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Kata scomparsa a Firenze, zio Abel tra gli indagati per sequestro

Allo zio materno sabato 10 giugno era stata affidata la bimba di cinque anni scomparsa da ex Astor. Zio Abel è in carcere con accusa tentato omicidio in ex Astor

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FIRENZE – Kata scomparsa a Firenze, zio Abel tra gli indagati per sequestro.

C’è anche lo zio Abel tra i cinque indagati dalla Procura di Firenze per il sequestro della piccola Kata, 5 anni, scomparsa dall’ex Astor in via Maragliano sabato 10 giugno scorso.

A zio Abel quel sabato 10 giugno la piccola Kata era stata affidata dalla madre.

E con zio Abel, Abel Alvarez Vasquez, detto Dominique, secondo Adnkronos non risulterebbe invece  indagato per il sequestro della nipotina anche il fratello del padre di Kata, Marlon Edgar Chicclo, 19 anni.

Zio Abel in carcere dal 5 agosto anche con l’accusa di tentato omicidio nell’ambito dell’inchiesta sul presunto racket degli affitti all’ex hotel Astor in via Maragliano.

Stabile occupato abusivamente in cui viveva la piccola Kata.

E sarebbe stato proprio il mercato dell’affitto delle stanze nello stabile occupato il motivo della presunta ritorsione che si sarebbe abbattuta sulla bimba. Il ‘racket delle camere’ è un’altro filone di indagine seguito dagli investigatori nell’inchiesta principale legata al sequestro di persone, che a inizio agosto ha portato a quattro misure cautelari. Con la detenzione in carcere dello zio materno della piccola Kata.

Dunque anche zio Abel tra i cinque indagati per il sequestro della piccola Kata.

Sequestro di persona a scopo di estorsione. Tre di loro ripresi dalle telecamere uscire dall’ex Astor il 10 giugno dopo la scomparsa della bambina con un borsone e due trolley.  Borse che per dimensioni avrebbero potuto occultare la bambina.

Borsa e trolley che per dimensioni avrebbero potuto nascondere la bambina.

Ex Astor in cui nei prossimi giorni si procederà con gli scavi.

La Procura di Firenze ha disposto nei loro confronti accertamenti tecnici irripetibili. Volti ad accertare la presenza di materiale biologico o genetico e all’estrapolazione di eventuali profili del dna. Da borsoni, trolley e da rubinetti di stanze dell’hotel Astor. E alla loro successiva comparazione con quello della piccola vittima sparita nel nulla.

Gli accertamenti sono svolti, con l’ausilio di consulente tecnico nominato dalla Direzione distrettuale antimafia diretta dal procuratore aggiunto Luca Tescaroli, nei confronti dei cinque soggetti indagati.

“Tre di loro sono stati ripresi dalle telecamere fuoriuscire, rispettivamente, con un borsone e con due trolley. Che per dimensioni avrebbero potuto occultare la bambina dall’hotel Astor il 10 giugno dopo la scomparsa di Mia Kataleya. Oggetti che gli stessi avrebbero poi utilizzato anche il 17 giugno in occasione dello sgombero dello stabile”.

Gli altri due indagati, precisa la Procura, “sono occupanti di tre distinte stanze nei cui rubinetti dei bagni sono state individuate tracce di presunta sostanza ematica l’11 giugno. In occasione della perquisizione effettuata il giorno seguente il sequestro della piccola Kata”.

Nel frattempo la Procura ha inoltrato una richiesta di rogatoria internazionale in Perù per sentire 13 persone considerate testimoni informati sui fatti.

Non è esclusa neppure la pista che Kata possa essere rapita e trasferita in Perù.

© Riproduzione riservata

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