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Legge fine vita in Toscana: le reazioni dopo approvazione Consiglio regionale

Cardinale Lojudice, presidente Cei Toscana: "Una sconfitta per tutti". Amorese e Michelotti, FdI: "Legge disumana". Simiani, Pd: "Punto di equilibrio tra diritto alla cura e rispetto volontà individuale". Mazzeo, presidente Consiglio regionale: "Toscana ha scelto di essere più giusta, più umana, più vicina a chi soffre". Ceccardi, Lega: "Lasciata libertà di scelta a consiglieri regionali"

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Legge fine vita approvata dal Consiglio regionale, con la Toscana prima regione in Italia ad approvare una legge sul suicidio assistito.
Antonio Mazzeo, presidente Consiglio regionale della Toscana: “Ci sono giorni che non sono come gli altri. Giorni in cui la fatica, il lavoro, le battaglie trovano un senso. Giorni in cui un abbraccio racchiude tutta la gratitudine di chi ha lottato per un diritto, di chi ha sofferto aspettando una risposta, di chi oggi può finalmente sentirsi meno solo.
Oggi è uno di quei giorni. Con l’approvazione della legge sul fine vita, la Toscana ha scelto di essere più giusta, più umana, più vicina a chi soffre. Ha scelto di riconoscere la libertà e la dignità di ogni persona, anche nel momento più difficile.
Aver potuto contribuire a scrivere questa pagina di civiltà, primi in Italia, è per me motivo di orgoglio. E porto con me ogni stretta di mano, ogni sguardo colmo di commozione, ogni voce che ci ha chiesto di non voltarsi dall’altra parte. Per loro, per tutti noi, oggi la Toscana è ancora più bella, più giusta, più libera”.

 

Francesco Gazzetti, consigliere regionale, Pd: “Tra i voti a favore c’è stato anche il mio.Per me si tratta di una legge di dignità e sono orgoglioso che la Toscana sia la prima regione in Italia ad aver votato un provvedimento del genere. In questa soddisfazione non c’è nessun trionfalismo: come ho detto intervenendo in aula si tratta, infatti, di un argomento nel quale ci si deve addentrare in punta di piedi e nel massimo rispetto di tutte le sensibilità e opinioni”.

 

Paolo Augusto Lojudice, presidente della Conferenza episcopale Toscana: “Prendiamo atto della scelta fatta dal Consiglio regionale della Toscana, ma questo non limiterà la nostra azione a favore della vita, sempre e comunque. Ai cappellani negli ospedali, alle religiose, ai religiosi e ai volontari che operano negli hospice e in tutti quei luoghi dove ogni giorno ci si confronta con la malattia, il dolore e la morte dico di non arrendersi e di continuare ad essere portatori di speranza, di vita. Nonostante tutto. Sancire con una legge regionale il diritto alla morte non è un traguardo, ma una sconfitta per tutti“.

“Un fatto che ci ha lasciato sgomenti e addolorati. La vita è un dono che va difeso e tutelato in tutte le sue condizioni. Siamo contrari ad alimentare una cultura dello scarto dove si stabilisce chi ha la dignità per vivere. Lo diciamo a nome di tanti medici, infermieri, operatori sanitari, volontari, membri di associazioni e di tante persone che sono in ‘prima linea’, che ogni giorno si impegnano a servizio di una vita che merita di essere vissuta pienamente in tutti i suoi momenti, anche quelli più difficili e di sofferenza”. Lo affermano, in una nota congiunta, il vescovo della diocesi di Arezzo-Cortona-Sansepolcro, monsignor Andrea Migliavacca, e il responsabile diocesano per la pastorale della salute, insieme alla consulta diocesana di pastorale sanitaria, all’associazione Medici cattolici di Arezzo e all’opera Casa Betlemme.

“La risposta di una comunità che accoglie non può essere quella di creare la solitudine del suicidio ma di rendersi capace di farsi prossimo in maniera concreta a chi vive il dolore nel corpo e nella mente – afferma il vescovo di Arezzo – Dobbiamo tornare ad umanizzare la morte e al giusto accompagnamento attraverso la terapia palliativa oltre ad ‘ad una buona dose di amore’. A tutti coloro che credono nel valore della vita e della centralità della persona chiediamo di non perdere coraggio: continuino, invece, ad essere testimoni di speranza con rinnovata passione ed entusiasmo. Nessuno si deve sentire abbandonato, perché solo così e senza altri artifizi, saremo in grado di dare dignità alle persone anche nel loro percorso finale di vita”.

 

I deputati FdI Francesco Michelotti e Alessandro Amorese: “Con l’approvazione della legge sul suicidio medicalmente assistito, la Toscana ha toccato il punto più basso della sua storia. La terra di Dante, di Santa Caterina da Siena, di San Bernardino, culla di una civiltà anche religiosa, oggi ha aderito alla cultura dello scarto e della morte. Fratelli d’Italia non può accettare una legge simile. Da sempre ci battiamo, e sempre ci batteremo, contro questa anti cultura, con rinnovata fermezza, il nostro sì alla vita, dal concepimento alla morte per cause naturali. Questa legge disumana appena approvata potrebbe comportare, per un’ampia platea di donne e uomini, a sentirsi spinta verso la morte; pensiamo alle persone sole con gravi malattie, agli anziani, ai fragili. Chiederemo l’intervento del governo, affinché esamini con cura tutti gli elementi di conclamata incostituzionalità di questa legge. Come avevamo già avuto modo di sottolineare infatti, la Regione non è competente su questa materia, sulla quale lo è invece lo Stato e a confermarlo è l’articolo 117 della Costituzione. Ricordiamo che se ogni regione italiana legiferasse autonomamente, ci troveremmo nel peggior caos normativo”.

