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Turismo in Toscana, un’estate 2023 superlativa.
Oltre un terzo delle imprese della filiera turistica regionale si aspetta una stagione estiva 2023 migliore rispetto a quello dell’estate 2022.
In generale, migliora la fiducia degli operatori del terziario sull’andamento delle loro attività anche in termini di ricavi.
Firenze, Lucca e Arezzo le province dove si respira il clima più positivo.
In miglioramento l’occupazione. Ma le imprese continuano ad essere esposte all’aumento dei costi di fornitori e credito. Investimenti in ripresa.
A dirlo è l’indagine condotta per conto di Confcommercio Toscana da Format Research, che ha analizzato il sentiment degli imprenditori del terziario per tracciare un consuntivo del primo semestre 2023 e una previsione dei prossimi mesi.
L’estate 2023 in Toscana, sottolinea Confcommercio Toscana, promette di essere superlativa per le imprese della filiera turistica. Oltre un terzo degli operatori sostiene che l’andamento complessivo sarà migliore di quello registrato nella stagione estiva 2022. Fra i turisti attesi, gli stranieri (prevalentemente europei) faranno il sorpasso: saranno il 51%, contro il 49% di connazionali.
Franco Marinoni, direttore generale di Confcommercio Toscana: I risultati indicano che nei primi sei mesi del 2023, in linea con la media nazionale, il clima di fiducia degli operatori toscani di commercio, turismo e servizi è decisamente migliorato. Anzi, a differenza dei colleghi del resto d’Italia, restano positivi anche nelle aspettative da qui alla fine dell’anno, prevedendo una sostanziale stabilità. Firenze, Lucca ed Arezzo le province in cui si respira il clima più sereno. La fiducia sull’andamento della propria azienda, anche in termini di ricavi, è più alta e questo lascia presupporre che ci sia una fase di crescita in corso”.
A registrare le performance migliori sono il commercio al dettaglio alimentare e il turismo (pubblici esercizi e alberghi). Tra le città, Firenze si conferma vera e propria locomotiva dell’economia del terziario della Toscana. In miglioramento anche l’indicatore relativo ai ricavi e la situazione occupazionale.
Alcune criticità si segnalano sul fronte dei prezzi. Quelli praticati dai fornitori restano stabili, ma resta ancora da assorbire l’impatto durissimo registrato a fine 2022. Costa di più anche il credito.
Marinoni: “La percezione è che ad aumentare non siano solo i tassi di interesse, ma anche le voci accessorie ad ottenere un finanziamento, come le spese d’istruttori. Mentre peggiorano le condizioni legate alla durata temporale”.
Stabile, invece, il giudizio degli imprenditori toscani del terziario relativamente alle garanzie richieste dalle banche a copertura dei finanziamenti concessi.
Sebbene la capacità delle imprese del terziario della Toscana di fare fronte al proprio fabbisogno finanziario sia migliorata nei primi sei mesi dell’anno, è comunque aumentata la percentuale di quante hanno effettuato domanda di credito. Tra queste il 66% ha visto accolta interamente la richiesta. Il 3% accolta in misura inferiore, il 4% non accolta (il 27% è in attesa di risposta).
“Stiamo assistendo ad una ripresa degli investimenti, grazie anche al sostegno delle banche. Il terziario ha fatto e sta facendo di tutto per superare brillantemente il periodo nero della pandemia, che pure gli è costato moltissimo in termini di denaro ed energie. L’iniezione di fiducia che arriva ora dal turismo ci fa ben sperare. Anche se all’orizzonte restano tanti interrogativi legati al quadro economico internazionale e, soprattutto, al potere di spesa delle famiglie, ora molto ridotto. Lo si evince anche dall’andamento dei saldi, che pensavamo sarebbe stato più vivace. Invece, tra mutui in rialzo e il resto, le famiglie mantengono la massima cautela nelle spese”.
Un capitolo a parte dell’indagine di Format Research per Confcommercio Toscana è stato dedicato al PNRR. Circa nove imprese del turismo su dieci dichiarano di esserne a conoscenza. Ma solo una su quattro è realmente informata sui dettagli (il 62% ne conosce i principi ma non sarebbe in grado di declinarne le specifiche). Inoltre, fra le imprese che dichiarano di conoscerlo a fondo, solo il 25% ha partecipato ad almeno un bando promosso nell’ambito del Pnrr.
“È evidente che sia necessario stimolare di più le imprese a partecipare ai bandi legati al Pnrr. È un’opportunità che il nostro sistema economico non può permettersi di perdere”,