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Migranti, Piantedosi: “Criticità in Toscana”. Regione: “Tensioni scaricate sui territori”.
Botta e risposta tra Matteo Piantedosi e la Regione Toscana sull’accoglienza dei migranti.
Il ministro dell’Interno in question time al Senato: “Con riferimento allo stato di emergenza, non posso non evidenziare come le maggiori criticità del sistema di accoglienza, la cui capacità è stata incrementata di circa il 22%, si stiano registrando proprio nelle regioni che non avendo espresso l’intesa, come la Toscana, non sono in condizione di avvalersi delle deroghe di protezione civile ai fini di una più tempestiva attivazione delle strutture a ciò dedicate”.
Regione Toscana con gli assessori Monia Monni, Serena Spinelli, Stefano Ciuoffo: “Non ci sorprende che il ministro dell’Interno Piantedosi, in aula al Senato, abbia citato la Toscana come esempio di ‘malfunzionamento’ nell’attuale sistema di accoglienza dei migranti. Lo schema di intesa che il governo Meloni ha sottoscritto con le Regioni ha permesso al commissario e alle strutture prefettizie di intervenire per l’individuazione di centri di accoglienza straordinaria. Derogando da quelle che sono le disposizioni previste dal codice degli appalti. Ma tale schema di intesa non prevede, se non in maniera molto modesta, l’incremento delle risorse a disposizione dell’accoglienza. Necessarie, quelle sì, all’ampliamento dei posti disponibili”.
La Toscana, col Governo Meloni, dal 22 dicembre scorso ha visto porti assegnati con undici scali i porti di Livorno, sei sbarchi, e Marina di Carrara.
L’ultimo un doppio scalo con 346 persone divise nei due porti nel giro di nemmeno 24 ore.
Con Geo Barents di Medici Senza Frontiere sbarcata a Marina di Carrara il 19 luglio nel pomeriggio. Il 20 luglio intorno alle 13 a Livorno. Con decine di minori non accompagnati, donne in stato di gravidanza. E un aborto a Marina di Carrara denunciato dall’assessore regionale Monia Monni.
Sia della Regione Toscana che a causa del doppio sbarco in poche ore, ha illustrato, ha dovuto organizzare la colonna mobile regionale nel primo porto di sbarco, Marina di Carrara.
Con il Comune di Livorno che ha messo in campo l’organizzazione comunale.
Sul doppio sbarco in Toscana di Geo Barents Piantedosi in Senato: “Il doppio sbarco dei migranti presenti sulla Geo Barents è stato dettato da valutazioni tecniche relative alla sicurezza della navigazione di competenza del Comando generale delle Capitanerie di Porto. Nonché da esigenze di ordine e sicurezza pubblica e di soccorso e accoglienza dei migranti”.
Poi Piantedosi, rispetto alle “maggiori criticità del sistema di accoglienza” da lui evidenziate in Toscana: “Di contro, proprio nelle regioni maggiormente interessate dai flussi in ingresso, come la Sicilia e la Calabria, si rileva una sostanziale tenuta del sistema di accoglienza, rafforzato grazie alle misure acceleratorie introdotte per effetto dello stato di emergenza”.
Stefano Ciuoffo, Serena Spinelli e Monia Monni: “Il modello per la gestione dell’accoglienza dei migranti che il governo Meloni ha impostato serve esclusivamente a scaricare le tensioni sui territori. Sulle amministrazioni locali e sul tessuto associativo e legato al mondo del volontariato. Ciò che deve essere fatto, e che è stato finora scientificamente disatteso per ragioni di mero interesse politico ed elettorale, consiste nel mettere maggiori risorse per ampliare il modello di accoglienza integrata, il cosiddetto Sai. E permettere così ai territori una gestione diffusa, per gruppi numericamente contenuti. A cui siano dati servizi di estrema necessità. Come la mediazione culturale, l’insegnamento della lingua e l’assistenza psicologica”.
“La Toscana ha strutturato negli anni questo modello, basato sull’accoglienza diffusa, e non intende tornare indietro. Sta facendo la propria parte, tenendosi in raccordo con la prefetture e le amministrazioni locali. Ma non accetta che sia falsificata per ragioni di carattere politico la realtà delle cose. Sulla pelle delle persone si dovrebbe avere almeno la buona creanza di non speculare politicamente. Ma di adoperarsi mettendo al centro l’interesse unico della persona, qualunque essa sia la sua provenienza, il suo colore della pelle o il suo credo religioso”.
“Le parole del ministro ci confermano un approccio non nuovo, basato sul ‘non governo’ dei flussi e sulla reiterata emergenza. Quando siamo dinanzi ad un fenomeno assolutamente strutturale che richiede politiche pubbliche di tutt’altro respiro”.