee e posizioni”. Annunciando i primi provvedimenti di Giunta, ha anticipato che il primo atto sarà una delibera “che riconosca come stato libero e sovrano la Palestina”, specificando che “io sono per la strategia dei due stati”; in seconda battuta proporrà una modifica statutaria “per riconoscere il diritto alla felicità di ogni cittadino e il diritto alla connettività”. Nel corso dell’intervento, poi ha fatto notare che “su 16 dei 22 punti programmatici “non ho registrato rilievi da parte dell’opposizione”. Giani ha sottolineato “le case di comunità le faremo” e “quando ci sono in gioco gli interessi dei cittadini, sono aperto a suggerimenti, anche se non vengono dalla maggioranza”. E proprio riguardo alla maggioranza, ha affermato “i molti interventi dei consiglieri che si riconoscono nella coalizione di governo danno il senso di una forte compattezza, anche con l’intento di approfondire temi su cui ci sono sensibilità diverse”. Dopo aver risposto a Marco Stella (FI) dicendo “raccoglierò i suoi stimoli per l’attribuzione delle deleghe agli assessori”, ha definito l’intervento di Massimiliano Simoni (Lega) come fatto con “onestà intellettuale”. Sull’economia, ha ammesso che in Toscana “ci sono situazioni di crisi, ma” ha aggiunto, “ci sono anche segnali incoraggianti di tenuta e sviluppo, esprimendo grandi potenzialità di crescita per il futuro”. Giani ha sottolineato che la Toscana non arretrerà su leggi fondamentali come quelle per il diritto al fine vita, il turismo e i balneari: “confrontandoci troveremo il modo di andare avanti in positivo”. Riguardo all’accesso agli atti annunciato dalla capogruppo di FdI Chiara La Porta, ha detto che “si rischia di fare un pessimo servizio alla politica, ingenerando nei cittadini un senso preventivo di sfiducia di cui non abbiamo bisogno”. Infine, ha detto che il programma avrà “una forte presenza sui territori, per dare risposte ai bisogni dei cittadini e per il bene della Toscana”.