Federica Fratoni, consigliera regionale PD e componente della commissione sanità: “La legge regionale non ha un effetto costitutivo di un diritto, ma sancisce il dovere di renderne effettivo l’esercizio. Sono felice di leggere sulle cronache di stampa che anche altre Regioni, sulla base del nostro lavoro, si stanno interrogando sul da farsi rispetto a un Parlamento che latita, perché la questione di legittimità costituzionale non può essere un alibi per eludere un’assunzione piena di responsabilità. Si tratta di una «legge procedimentale che assicura una tempistica certa, una presa in carico da parte del sistema sanitario, con costi a carico del bilancio regionale, e che definisce quali professionalità devono essere coinvolte, conformandosi ai contenuti della sentenza della Corte Costituzionale. La mia lunga riflessione mi ha portato a un voto favorevole, libero e consapevole, basato su due principi: il rispetto per ogni situazione di fragilità e di bisogno, e la laicità dello Stato e delle nostre istituzioni repubblicane”.

Iacopo Melio, consigliere regionale Pd: “La Toscana si è dimostrata ancora una volta dalla parte dei diritti: abbiamo realizzato qualcosa di straordinario, per la prima volta in Italia, ricordando l’importanza dell’essere persone libere fino all’ultimo respiro. Quando una persona, già stremata da malattie e sofferenze insopportabili, chiede di poter scegliere come e quando porre fine alla propria esistenza in maniera dignitosa, non sta facendo una battaglia ideologica o di Partito ma sta reclamando la propria autodeterminazione nel rispetto della vita stessa. Ricordiamo infatti che, con l’approvazione di oggi, non inventiamo nulla di nuovo ma si formalizza un percorso già approvato da una sentenza delle Corte Costituzionale, togliendo ostacoli burocratici ed economici, nel rispetto di chi ne fa richiesta. Adesso nessuna e nessuno correrà il rischio di essere abbandonato nel momento più delicato della propria vita. La Toscana ha deciso di farsi carico delle prestazioni necessarie senza che l’ulteriore peso economico ricada su pazienti e famiglie: un atto di civiltà e un rispettoso passo avanti per la libertà di scelta di cittadine e cittadini che chiedono soltanto di morire senza ulteriore dolore. In attesa di una legge nazionale, che mi auguro arrivi presto, la Toscana dimostra oggi che è possibile rispondere con responsabilità e umanità a chi vuole consapevolmente smettere di soffrire”..
Marco Simiani, deputato Pd: “Le reazioni scomposte di Fratelli d’Italia sulla Legge sul fine vita approvata dalla Regione Toscana fa emergere tutte le contraddizioni della destra e la loro palese incapacità a governare. Il testo, non solo rappresenta un punto di equilibrio tra diritto alla cura e rispetto della volontà individuale, ma colma un vuoto normativo che il Governo Meloni è palesemente incapace di affrontare. La destra parla di promuovere la vita, dimenticando che suoi autorevoli esponenti plaudono la deportazione dei migranti e le violenze sui detenuti; la destra parla di Incostituzionalità nonostante calpesti in ogni occasione la Carta: dall’Autonomia differenziata al Premierato, dalle celebrazioni nostalgiche al Parlamento ridotto ormai ad un passacarte del governo; la destra parla di cultura della morte nonostante abbia tagliato come non mai nella storia Repubblicana le risorse per la sanità. La Regione Toscana ha avuto il coraggio di legiferare e questo coraggio purtroppo, Fdi, se non ce l’ha, mica se lo può dare”.
Susanna Ceccardi, europarlamentare Lega Salvini: “Sul fine vita la Lega ha lasciato libertà di coscienza ai singoli consiglieri, come sempre sui temi etici. I consiglieri hanno deciso di votare contro, chi per convinzione personale, altri per una posizione che condivido, perché la Regione Toscana, approvando questa legge, ha esondato delle proprie competenze. Già in passato alcune leggi regionali toscane sono state impugnate dalla Consulta, proprio perché non rispettavano il principio di attribuzione delle competenze previsto dall’articolo 117 della Costituzione. Anche se è stata approvata, io credo che questa sia solamente una vittoria di Pirro per la sinistra e un modo per lanciare un messaggio politico, perché la legge non troverà effettiva applicazione in Toscana. Ancora una volta, chi governa la Regione Toscana vuole semplicemente fare politica sulla pelle dei cittadini, su un terreno eticamente delicatissimo, perché molte famiglie purtroppo si trovano a dover fronteggiare questa questione dolorosissima e a confrontarsi con un grande tema che riguarda tutti noi, quello del dolore. Un tema delicatissimo, affrontato in Toscana da questa maggioranza con un approccio ideologico e anche cinicamente politico”.

© Riproduzione riservata

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