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FIRENZE – Dal 6 novembre 2025 al 6 gennaio 2026, Palazzo Vecchio apre le sue sale a una mostra che racconta un Boccaccio inedito: l’uomo politico, il funzionario, il cittadino impegnato per la sua città.
L’esposizione, dal titolo Boccaccio politico per la città di Firenze, è promossa dal Comune di Firenze e organizzata da Fondazione MUS.E per celebrare i 650 anni dalla morte dell’autore del Decameron.
Curata da Lorenzo Tanzini, con il coordinamento scientifico di Carlo Francini e Valentina Zucchi, la mostra invita il pubblico a guardare oltre la figura letteraria, restituendo un Boccaccio immerso nella vita pubblica del Trecento, tra missioni diplomatiche, incarichi amministrativi e ideali civici.
Attraverso documenti originali, manoscritti e testimonianze iconografiche, il percorso espositivo ricostruisce la carriera del Boccaccio funzionario del Comune, testimone della vita politica di una Firenze in piena trasformazione.
La sede scelta, la Sala dei Gigli, aggiunge un valore simbolico: qui, nel Trecento, Coluccio Salutati aveva promosso un ciclo di ritratti dedicati agli ‘uomini illustri’ – da Dante a Petrarca – destinati a ispirare i governanti cittadini.
“I riflettori tornano su uno dei più grandi autori della nostra storia – afferma Giovanni Bettarini, assessore alla cultura – Questa mostra rivela il volto civico e umano di Boccaccio e ricorda quanto la cultura sia stata, e resti, un pilastro del bene comune”.
Per Carlo Francini, la rassegna “celebra non solo lo scrittore, ma l’intellettuale impegnato al servizio della comunità”, mentre Valentina Zucchi sottolinea “il legame tra poesia e buon governo, un dialogo ideale con i valori dell’Umanesimo nascente”.
Come spiega il curatore Tanzini, “i documenti esposti mostrano con chiarezza quanto le storie letteraria e politica di Boccaccio fossero intrecciate”.
Prestiti provenienti da Archivio di Stato, Biblioteca nazionale centrale, Laurenziana e Capitolare di Verona arricchiscono il percorso, che esplora la cultura civica del Medioevo e la partecipazione attiva dei cittadini alla vita pubblica.
Tra i pezzi più preziosi figurano l’atto di acquisto di Prato, dove Boccaccio appare come testimone del Comune, e documenti fiscali e diplomatici che ne attestano il ruolo politico. Non mancano manoscritti miniati che lo ritraggono come maestro e ambasciatore, fino all’immagine autorevole nel Filostrato della Biblioteca Nazionale.
Eventi e itinerari
La mostra sarà accompagnata da conferenze, incontri e percorsi tematici in città, dedicati alla Firenze trecentesca e ai luoghi legati alla vita del poeta. Tra i relatori, studiosi come Francesco Vossilla, Elena Filosa e Giovanna Frosini.
Sono previsti anche itinerari urbani gratuiti, organizzati dal Comune e da MUS.E, per riscoprire i luoghi civili e religiosi dove Boccaccio visse e operò.
Un’occasione per riscoprire, nel cuore politico di Firenze, il ‘poeta dell’uomo’ come uomo della città.



