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La rivincita di Giani. A Tomasi non basta il Governo. Rivelazione Bundu

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E’ stata la rivincita di Eugenio Giani, confermato presidente Regione Toscana.

Una grande rivincita per Giani bis.

Un presidente Eugenio Giani che non aveva l’unanimità per un mandato bis all’interno del suo stesso Partito Democratico.

Tanto che c’è voluta la rivolta di decine di sindaci Pd toscani.

Tanto che c’è voluto un appello all’unità dem da parte di Valentina Mercanti, presidente Pd Toscana.

Un presidente a cui buona parte del Movimento 5 Stelle aveva detto no, tanto da dover ricorrere Conte al voto online degli iscritti toscani per l’alleanza Pd con Giani bis.

E meno male per il M5S che da solo, con il 4.34%, non sarebbe arrivato al 5% quota di ingresso in Consiglio regionale.

E così, mentre indiscrezioni davano la leader Schlein orientata verso altri al posto di un Giani bis, Giani, a cui oltre al dono dell’ubiquità non manca una lucida lungimiranza politica, ha sparigliato le carte con autocandidatura e decretando la data del voto in Toscana.

Una vittoria, quella di Giani bis, anche sottolineata dalla sua lista civica, la Casa riformista molto renziana, con 8.86% la più votata dopo Pd, 34.43% e Fratelli d’Italia, 26.78%.

E forse i primi riflettori del trionfo di Eugenio Giani, quelli condivisi da Giani con Schlein e il segretario Pd toscano Fossi, Schlein e Fossi avrebbero dovuti lasciarli solo al presidente bis.

Così come a Prato il segretario dem Biagioni i riflettori li avrebbe dovuti lasciare tutti per Matteo Biffoni, che ha sbancato il Consiglio regionale con il record di 22.155 preferenze. Marco Biagioni, ricordiamo assessore in giunta Bugetti, non dimessosi dalla locale leadership Pd dopo le dimissioni della sindaca Ilaria Bugetti, indagata.

Per contrastare il trionfo di Giani, in chiusura di campagna elettorale a Firenze per lo sfidante Alessandro Tomasi, ufficializzato dal centrodestra a nemmeno due mesi dal voto, è arrivato il governo Meloni. Con la stessa premier Meloni e i vicepremier Salvini e Tajani.

“Mi sono visto visto arrivare nell’ultima settimana premier,  vicepremier e tutti i ministri”, le prime dichiarazioni di Giani bis.

Un Tomasi che nella sua Pistoia in cui è ancora per poco sindaco visto che entra in Consiglio regionale, ha recuperato nemmeno tre punti su Giani: 49.76% contro 47.01%.

Un Tomasi, coordinatore toscano FdI, che nella sua Pistoia vede Alessandro Capecchi, FdI, in Consiglio regionale con 9.303 voti  battuto dall’enfant prodige Bernard Dika, Pd, ben 14.282 voti per il 27enne portavoce di Giani.

E con una lista civica E’ ora Tomasi presidente che per Tomasi si rivela punto debole e non di forza registrando appena il 3.63% nella sua Pistoia, precipitando a 2.37% a livello regionale-

Un Tomasi che pronti via si è trovato colpito alle spalle dal caso Prato a sfondo sessuale e di ricatti con protagonisti esponenti FdI. E in dirittura di arrivo si è ritrovato colpito dal fuoco amico di dichiarazioni leghiste. Tanto da doversi dissociare Tomasi dalla frase sessista dell’europarlamentare Vannacci, l’ormai famosa piazza della Passera rivolta alla sindaca Vanni e all’assessora regionale uscente Alessandra Nardini, la più votata in queste regionali dopo il recordman di preferenze Matteo Biffoni.

Per ricevere in cambio da Vannacci alla vigilia del voto regionale il dissing contro il patrocinio gratuito a Pistoia concesso da Tomasi sindaco al Toscana Pride.

Una Lega che con Vannacci contestato a Livorno e Salvini pure a pochi giorni dal voto regionale registra poco più del 4%, il 4.38%. Una Lega che nel 2020, candidata presidente centrodestra la leghista Susanna Ceccardi, ottenne il 21.78%.

Un flop clamoroso con Vannacci responsabile della campagna elettorale in Toscana che porta i consiglieri regionali leghisti eletti da otto nel 2020, oltre a Ceccardi, a uno solo: Massimiliano Simoni, fedelissimo del generale europarlamentare.

Una Lega che se non fosse stata in coalizione, soglia sbarramento 3% contro soglia sbarramento 5% non in coalizione, in Consiglio regionale non avrebbe eletto nemmeno questo unico consigliere.

Ultima, ma non ultima, Antonella Bundu, la rivelazione di queste elezioni in Toscana. Colei che ha ribaltato tutti i sondaggi, ottiene oltre il 5% soglia di sbarramento, ma rimane con la sua Toscana Rossa, poco sotto il 5%, fuori dal Consiglio regionale per un pugno di voti.

Antonella Bundu ottiene il 5.18%, ma Toscana Rossa, effetto voto disgiunto, 4.52%. Più della Lega di Salvini e Vannacci. Ma anche più del 4.34 % del Movimento 5 Stelle. Per non parlare del 2.37% della lista civica di Tomasi e di 1.15% di Noi Moderati.

Presenta ricorso Antonella Bundu, ci sono 72.322 elettori toscani che l’hanno votata presidente.

 

 

© Riproduzione riservata

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