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FIRENZE – Denunciata la mamma di Kata, donna accoltellata in discoteca a Firenze.
Katherine Alvarez, mamma della piccola Kata, la bambina peruviana di cinque anni scomparsa dall’ex hotel Astor a Firenze il 10 giugno scorso, è stata denunciata dalla Polizia per lesioni aggravate.
La donna avrebbe colpito al volto con un’arma da taglio una connazionale di 21 anni durante una lite scoppiata questa notte all’interno dei bagni di una discoteca fiorentina.
La vittima ha riportato ferite al volto, tra la guancia e la sommità della testa, suturate con 18 punti, con una prognosi di 20 giorni.
Katherine Alvarez avrebbe spiegato di essere stata aggredita e aver agito per legittima difesa.
Sono in corso ulteriori indagini per risalire alle cause della lite, forse scoppiata per rancori pregressi.
Non è stata rinvenuta l’arma utilizzata e gli investigatori non escluderebbero che si tratti di un coltello per la compatibilità del tipo di ferite. La vittima ha raccontato agli agenti di essere stata aggredita dalla mamma di Kata, che l’ha colpita con un corpo contundente, mentre Katherine Alvarez ha spiegato di aver agito per legittima difesa.
Nei giorni scorsi la mamma della piccola Kata era stata portata in ospedale per aver ingerito candeggina. Gesto che aveva compiuto anche subito dopo la scomparsa della figlia.
Il padre della bambina si trova in carcere a Prato.
A Sollicciano si trova invece il fratello della madre, zio Abel, anche con l’accusa di tentato omicidio nell’ambito dell’inchiesta per presunto racket degli affitti nell’ex Astor. Zio Abel è anche indagato per sequestro di persona a scopo di estorsione della piccola Kata. A lui la madre aveva affidato la bambina quel sabato 10 giugno.
L’aggressione da parte di Katherine Alvarez sarebbe avvenuta all’interno della discoteca Tenax, noto locale di via Pratese nella notte del 20 novembre, tra le 1.30 e le 2.
Secondo quanto ricostruito, la vittima avrebbe incontrato in bagno Katherine, iniziando una discussione per futili motivi. La vittima avrebbe riferito che sarebbe stata presa per i capelli e poi Katharine avrebbe estratto un oggetto appuntito con cui l’avrebbe ferita più volte al volto e alla testa. Non è stato possibile accertare se sia stato usato un coltello, un paio di forbici o un altro oggetto contundente. L’arma non è stata ancora ritrovata.
La vittima peruviana è stata trasportata in ambulanza dal 118 al pronto soccorso dell’ospedale di Careggi. Riscontrate ferite lacero contuse tra una guancia e la testa. La prognosi è di 20 giorni salvo complicazioni. “Mi ha aggredita e mi sono difesa”, avrebbe detto Katherine Alvarez per giustificare il suo gesto.
Intanto la Procura di Firenze, dopo aver concluso senza aver trovato alcuna traccia il nuovo sopralluogo nell’ex hotel di via Maragliano, sembra essere ripartita a indagare nel contesto dei familiari più stretti e delle persone che erano più vicine a loro per cercare di risolvere il giallo della scomparsa di Kata.
Si è tornati, in pratica, a circoscrivere il periodo che va dall’ultima immagine della bambina (inquadrata dalle telecamere di un negozio di via Boccherini alle 15.13 del 10 giugno, mentre scende le scale esterne in direzione del seminterrato o del cortile) all’arrivo di sua madre all’albergo, intorno alle 15.45. Si cerca di riempire quel buco di una ulteriore ora, circa, in cui non sarebbe partito l’allarme perché gli adulti ipotizzavano che Kata fosse con il fratello maggiore al campino di calcetto della chiesa poco distante.
I pubblici ministeri Christine Von Borries e Giuseppe Ledda, vogliono anche ricostruire chi c’era quando sarebbe partito l’allarme. Su questo aspetto, nei giorni scorsi, è stato nuovamente riconvocato in procura Carlos De La Colina, il peruviano ‘capo’ degli occupanti sudamericani dell’ex hotel Astor. Amico dello zio materno di Kata, Abel Argenis detto Dominique, con il quale è attualmente detenuto nel carcere di Sollicciano per l’altro fronte dell’inchiesta della Procura. Quello sul presunto racket delle stanze nell’ex albergo occupato, una delle ipotesi che potrebbero aver innescato una vendetta verso la famiglia consumatasi nei confronti di Kata.
L’altra ipotesi, quella dello scambio per errore, pare affievolirsi dopo l’esito degli interrogatori via rogatoria in Perù.
Miguel Angel Chicllo Romero, padre della piccola Kata, è stato arrestato lo scorso 17 ottobre in esecuzione di una misura cautelare della Corte di Appello di Firenze che ha sostituito la precedente misura dell’obbligo di firma a cui l’uomo doveva sottostare da quando, nel giugno scorso, aveva ottenuto la scarcerazione (era detenuto per reati di spaccio di droga).