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SIENA – Il palio del 2 luglio, rinviato di un giorno per il maltempo che si è rovesciato su piazza del Campo, va all’Oca e al fantino Tittia, al secolo Giovanni Atzeni.
La corsa è cominciata con grande tensione, come da tradizione. Dopo una prima partenza annullata, la seconda è risultata valida e ha dato il via a un Palio ricco di colpi di scena e ribaltamenti. È stata l’Oca a scattare per prima dai canapi, prendendo subito un leggero vantaggio, mentre dietro si accendeva la battaglia tra le altre contrade.
La Lupa è caduta quasi subito, seguita dalla Chiocciola, che ha perso l’equilibrio in curva in un momento concitato della corsa. Nonostante la caduta di due contrade, il ritmo non è mai calato e il duello si è fatto serrato tra l’Oca e il Valdimontone, con un Tittia ancora una volta protagonista assoluto della corsa.
Con grande maestria e determinazione, Tittia ha guidato Diodora verso la vittoria per la contrada dell’Oca, mantenendo il comando fino al bandierino. Un successo netto, ottenuto con autorevolezza, che sancisce ancora una volta il talento del fantino e la forza della sua accoppiata. Dietro, il Valdimontone ha lottato con tenacia e si è guadagnato un onorevole secondo posto, ma nulla ha potuto contro lo strapotere dell’Oca in questa edizione.
Una corsa intensa, segnata da emozioni forti e momenti drammatici, che consegna alla storia un altro trionfo della contrada biancoverde, accompagnata dall’entusiasmo incontenibile dei suoi contradaioli.
Il presidente della Regione Toscana, come da sua consuetudine, ha seguito la carriera di luglio del Palio di Siena, dedicata alla Madonna di Provenzano. “Tra le feste storiche italiane – afferma il presidente Eugenio Giani – il Palio di Siena si impone come festa che ha mostrato, nel corso dei secoli, capacità di sfida ai cambiamenti politici e sociali, profondamente inscritta nel vissuto individuale e collettivo. Merito della vitalità sorprendente e unica delle Contrade di Siena, dell’impegno di tante contradaiole e contradaioli, e di istituzioni cittadine che nel tempo, in dialogo serrato con le Contrade, hanno costruito un modello di straordinario civismo.”
“Grazie alla conoscenza di molti senesi contradaioli – prosegue Giani – sempre più ho compreso, in questi anni, il forte senso di appartenenza alla Contrada e alla città, le caratteristiche di un modello davvero unico di socialità tramandata di generazione in generazione. Le Contrade nascono come gruppi territoriali che guardano alle compagnie militari e, poi, nel corso dell’Ottocento, alle società di mutuo soccorso, sviluppando anche una attività di assistenza sociale che non hanno mai perso.”
“Le Contrade di Siena – conclude Giani – hanno una vita sociale durante tutto l’anno, giovani e anziani si confrontano e vivono insieme e in armonia la Contrada e le tradizioni. Il riconoscimento del Palio da parte del Ministero della Cultura come espressione di identità culturale collettiva, i decreti di selezione di bandiere e tamburi considerati dalle stesse Contrade come particolarmente significativi e vincolati in qualità di testimonianze materiali del Palio di Siena, costituiscono la tappa di un processo che, una volta di più, conferma il posto che il Palio e le Contrade di Siena occupano nel patrimonio culturale nazionale e internazionale”.