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Fine vita in Toscana: via libera alla legge. Collegio garanzia respinge ricorso centrodestra
Fine vita in Toscana, via libera alla legge approvata dal Consiglio regionale della Toscana un mese fa. Respinto giovedì 13 marzo il ricorso presentato del centrodestra con Fratelli d’Italia, Lega Salvini, Forza Italia. Il collegio di garanzia della Regione Toscana, organo ausiliario chiamato a valutare la conformità allo Statuto delle leggi approvate in Toscana, ha deciso all’unanimità che le legge sul fine vita approvata dall’assemblea istituzionale toscana il 12 febbraio scorso “non presenta le violazioni statutarie prospettate e che dunque, in relazione ai profili contestati, è conforme allo Statuto”.
Con la decisione odierna, invece, si dà il via libera alla promulgazione della legge.
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Il consiglio regionale della Toscana è stato il primo a varare norme che regolano tempi e modalità per l’accesso al fine vita.
“Abbiamo sempre sostenuto l’illegittimità costituzionale della legge e anche oggi, dopo la pronuncia del collegio di Garanzia, continuiamo a sostenere la nostra tesi“. Lo dichiarano i capigruppo in Consiglio regionale di Forza Italia, Fratelli d’Italia e Lega, rispettivamente Marco Stella, Vittorio Fantozzi ed Elena Meini”.
Antonio Mazzeo, presidente Consiglio regionale della Toscana: “Sono sempre stato convinto che il Consiglio abbia operato nel pieno rispetto del proprio Statuto e oggi, col rigetto unanime del ricorso presentato dal centrodestra, ne abbiamo avuto ulteriore certezza. Nei prossimi giorni, la legge sul fine vita sarà pubblicata nel Bollettino ufficiale, diventerà pienamente efficace e la Toscana avrà, finalmente, una legge di civiltà e dignità”.
“Con la decisione del Collegio di Garanzia Statutaria arrivata oggi, giovedì 13 marzo, e già inviata a tutti i consiglieri regionali, la legge nata su impulso dell’Associazione Luca Coscioni e modificata dalla commissione Sanità, è ora alla firma del presidente della giunta regionale Eugenio Giani per la promulgazione. Vigileremo per il rispetto delle disposizioni e per la costituzione da parte delle Asl, nei 15 giorni previsti dalla legge dopo l’entrata in vigore, delle commissioni esaminatrici”.
Mazzeo ha voluto ringraziare il Collegio di Garanzia per il lavoro svolto, il presidente della commissione Sanità Enrico Sostegni per aver migliorato il testo e gli uffici del Consiglio: “Hanno fatto tutti un lavoro esemplare. Certo la discussione avuta in Consiglio regionale ha aperto un dibattito nazionale. Al Governo e al Parlamento voglio solo dire che ora tocca a loro e, se credono, hanno la possibilità di poter legiferare a loro volta dotando finalmente il Paese di una norma nazionale. Spero che la loro intenzione non sia invece provare soltanto a bloccare la legge della Toscana perché questo significherebbe solo togliere diritti e dignità, quelli che noi assicuriamo. Voglio fare dunque un appello perché non si dica ancora una volta no al lavoro che facciamo in questa regione. Non buttiamola solo in battaglia politica. Ci sono in ballo i diritti di cittadine e cittadini”.
Vincenzo Ceccarelli, capogruppo Pd in Consiglio regionale ed Enrico Sostegni, presidente della commissione sanità: Non avevamo dubbi: tutti i pareri giuridici ci dicevano che la legge non era in alcun modo in conflitto con lo Statuto. Il ‘sigillo’ finale, all’unanimità, del Collegio di Garanzia rafforza questa convinzione. Qualcuno ha deciso di rallentare l’iter di una legge di buon senso e a favore della dignità anche nel doloroso percorso del fine vita. Dispiace, ma ora andiamo avanti. La legge sarà operativa presto e in questo modo i pazienti potranno beneficare di trattamenti univoci nelle diverse Asl, essere informati appieno sul fine vita, ricevere assistenza gratuita e qualificata”.
Sull’eventuale ricorso che il Governo potrebbe attivare, Sostegni: “La presidente del Consiglio ha 60 giorni di tempo per decidere di impugnarla davanti alla Corte Costituzionale ma questo non interrompe l’efficacia della norma. Se lo farà, attenderemo l’esito. Se non lo farà di fatto sconfesserà l’opposizione in Consiglio regionale che ha discusso, spesso, senza entrare nel merito delle disposizioni”.