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Incidente mortale sul lavoro. Muore a 46 anni cadendo dal tetto

Alessandro Pellegrini ha perso la vita precipitando da oltre nove metri. Ditta di marmi Savema a Pontenuovo. Il tetto avrebbe ceduto

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PIETRASANTA – Incidente mortale sul lavoro. Muore a 46 anni cadendo dal tetto.

Tragedia sul lavoro giovedì 27 luglio.

Vittima Alessandro Pellegrini, 46 anni, residente a Pietrasanta, provincia di Lucca, titolare di una ditta di costruzioni edili.

Pellegrini è caduto da un’altezza di circa nove metri mentre stava lavorando all’interno della ditta  Savema, azienda di marmi e graniti che ha sede in località Pontenuovo, lungo l’Aurelia, nel comune di Pietrasanta.

L’uomo sarebbe salito con un cestello sul tetto del capannone per un intervento manutentivo. Sembra che il tetto abbia ceduto, si sia sfondato.

Dai primi rilievi degli operatori della Prevenzione Igiene e Sicurezza nei luoghi di lavoro avrebbe avuto la cintura ma verosimilmente non sarebbe stata ancorata.

L’infortunio non ha collegamenti specifici con il settore lapideo, se non per la ditta interessata dall’incidente in cui è avvenuto, si fa notare dalla Asl.

I soccorritori, giunti immediatamente sul posto, lo hanno trovato in arresto cardiaco e hanno tentato tutte le manovre rianimatorie, ma non c’è stato niente da fare.

Sono intervenute l’automedica nord e l’ambulanza della Misericordia di Viareggio.

Oltre al personale Usl per la prevenzione igiene e sicurezza sui posti di lavoro ed i carabinieri della locale stazione per i rilievi del caso, e rappresentanti della Cgil.

Un mese fa, un altro incidente mortale in un’azienda del settore marmi a Pietrasanta.

Nel maggio scorso ancora una tragedia sul lavoro, con incidente mortale in una cava in Garfagnana. 

 

Nella seduta pomeridiana di giovedì 27 luglio del Consiglio regionale della Toscana minuto di silenzio chiesto dal presidente Antonio Mazzeo.

“Diverse forze politiche mi hanno segnalato quanto accaduto e spesso noi ci fermiamo nel silenzio. Ma dovremmo cercare tutti di trovare modi, forme, perché questi numeri, che sono sempre crescenti possano diminuire. Fino a quando anche soltanto una persona morirà sul luogo di lavoro, noi dobbiamo sentire addosso il peso di quella responsabilità”.

“C’è bisogno che tutti siano coinvolti in un ampio ragionamento che vada oltre il dibattito politico e sociale e che metta al centro la sicurezza e il diritto al lavoro e alla vita di ogni singolo lavoratore. Uno Stato civile deve garantire il diritto a non morire di o per il lavoro. Allo stesso tempo occorre investire nei controlli, rafforzando personale e strutture, sensibilizzare verso l’applicazione di tutte le norme di prevenzione e sicurezza esistenti a partire dal protocollo regionale dedicato proprio al settore del marmo. Fermiamo questa strage silenziosa di giovani, di padri di famiglia, di donne e uomini creando una rete sempre più sensibile e coesa”.

© Riproduzione riservata

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