Getting your Trinity Audio player ready...
|
LIVORNO – “Oggi è un giorno triste. Un giorno che non avremmo mai voluto. La scomparsa di Angelo Chessa ci fa male, ci distrugge. 31 anni di battaglie e Angelo sempre in prima linea e apripista, una forza che ha tramesso a tutti coloro che hanno combattuto con lui e a tutti coloro che si sono avvicinati alla storia del Moby Prince“. Così il fratello Luchino annuncia la morte di Angelo Chessa, 56 anni, una vita spesa per la verità sulla strage del Moby Prince in cui il 10 aprile 1991 nel porto di Livorno morirono 140 persone. La più grande tragedia della marineria civile.
Tra le vittime Ugo Chessa, comandante del Moby Prince e padre di Luchino e Angelo e la loro madre Maria Giulia Ghizzano.
Primario di ortopedia, Angelo Chessa è morto a Milano dopo una lunga malattia.
Il cordoglio del Comune di Livorno con il sindaco Luca Salvetti. “Insieme alle associazioni Angelo Chessa ha dato un contributo fondamentale per riaprire le inchieste e attivare le commissioni parlamentari che devono fare luce sulla tragedia e sulle tante lacune emerse nella ricostruzione dell’incidente e sugli interrogativi aperti. La scomparsa di Angelo Chessa sarà un ulteriore stimolo per l’amministrazione per non dimenticare, né ora né mai e per stare al fianco dei familiari delle vittime del Moby nell’inseguire giustizia e verità”.
Scrive Luchino Chessa: “Angelo ha vissuto più della metà della vita a combattere per la verità sulla strage del Moby Prince, seguendo la rotta della verità e superando gli ostacoli infiniti messi da chi la verità non ha mai voluta che emergesse. Con una Commissione Parlamentare di inchiesta a pochi mesi dal suo termine con importanti risultanze che verranno pubblicate a fine legislatura e due Procure della Repubblica, Livorno e Firenze, che stanno lavorando su aspetti inquietanti, Angelo si è dovuto fermare definitamente.
Avremo Angelo sempre nel cuore e lo ringraziamo all’infinito per tutto quello che ha fatto. Grazie al suo spirito combattivo la strage del Moby Prince non è mai entrata nell’oblio e noi continueremo a combattere fino a che non verrà fatta giustizia”.