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LIVORNO – Oggi (8 settembre) intorno alle 12,20, la nave umanitaria Solidaire è attraccata nel Bacino Cappellini del porto di Livorno con a bordo 265 migranti, salvati alcuni giorni prima in mare al largo delle coste africane
Subito dopo l’attracco, a bordo sono saliti i medici dell’Usmaf (Uffici di sanità marittima), che hanno effettuato un primo controllo sanitario dei naufraghi. Successivamente sono iniziate le operazioni di sbarco nel Cruise Terminal, dove le autorità – Prefettura, protezione civile e Comune – hanno allestito un centro di prima accoglienza per le necessarie operazioni: vestizione, distribuzione di generi di prima necessità, visite mediche a cura del 118, e identificazione da parte dell’Ufficio immigrazione della questura.
Per far fronte all’impegno organizzativo, la questura di Livorno oggi e domani ha chiuso gli sportelli dell’Ufficio Immigrazione resteranno chiusi al pubblico, con appuntamenti riprogrammati a cura del personale di riferimento.
Le prime verifiche mediche segnalano condizioni di salute fragili, con casi di scabbia, ustioni chimiche dovute al contatto con carburanti, pazienti affetti da diabete e ipertensione, oltre a persone che portano sul corpo e nella mente i segni delle torture e delle violenze subite nei lager libici.
Il sistema toscano – Protezione civile, volontariato, sanità e istituzioni locali – si è immediatamente attivato per garantire assistenza e cure, con la consueta prontezza e umanità.
Fra le persone sbarcate, informa l’assessora ad ambiente, Protezione civile e difesa del suolo, Monia Monni, ci sono due donne incinte, una delle quali è minorenne. Dal dicembre 2023 gli sbarchi sono stati tantissimi e la macchina della Protezione civile, sottolinea l’assessora, ha imparato a fare questo lavoro: oggi è una macchina rodata, con numeri sempre alti di volontari e sanitari coinvolti. L’assessora conferma ancora una volta l’impegno della Regione a fare la propria parte e rivendica con orgoglio di essere un porto sicuro, motivo per cui insieme alla collega alle politiche sociali è sempre presente agli sbarchi a testimoniare l’attenzione della Regione. “I porti toscani, però, sono purtroppo porti molto lontani – dice – con tutte le difficoltà e le conseguenze che questo comporta, prima di tutto sulla salute e sullo stato psicofisico dei sopravvissuti”.
L’assessora alla protezione civile ricorda che il governo “aveva annunciato il blocco navale, aveva detto che avrebbe inseguito i trafficanti per tutto il globo, ma ha finito solo per moltiplicare i porti e stringere accordi inefficaci. Così persone già stremate vengono costrette a giorni di navigazione aggiuntivi, una vera e propria tortura inutile: la Regione Toscana, invece, crede nell’accoglienza diffusa, che ha funzionato e che ha dato opportunità di vita e di futuro”.
Da parte sua, l’assessora alle politiche sociali Serena Spinelli ha voluto ringraziare “il sistema del volontariato, la Prefettura, i Comuni e la rete socio-sanitaria che anche oggi ha dimostrato competenza e grande umanità. La macchina è rodata ma non si può tacere di fronte a questa modalità di gestione dei flussi migratori, disumana e fallimentare. La propaganda ha raccontato che gli sbarchi sarebbero finiti, ma non è così. In Toscana c’è capacità di risposta, ma non si può accettare che donne, uomini e bambini sopravvissuti a viaggi drammatici vengano sottoposti a ulteriori sofferenze per una scelta politica miope e crudele”.
La Regione Toscana continuerà a seguire le operazioni di sbarco e a garantire, insieme alle istituzioni locali, tutto il sostegno necessario, ribadendo al tempo stesso la necessità di un cambio radicale nelle politiche nazionali e di un ritorno a un modello di accoglienza diffusa, dignitosa ed efficace.