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C’è Francesco nel nome di Robert Francis Prevost. C’è Francesco nelle prime parole di Papa Leone XIV affacciato in piazza San Pietro giovedì 8 maggio. E c’è Francesco nella prima omelia di Papa Leone XIV durante la Messa con i cardinali la mattina dopo.
Papa Francesco ha nominato cardinale il futuro primo Pontefice statunitense della storia. Chiamandolo anche alla guida del Dicastero per i vescovi e della Pontificia Commissione per l’America Latina.
Papa Francesco di cui, al momento, Papa Leone XIV congela le nomine in Curia.
Un nuovo Pontefice eletto in tempi rapidi, un po’ a sorpresa, Papa Prevost.
Un nuovo Pontefice nato a Chicago, missionario, agostiniano, laureato in matematica, che parla un perfetto italiano, giovane, 69 anni, rispetto ai due predecessori Ratzinger e Bergoglio.
Un nuovo Pontefice che la sera stessa della sua elezione firma la Bibbia alla piccola Michela, scherzando e stringendo la mano a chi lo accoglie al suo rientro al Palazzo del Sant’Uffizio.
E sembra più un discorso programmatico quello scritto e non a braccio che Robert Francis Prevost pronuncia commosso al suo esordio come Papa Leone XIV accolto dal boato della folla.
Un discorso programmatico che sembra partire da una sorta di ideale “Dove eravamo rimasti?” con cui Papa Leone XIV raccoglie il testimone da Papa Francesco.
Eravamo rimasti alle ultime parole di pace con cui Papa Francesco, inascoltato in questi anni, ha saluto il mondo terreno il giorno di Pasqua.
Parole di pace che Papa Leone XIV dalla Loggia centrale della Basilica Vaticana ripete più volte, mettendo in chiaro: “Una pace disarmata e una pace disarmante, umile e perseverante”. Parlando di ponti e dialogo.
Rivolgendosi a Bergoglio: “Ancora conserviamo nei nostri orecchi quella voce debole ma sempre coraggiosa di Papa Francesco che benediva Roma! Il Papa che benediva Roma dava la sua benedizione al mondo, al mondo intero, quella mattina del giorno di Pasqua. Consentitemi di dar seguito a quella stessa benedizione: Dio ci vuole bene, Dio vi ama tutti, e il male non prevarrà!”
Eravamo rimasti con Trump che nel giorno del funerale di Papa Francesco consegnava alla storia il faccia a faccia su una sedia con Zelensky nella basilica di San Pietro.
“Un grande onore sapere che è il primo Pontefice americano”, ha commentato l’elezione di Papa Prevost il presidente Trump, comparso vestito da Papa, con tanto di tiara sulla testa, sui giornali di tutto il mondo pochi giorni prima del Conclave.
“Sono fiducioso che il dialogo costruttivo e l’interazione instaurati tra Russia e Vaticano continueranno a svilupparsi sulla base dei valori cristiani che ci uniscono”, si è congratulato il presidente russo, Vladimir Putin.
Il presidente ucraino Zelensky via X: “L’Ucraina apprezza molto la posizione coerente della Santa Sede nel sostenere il diritto internazionale, condannare l’aggressione militare della Federazione russa contro l’Ucraina e proteggere i diritti dei civili innocenti. In questo momento decisivo per il nostro Paese, confidiamo nel continuo sostegno morale e spirituale del Vaticano nel lavoro dell’Ucraina per ripristinare la giustizia e avere una pace duratura. Auguro a Sua Santità Leone XIV saggezza, ispirazione e forza, sia spirituale che fisica, nel portare avanti la sua missione nobile. Ad multos annos!”.
“Congratulazioni a Papa Leone XIV e alla comunità cattolica mondiale. Auguro al primo Papa degli Stati Uniti di riuscire a promuovere la speranza e la riconciliazione tra tutte le fedi”, il premier israeliano Benjamin Netanyahu non ha aspettato stavolta tre giorni per esprimersi, come per le condoglianze per Papa Francesco.
E’ iniziata l’era di Papa Leone XIV. Il primo Pontefice statunitense.