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FIRENZE – La commissione d’inchiesta sugli eventi alluvionali del 29 e 30 ottobre e del 2 e 4 novembre 2023 in Toscana, presieduta da Elisa Tozzi (Fratelli d’Italia) ha terminato i propri lavori lunedì 24 marzo, con l’esame della relazione finale. Sono state messe al voto una relazione del gruppo del Partito Democratico e una relazione dei gruppi Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia. In ragione del voto ponderato, come previsto per le commissioni d’inchiesta, è stata licenziata con voto favorevole la relazione di maggioranza e respinta quella di minoranza. Entrambe arriveranno all’esame dell’aula per il dibattito tra le forze politiche e l’eventuale presentazione di atti d’indirizzo collegati.
La commissione ha tenuto 22 sedute, dall’insediamento, nel maggio 2024 fino ad oggi. Trentanove le audizioni: a cominciare dal presidente della Toscana, Eugenio Giani, e l’assessora regionale all’ambiente, Monia Monni, proseguendo poi con sindaci ed ex sindaci dei Comuni interessati, la protezione civile, le direzioni regionali e ancora l’Autorità di bacino distrettuale dell’Appennino settentrionale, i Consorzi di bonifica e i settori del Genio civile interessati. Sentiti anche i comitati di cittadini sorti a Campi Bisenzio a seguito dell’alluvione del 2 novembre.
“Purtroppo non siamo riusciti a portare in fondo quello che poteva essere l’obiettivo di trovare una convergenza finale. Consegniamo comunque al Consiglio regionale un lavoro significativo in prospettiva futura”, ha dichiarato la presidente Elisa Tozzi prima del voto finale. “Abbiamo avuto la possibilità di farci un’idea completa di quello che oggi è lo stato della nostra regione. Serve una nuova visione della tutela del territorio, occorre cambiare paradigma rispetto al passato. Nel corso degli anni sono state stanziate risorse per contrastare il dissesto idrogeologico in Toscana, ma tra l’arrivo degli stanziamenti e la messa a terra delle opere è stato perso troppo tempo. Oggi siamo arrivati al punto in cui c’è la necessità di interventi impellenti. Dobbiamo riuscire a mettere in piedi il sistema complessivo delle allerte e dei tempi d’intervento, adeguando la velocità di azione e reazione. Occorre essere pronti, anche da un punto di vista di programmazione e investimenti. Riuscire a districarsi nella selva di norme, in una schizofrenia del legislatore, oggi è difficile. In prima battuta devono essere coinvolti gli Enti locali, indirizzando la programmazione verso le reali esigenze del territorio. Occorre poi che il commissario straordinario governativo per il rischio idrogeologico, cioè il presidente di Regione, faccia ricorso a tutti i poteri affidatigli; va poi ripensato il ruolo dei Consorzi di Bonifica, prevedendo un monitoraggio più puntuale delle attività. Quello che ci divide oggi – ha concluso la presidente – penso che possa trovare una dimensione costruttiva nella discussione in aula. Ci sono indirizzi e punti fermi precisi che possono portarci a fare passi avanti concreti e significativi”.
Il vicepresidente Francesco Gazzetti (Partito Democratico) ha rilevato “con profondo rammarico, che da parte della destra si è deciso di venire meno a un impegno assunto all’interno dei lavori di questa commissione per arrivare a una relazione condivisa, obiettivo nel quale abbiamo creduto fermamente e ci siamo impegnati per raggiungerlo. Prendiamo atto dell’indisponibilità delle forze di opposizione che hanno impedito anche alla stessa presidente di arrivare al risultato che ci eravamo prefissi. La ringraziamo comunque per la modalità con la quale ha condotto il lavoro della commissione: non è lei la destinataria della nostra critica – ha precisato Gazzetti –. Riguardo alla destra, valutiamo questa come un’occasione persa. Su questi temi non si deve cedere alla tentazione di fare strumentalizzazioni politiche. La nostra relazione evidenzia come la commissione abbia permesso di chiarire, in maniera indiscutibile, alcuni aspetti legati, ad esempio, alle funzioni commissariali. Un modo per mettere a tacere strane narrazioni. Tra i tanti aspetti che emergono nella nostra relazione spicca sia l’aspetto dell’eccezionalità dell’evento così come la richiesta nei confronti del governo di passare davvero dalle parole ai fatti, facendo arrivare in Toscana i finanziamenti richiesti. Il governo deve rispettare la Toscana ed i toscani e dunque deve mettere a disposizione i fondi necessari per realizzare le opere che servono per renderla più sicura. Quanto al sistema delle allerte, anche qui, si dovrebbe partire col mettere mano ai provvedimenti in capo al governo e al dipartimento della protezione civile per modificare i provvedimenti che poi a cascata hanno effetto anche in sede regionale. E mi piace evidenziare anche le proposte che abbiamo formulato e che guardano all’Europa che, per noi, può essere il luogo dove rafforzare strumenti già esistenti, implementandoli per essere ancora più vicini ed utili alle popolazioni colpite da eventi come quelli che abbiamo analizzato in questa commissione”.
Per Massimiliano Baldini (Lega) “i lavori di questa commissione si sono svolti parallelamente a una successione di avvenimenti che hanno portato gli eventi alluvionali alla costante attenzione dei cittadini toscani. Durante le audizioni sono emerse posizioni differenti, il centrodestra individua critiche anche marcate all’approccio della catena di comando regionale su questi eventi. È comprensibile che il lavoro di questa commissione arrivi alla conclusione con due posizioni diverse”.
Secondo Marco Stella (Forza Italia), “c’era l’auspicio di arrivare a una relazione unica, ma non c’è mai stata la volontà di trovarla a tutti i costi. Le due relazioni saranno patrimonio comune per la Toscana e per il Governo nazionale emergono con chiarezza le responsabilità. Per quanto ci riguarda, emerge la responsabilità politica di chi governa questa Regione. Il Governo deve fare i conti con risorse scarse per il debito strutturale ereditato”.