Reddito di cittadinanza, scommette 320mila euro al gioco

LUCCA – Reddito di cittadinanza, scommette 320mila euro al gioco.

La Guardia di Finanza del Comando Provinciale di Lucca hanno individuato 30 persone percettori illecitamente del reddito di cittadinanza.

Tra loro un percettore che in un anno, successivamente alla presentazione della domanda di RdC, ha fatto scommesse per oltre 320mila euro nel 2021. Con giocate, rendiconta GdF, su un conto gioco a lui riconducibile.

L’operazione di GdF in collaborazione con Inps. I 30 percettori hanno percepito illecitamente il reddito di cittadinanza per un ammontare complessivo di circa 210mila euro.

L’attività della Guardia di Finanza ha riguardato la verifica del possesso dei requisiti oggettivi, reddituali e patrimoniali, e soggettivi dei beneficiari, tra cui l’assenza di misure cautelari pendenti e la residenza nel territorio italiano per un periodo minimo di 10 anni.

L’analisi effettuata incrociando le banche dati ha consentito di constatare numerose irregolarità nei confronti di beneficiari che hanno omesso di dichiarare disponibilità economiche emergenti da vincite al gioco on-line. In una situazione la percezione di reddito di impresa da un soggetto del nucleo familiare. La comunicazione delle informazioni su stato di detenzione domiciliare e condanne intervenute nei 10 anni precedenti relative al coniuge convivente.

Ricorrente la casistica in cui il soggetto richiedente non risiedeva in Italia da almeno dieci anni, di cui gli ultimi due anni in modo continuativo, come la norma richiede.

I finanzieri del Gruppo Viareggio, rende noto GdF, nel corso di un controllo all’interno di un salone per parrucchiera di Seravezza, hanno identificato una lavoratrice senza contratto di lavoro dipendente. La ragazza riceveva dal datore di lavoro una circa 400 euro in denaro ed era percettrice del reddito di cittadinanza per 500 euro.

Le posizioni irregolari emerse sono state comunicate alla competente Direzione Provinciale Inps, “per procedere all’immediata attivazione del recupero delle somme illegittimamente incassate, nonché al blocco dei contributi richiesti ma non ancora erogati”.