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I proventi di permessi a costruire e piani attuativi per la sicurezza idrogeologica a Prato

L'annuncio della sindaca Ilaria Bugetti al consiglio comunale straordinario sugli interventi necessari per l'alluvione 2023: servono 156 milioni di euro

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PRATO – L’urbanistica e l’edilizia saranno al servizio della prevenzione del rischio idrogeologico del territorio alla luce dei recenti cambiamenti climatici.

A firmare la rivoluzione nella programmazione e nel finanziamento degli interventi per mitigare il rischio idrogeologico, è stata la sindaca di Prato Ilaria Bugetti che l’8 febbraio, al termine del consiglio comunale straordinario sulla sicurezza idraulica ha lanciato il cambio di paradigma su questo tema che la terribile alluvione del 2 novembre 2023 ha reso prioritario. Si parte dalla convinzione che oltre agli interventi di somma urgenza, ai ripristini e alla manutenzione, ci sia bisogno di potenziare l’azione pubblica per realizzare opere che rafforzino la tenuta del reticolo idraulico minore. Una pianificazione che richiederà molti fondi. Per questo la sindaca e gli uffici hanno pensato a un nuovo sistema che dreni risorse economiche in funzione della realizzazione di tali progettazioni. Tutto ruota attorno all’uso degli oneri che i privati devono pagare alle casse comunali per realizzare i propri progetti sul territorio. Fino ad ora potevano essere usati per realizzare giardini, parcheggi, strade, piste ciclabili e altre opere volte a potenziare servizi e vivibilità del quartiere dove veniva realizzato il progetto.

In sostanza d’ora in avanti le entrate derivanti dagli oneri che i privati pagheranno per le trasformazioni urbanistiche ed edilizie saranno convogliati prioritariamente verso gli interventi di messa in sicurezza idraulica di competenza del Comune. I progetti potranno riguardare tanto il deflusso delle acque quanto la capacità del suolo di assorbire la pioggia.

Che si tratti di piani attuativi o di permessi a costruire, i proventi derivanti da tali interventi avranno un’unica destinazione. Nel caso di importi limitati, tali somme confluiranno in una sorta di salvadanaio per raggiungere la cifra necessaria alla completa realizzazione di un determinato intervento sul rischio idrogeologicoche sarà realizzato nella stessa zona dove è avvenuta la trasformazione urbanistica o edilizia. I proventi di tali operazioni, dunque, resteranno nelle zone oggetto di costruzioni  o ristrutturazioni. “Ciascun ente pubblico deve fare la sua parte se vogliamo dare davvero una risposta concreta e completa ai cittadini che ci chiedono questo. – spiega la sindaca Ilaria Bugetti – Dobbiamo fare tesoro della terribile esperienza che abbiano vissuto e muoversi di conseguenza nella consapevolezza che niente sarà più come prima. E’ necessario quindi, cambiare priorità e metodo di lavoro per farci trovare pronti a nuovi eventi eccezionali come quello che abbiamo vissuto 15 mesi fa. Gli esperti hanno valutato che per i ripristini e per potenziare la risposta rispetto al rischio idrogeologico dovranno essere realizzate opere per un miliardo di euro per tutta la Toscana di cui oltre 156 milioni di euro per la sola Prato. È una cifra altissima che speriamo possa essere coperta anche dal governo e dalla Regione. L’ideale sarebbe distribuire tali interventi in un piano pluriennale finanziato dal governo, dalla Regione e anche dal Comune. Nella attesa e nella speranza che ciò avvenga – conclude Bugetti –  non possiamo stare con le mani in mano. Dobbiamo fare la nostra parte con i mezzi che abbiamo a disposizione e creandone di nuovi. La mitigazione del rischio idrogeologico deve avere priorità su tutto e anche gli oneri derivanti dagli interventi privati devono concorrere a rafforzarla”.

© Riproduzione riservata

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