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FIRENZE – Dal 18 giugno al 28 settembre le sale del Museo della Moda e del Costume di Palazzo Pitti ospitano Moda in Luce 1925–1955. Alle origini del Made in Italy, mostra promossa dal Ministero della cultura, organizzata e realizzata da Archivio Luce Cinecittà in collaborazione con le Gallerie degli Uffizi e curata da Fabiana Giacomotti. L’esposizione è mirata a ricostruire trent’anni fondamentali della storia della moda italiana, prima della sua definitiva affermazione internazionale. Oltre cinquanta capi d’abbigliamento, accessori e contributi audiovisivi e fotografici articolano il percorso espositivo, pensato per raccontare come il Made in Italy si sia evoluto.
Al centro della mostra, lo straordinario patrimonio dell’Archivio Luce, con un nucleo importante di fotografie e filmati, di cui molti inediti.
“Con questo progetto espositivo, ospitato in una delle città che più raccontano al mondo l’eccezionalità e la grandezza della creatività e dell’arte italiana, si intende metterne in risalto una tra le sue massime espressioni, la moda. La mostra si propone quale spaccato storico originale sull’evoluzione e l’affermazione di un settore che è da sempre sinonimo di visionarietà e che realizzazioni uniche frutto di mani sapienti hanno reso e rendono tuttora fiore all’occhiello del Made in Italy. Un patrimonio nazionale la cui importanza è ben nota al Ministero, che per sostenerne lo sviluppo ha messo in campo un’ampia strategia che poggia su interventi e strumenti finanziari mirati ad accrescerne il valore. Patrimonio di cui l’Archivio Luce custodisce pagine preziose, che come Ministero abbiamo il dovere non solo di conservare ma anche di promuovere per tramandarlo in tutta la sua straordinarietà alle generazioni future”, ha dichiarato la senatrice Lucia Borgonzoni, sottosegretario di Stato al ministero della cultura.
Il direttore delle Gallerie degli Uffizi Simone Verde aggiunge: “questa mostra permette, attraverso un florilegio selezionatissimo di fotografie e video, non solo di ricostruire un momento importante della storia della moda, ma anche di calare gli abiti in un contesto che li rende vivi perchè il supporto dei ‘cinegiornali’ e dell’immagine come mezzo documentario contribuisce come nient’altro a comprendere la funzione sociale dell’abito oltre la sua parvenza estetica”
Saranno presenti anche opere di firme note tutt’oggi ma già attive nel periodo: Gucci, che presenta la sua numero uno, una borsa da sera della fine degli anni Venti mai esposta, Salvatore Ferragamo con il sandalo invisibile del 1947, ed Emilio Pucci, in mostra con i primi capi ancora etichettati Emilio.
I biglietti sono acquistabili in loco oppure online tramite l’acquisto di un biglietto d’ingresso per Palazzo Pitti.