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SIENA – Primo passo ufficiale verso il Palio dell’Assunta a Siena.
Svelato il 10 agosto nel Cortile del Podestà, il Drappellone del Palio del 16 agosto, in onore della Madonna Assunta e realizzato dall’artista Riccardo Guasco, detto Rik. A introdurre la presentazione del Cencio, dopo lo squillo delle chiarine dei Trombetti di Palazzo, la sindaca di Siena Nicoletta Fabio. È stato poi l’illustratore e designer Ale Giorgini a presentare l’opera realizzata da Guasco.
L‘opera. Un Drappellone giocato sui contrasti cromatici delle terre, i gialli e gli ocra del tufo, con i colori del cielo, dei palazzi, delle bandiere che sventolano a Siena durante il Palio in un grande universo di forme e colori d’ispirazione cubista. Dal cubismo e dal futurismo arriva la frammentazione delle forme tipiche del caleidoscopio, forme che si intersecano tra loro generando linee che guidano l’occhio in una discesa verticale, che idealmente parte dalla testa coronata della Madonna e va giù lungo linee diagonali fino alla Piazza del Campo. Si passa da una dimensione sacra a una dimensione più terrena del Palio, toccando la torre civica del palazzo comunale, i cavalli, i palazzi, fino a scendere sulla terra di Piazza con la sua caratteristica forma a semicerchio e la divisione in spicchi. Oltre ai cavalli, grandi protagonisti sono i barberi, le caratteristiche sfere con i colori delle Contrade, con cui i bambini di Siena giocano in strada. Barberi che nella parte alta del Cencio, sopra alla testa della Madonna, coronata come da un sole, richiamano la forma dei pianeti, in un intreccio giocoso e celeste allo stesso tempo. Un gioco rappresentato dai colori che sembrano interagire nel nome di una tradizione forte e vivida. Ed è proprio ai colori, all’energia che sprigionano, al gioco di bambini, ai cavalli e ai senesi che è ispirata quest’opera.
“L’energia, la vitalità, la fantasia – ha commentato Nicoletta Fabio, sindaca di Siena –, i bambini che si ritrovano nelle proprie contrade per giocare con i barberi e approcciarsi alla Festa attraverso il gioco. Questo riesco a cogliere dall’opera di Guasco. La protezione dell’Assunta che vigila la città con una parte più terrena e una più celestiale, astrale. La volta celeste raffigurata sopra la testa della Madonna sembra fare parte di una sfera formata da pianeti e costellazioni che decidono le sorti del mondo terreno. Questi pianeti mi hanno fatto pensare alle immagini leggere de ‘Il piccolo principe’. Anche i pianeti di Rik in un certo senso all’interno di un piccolo cosmo, rappresentano gli uomini, con pregi e difetti, proprio come nel racconto di Antoine de Saint–Exupéry”.
“Il gioco resti centrale sempre – ha poi aggiunto la sindaca Fabio – fondamentale, però, rispettare sempre i propri ruoli: la Festa, nella sua evoluzione, ha bisogno di punti fermi e di autorevolezza. Ognuno di noi ha il compito e il dovere di preservare qualcosa di unico, secondo le proprie capacità e competenze, mai travalicare i confini”.
“Sono estremamente onorato – ha spiegato l’illustratore e designer Ale Giorgini – e sinceramente molto emozionato di avere il compito di presentare il Drappellone realizzato da Riccardo Guasco. Credo che quest’opera rappresenti il suo approccio all’arte e la propria visione della vita: è la celebrazione della gioia, del divertimento, dell’armonia e del colore. È un’immagine di festa, perché il Palio, per citare il professor Duccio Balestracci, è una Festa Italiana. Nel Drappellone disegnato da Riccardo Guasco i toni della sacralità incontrano quelli popolari, in una relazione che lega divino e terreno, in una danza di colori che richiamano i contrasti cromatici tra cielo e terra, il giallo e l’ocra del tufo, i colori brillanti delle bandiere delle contrade e i caleidoscopici costumi di tamburini e alfieri. Nella parte superiore dell’opera, l’Assunzione della Vergine in cielo: il volto di Maria coronato dal Sole è al centro della volta celeste in cui sono raccolti i pianeti del sistema solare. La veste della Vergine diventa il cono di luce che illumina la città di Siena, in quella che appare come una benedizione divina. La costruzione di linee e forme diagonali accompagnano lo sguardo dalla dimensione sacra a quella terrena: la luce benedetta illumina la Torre del Mangia e i palazzi adiacenti, fino a toccare il suolo di Piazza del Campo con la sue classica forma. Al centro i cavalli, i grandi protagonisti della carriera: figure rigorose nella loro statuarietà, ma allo stesso tempo fluide nel loro movimento, quasi scomposte nella dinamicità del segno di Riccardo. Le figure equestri per un momento sembrano interrompere l’equilibrio di linee, forme e luce, mettendo in risalto la dirompente fisicità e l’impeto della corsa, in quello che pare essere il culmine della gara e che rappresenta l’agonismo della corsa. Nella parte inferiore dell’opera, gli iconici barberi decorati con i colori delle contrade ruotano attorno a Piazza del Campo, generando una sorta di eco visivo con la parte superiore del Drappellone, in quella che diventa una similitudine che mette in relazione il Palio al sistema celeste, come elementi entrambi soggetti a cicli e correlati da ricorrenti caratteristiche strutturali e simboliche”.
