La Diocesi diffida le 13 suore di clausura social di Pienza
Atto formale pubblicato via Fb da Diocesi: "Violazione codice diritto canonico". Le benedettine: "No a trasferimento Madre Superiora. Toni minacciosi e intimidatori"
PIENZA – La Diocesi di Montepulciano – Chiusi – Pienza diffida le suore di clausura social di Pienza.
Suore benedettine, sono tredici in tutto, che si oppongono al trasferimento della loro madre superiora suor Diletta Forti.
Atto formale, con tutto il testo integrale pubblicato via social e sul sito web dalla Diocesi guidata dall’arcivescovo Augusto Paolo Lojudice, nei confronti delle benedettine del Monastero Tempio dello Spirito Santo.
Limitando la Diocesi, nel pubblicare il testo integrale della diffida alle religiose sul profilo Fb, l’accesso ai commenti.
Le suore benedettine di Pienza con la loro made superiora Diletta Forti si sono aperte al mondo esterno con attività come i mercatini artigianali, od ospitando giovani, come viene promosso e documentato sul loro profilo Fb.
Hanno anche un sito weble tredici suorine di Pienza.
Le suore nei giorni scorsi hanno espresso pubblicamente critiche contro alcune disposizioni assunte dalla Santa Sede dopo una visita apostolica, tra cui la sostituzione della Madre Superiora suor Diletta Forti.
E allora ecco la diffida formale della Diocesi alle 13 religiose di clausura che “hanno posto in essere una serie comportamenti totalmente disallineati con la loro scelta di vita, in aperta violazione con le norme regolatrici del Codice di Diritto Canonico e del loro Ordine cui, per loro libera scelta, hanno prestato sincera ed incondizionata obbedienza“.
Nella diffida la Diocesi punta il dito su suor Diletta Forti, un passato nella Guardia Forestale, rea di aver “alimentato un indebito dibattito sui mezzi di informazione e rilasciando un comunicato del tutto inappropriato datato 20 febbraio 2023 divulgato sui social il 22 febbraio 2023″.
Parla pure di “mancata riconoscenza” la Diocesi nella diffida. Inibendo suor Diletta Forti a usare “il titolo di Abbadessa che le è stato revocato dalla Santa Sede”.
Cosa dice il comunicato casus belli delle suore di Pienza firmato da suor Diletta Forti “e la comunità monastica’ datato 20 febbraio 2023 e divulgato sul sui social il 23 febbraio 2023?.
Il testo, integralmente pubblicato via social dalle suore di Pienza, parla di un precedente comunicato della Diocesi “riguardante la vita di questa Comunità monastica femminile, nel quale si divulgano non solo informazioni personali riguardanti una istituzione ecclesiastica che, a ragione della sua stessa natura, vive separata dal mondo, ma anche notizie false e distorte che concernono gli aspetti propriamente canonici della vita religiosa delle sue Monache”.
Poi: “La situazione è ben più complessa e articolata rispetto a quella descritta nel comunicato della Diocesi. Questa Comunità monastica è stata accusata di disubbidienza e di resistenza alle disposizioni dei Superiori, mentre essa si è semplicemente rifiutata di dar corso ad un provvedimento che reca grossolane anomalie e vistose criticità di natura giuridica, tali da pregiudicarne la validità e l’efficacia. Per questo motivo il Monastero ha ritenuto doveroso avvalersi delle tutele e delle garanzie del Diritto canonico nelle sedi competenti, ritenendo la
comunicazione inoltratagli priva dei requisiti che la renderebbero esecutiva. Non sono quindi le Monache ad essersi rese responsabili della sua ‘mancata esecuzione’, come apoditticamente afferma il comunicato della Diocesi”.
Prosegue il comunicato delle benedettine di Pienza: “Dinanzi ad una questione prettamente canonica e di competenza esclusiva della Santa Sede, la Diocesi si è distinta per la mancanza della doverosa discrezione, oltre che della auspicabile Carità, necessaria in queste situazioni. Ed è ancor più grave che l’estensore del comunicato abbia voluto arbitrariamente aggiungere motivazioni che il Dicastero per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica ha mai menzionato, con grave danno per l’immagine del Monastero e giungendo addirittura a sconsigliare o impedire ai fedeli di sostenerlo con donazioni. Dinanzi alla pubblicazione del comunicato, si rende pertanto necessaria una pubblica smentita”.
“Le sopraddette circostanze, aggravate dai toni intimidatori e minacciosi del testo riscontrato, insieme ad un concreto rischio di scandalo pubblico, integrano certamente lesioni dei diritti propri di questa Istituzione ecclesiastica e di ciascuna di noi come consacrate, che ci si riserva doverosamente di far valere, nei tempi opportuni, nelle sedi competenti.
In quanto Monastero ‘sui iuris’ della Chiesa Cattolica, questa Comunità dipende esclusivamente dalla Santa Sede e, pur assicurando il devoto ossequio ai legittimi Pastori della Chiesa particolare, tutte e singole le Monache di questa Comunità, ritenendosi gravate da quanto impropriamente affermato e divulgato, diffidano la Diocesi di Montepulciano-Chiusi-Pienza ad astenersi da comunicazioni, esternazioni ed azioni che trascendano le materie di propria competenza ed esuberino i margini della propria giurisdizione canonica”.