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Protesta studenti a Livorno, presidente Provincia: “Situazione ha rischiato degenerare”

Presidente Sandra Scarpellini: "Porta forzata, insulti e vernice contro forze polizia. Non ci siamo mai negati al confronto. Mai più però a queste condizioni. Non sento levarsi una voce a difesa riforma Province che restituisca reale agibilità lavoro. Ringrazio chi ha garantito che ogni ragazzo sia tornato a casa indenne"

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LIVORNO – Protesta studenti a Livorno: tensioni in Provincia. Presidente: “Situazione rischiato degenerare”

Sandra Scarpellini, presidente della Provincia di Livorno, dopo la protesta degli studenti finita con forti tensioni davanti a Palazzo Granducale, come sottolinea via social la stessa presidente, sindaca di Castagneto Carducci, uscita per parlare con i manifestanti.

 

 Protesta studenti a Livorno, presidente Provincia: "Situazione ha rischiato degenerare"
Foto Ufficio stampa Provincia di Livorno
Presidente Scarpellini via social: “La porta forzata, insulti e vernice contro le forze di polizia. Un’aggressione al palazzo della Provincia, in un crescendo di tensione e palpabile voglia di scontro. Tutto questo in un corteo, non so se autorizzato, annunciato nei giorni scorsi e al quale la consulta scolastica (organo di rappresentanza regolarmente eletto) non ha aderito; manifestazione che ha preso la piega della prepotenza da subito.
Sacrosanto il diritto alla protesta. Nessuna giustificazione a quelle modalità squadriste e violente che svuotano di ogni valore l’urlare slogan contro il fascismo. Mi chiedo se i rappresentanti di associazioni e sindacati che hanno aderito all’iniziativa dei collettivi studenteschi e visto crescere per giorni, se non accompagnato, il clima, assistendo senza battere ciglio alle azioni scomposte e incoscienti, abbiano percezione del pericolo a cui si sono sottoposti quei ragazzi per ciò che poteva succedere, mentre a pedate sfondavano una porta e si accalcavano per entrare in massa in un palazzo, rifiutando di far salire a ragionare serenamente una rappresentanza”.

 

La presidente della Provincia si è soffermata a lungo in un dialogo serrato con gli studenti.

Una protesta che ha avuto dunque momenti di tensione, come racconta la Provincia con un comunicato stampa, quando un gruppo di partecipanti, rifiutando l’invito a far salire una delegazione, ha cercato di forzare l’ingresso laterale del palazzo provinciale. La presidente, proprio per evitare possibili situazioni di pericolo per i ragazzi, è uscita a parlare con loro, accompagnata dalla vice presidente Eleonora Agostinelli, dal consigliere Pietro Caruso e dalla responsabile del servizio Reti scolastiche Anna Roselli.

Sandra Scarpellini:Avevo detto ai ragazzi che avrei ricevuto una delegazione di studenti, proprio per facilitare l’ascolto e il confronto con loro, come sempre ho fatto, con assoluta disponibilità e trasparenza. C’è stata, invece, una forte chiusura, da parte di alcuni dei promotori,  alla proposta di far salire un gruppo di rappresentanti e la situazione ha rischiato di degenerare. In questi anni ci sono state molte manifestazioni studentesche, alcune promosse anche dalla consulta degli studenti, e non ci siamo mai sottratti al confronto, anche difficile e acceso, con i ragazzi. La manifestazione, di cui nessun mette in discussione la legittimità, è sembrata  percorsa più dalla volontà dei promotori di agitare le acque di una protesta confusa, che dalla ricerca di un dialogo  costruttivo. Dialogo che, invece, si è sviluppato con un gruppo di studenti e studentesse che si è fermato fino alla fine per  discutere con noi  sulle problematiche riguardanti le varie scuole,  con i quali abbiamo concordato di attivare anche una continuità di confronto da sviluppare nelle prossime settimane”.

“I problemi posti dagli studenti hanno aspetti di carattere generale, che sono ovviamente condivisibili e come Provincia lavoriamo ogni giorno per risolvere quello su cui abbiamo una competenza diretta, mentre ci sono questioni su cui non possiamo esercitare un reale potere di intervento. Non si tratta solo di mancanza di risorse, che è comunque uno dei nodi principali, ma della difficoltà di dover gestire problemi, come per esempio quello dell’assistenza educativa per gli studenti disabili, su quali non abbiamo voce in capitolo se non quella di fare da agenti contabili nel passaggio dei finanziamenti dallo Stato alle scuole. Nel confronto serrato che abbiamo avuto con gli studenti, la Provincia non ha negato i ritardi e le problematiche sulla manutenzione scolastica, ma abbiamo sottolineato con chiarezza che lavorare con una carenza cronica di risorse e di personale non facilita una programmazione ottimale degli interventi. Ciò nonostante, continuo a non sentire levarsi una voce a difesa della riforma delle Province, né dalle  parti sociali, né dalla parte politica, per un riassetto istituzionale che restituisca a questi enti una reale agibilità di lavoro. Il disagio e la frustrazione che i ragazzi e le ragazze ci hanno manifestato oggi, sono anche i nostri e per questo perseguiremo ogni strada per sostenere il diritto degli studenti ad avere scuole sicure, inclusive e accoglienti”.

Poi via social: “Resta solo l’amarezza di una giornata brutta, della consapevolezza che non abbiamo strumenti per dare risposte concrete e veloci ai problemi dell’edilizia scolastica; del vedere violenza gratuita; del percepire che per qualcuno gli studenti sono carne da macello, e che probabilmente dei vari problemi per cui hanno diritto di manifestare interessa ben poco, forse niente. Interessa il caos.

La mancanza di soldi e personale non scoraggia la Provincia rispetto all’impegno nel fare al meglio ciò che può e soprattutto a chiedere con forza sempre maggiore che ci siano ridate le risorse per affrontare in modo serio i problemi enormi dell’edilizia scolastica.
Non ci siamo mai negati al confronto, mai, nemmeno oggi, per evitare il peggio.
Mai più però a queste condizioni. Perché la democrazia ha dei confini che passano innanzitutto dal rispetto degli altri, delle regole di rappresentanza e del rifiuto della prepotenza. Regole che mai come ora vanno tutelate.
Alla politica quella seria, di qualsiasi parte, innanzitutto la mia, interessa di pretendere il riordino delle Province perché possano far funzionare scuole e strade o no?
Ringrazio i compagni di viaggio Agostinelli e Caruso e i dipendenti della provincia che meritano rispetto per il lavoro che svolgono con abnegazione. Ringrazio soprattutto la polizia provinciale e le forze dell’ordine che oggi hanno garantito che ognuno di quei ragazzi sia tornato a casa indenne”.

© Riproduzione riservata

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