“Lavorare a questo Drappellone – ha detto l’artista Riccardo Guasco – è stato un grande onore, un’occasione davvero unica e un viaggio durato mesi che mi ha portato a conoscere Siena e il suo Palio come non avevo mai fatto prima. Mi sono lasciato guidare dentro alla città e alle sue tradizioni e da subito la cosa che più mi ha catturato è stata la ricchezza e la varietà dei colori che trasformano, durante il Palio, tutta la città in una grande festa”.
Il premio speciale migliore coppia di alfieri
È stato svelato durante la cerimonia di presentazione del Drappellone del Palio del 16 agosto, il Premio speciale che sarà consegnato alla migliore coppia di alfieri in ricordo del contradaiolo Massimo Salvadori, prematuramente scomparso ad agosto 2023. Il premio è stato proposto e offerto dalla Contrada Capitana dell’Onda e realizzato da Viola Totti, Paolo Totti junior, Roberto Gambelli, Luca Pepi, Loris Bisconti, Simone Niccolini, Silvia Ghelardini, Falegnameria Dama e Vetrate Artistiche Toscane.
L’opera. Frutto di ben sette laboratori che si sono uniti per la realizzazione dell’opera, il Premio unisce arte e ricordo, cultura e tradizione, con l’utilizzo di tecniche e materiali diversi. Dopo la fase di progettazione, infatti, si è passati alla realizzazione, grisagliando (ovvero dipingendo) il vetro che compone la “vela” centrale dell’opera e piombandolo. Nel frattempo si è lavorato alla cornice della struttura, in modo da rendere resistente il vetro (circa tre millimetri di spessore), e alla parte lignea, ottenuta con strumenti di precisione. Attraverso un laboratorio di scultura si è poi provveduto alla definizione dei disegni (il fregio dei delfini natanti e le Compagnie militari dell’Onda) sulle colonne che compongono l’opera, quindi il vetro è stato velato e ripassato con un colore particolare creato per l’occasione.
“Se parliamo di persone come Massimo Salvadori – ha detto il Priore della Contrada Capitana dell’Onda Massimo Spessot -, parliamo dell’amore profondo, incondizionato senza se e senza ma, che alimenta il nostro mondo. Vincitore del Masgalano, alfiere abile ed elegante: la sua sfida era lanciare la bandiera sempre più in alto ed è stato uno dei più bravi maestri di bandiera per tante generazioni di ondaioli. Ma non solo: per la nostra Contrada è soprattutto un esempio, tutt’ora presente, di cura e tenacia. Abitatore del rione geniale, non da ‘genio’, ma da ‘genia’, ha sempre preferito far parte della Società e quasi mai del Seggio di Contrada: solo una volta lo ha fatto, quando, insieme, abbiamo condiviso per alcuni anni l’incarico più bello che la Contrada ci ha affidato, quello di Provveditore ai piccoli. Fino a quando ha potuto è sceso per strada, soprattutto per i giorni di Palio, per stare con gli amici e cantare le canzoni dell’Onda e di Siena. Canto, passione e talento che ha trasmesso ai figli. Era primo fra tutti ad arrivare negli oratori delle consorelle. Fino quando ha potuto è andato in cucina, soprattutto per la cena della prova generale, la sua creatura, che per sua ferrea determinazione e volontà da anni viene fatta solo con forze ondaiole: adesso ci sono gruppi di lavoro che arrivano da dove lui è arrivato”. “
La volontà – ha detto invece Paolo Totti junior, che ha presentato il premio – è stata quella di creare un’opera che vada ad arricchire il museo di una Contrada con uno specifico richiamo all’Onda e alla figura di Massimo. Dobbiamo ringraziare la supervisione di Viola Totti, molto legata a Massimo, e la piena collaborazione anche di coloro che, pur non essendo contradaioli dell’Onda, si sono messi a disposizione, immergendosi immediatamente nello spirito che ci ha guidato per la realizzazione di questa opera. Nella parte alta è stata ripresa l’iconografia regia del 1889: più che un delfino è un pesce abissale, un ‘mostro’ marino ripreso anche nell’acotrerio, con la specifica funzione apotropaica, per allontanare e annullare un influsso magico maligno: un ‘mostro’ che sconcerta e affascina, che ha il compito di scacciare gli aspetti malevoli della vita e fortificare quelli benevoli. Traslato nella realtà del Corteo storico, allontanerà dai trentaquattro alfieri sul Campo tensione e paura, attirando invece forza di volontà, concentrazione ed eleganza. Nella parte più in basso abbiamo riportato l’acqua che sgorga dal ‘mostro’ e si trasforma in spuma del mare: rappresenta il moto perpetuo della vita, un’onda che si rigenera. Infine la figura di Massimo, che saluta con le grandi mani protese in avanti e ci guarda con forza ed eleganza”.