Getting your Trinity Audio player ready...
|
FIRENZE – In Italia, solo il 16,8% delle donne tra 25 e 34 anni possiede una laurea in ambito scientifico-tecnologico, contro il 37% degli uomini. Le differenze si accentuano sul lavoro: nella matematica e scienze le donne hanno 6,3 punti percentuali in meno, mentre in ingegneria, informatica e architettura la distanza supera il 9%.
Per ridurre questo divario, Italo ha lanciato il progetto “donne dimenticate”, volto a celebrare figure femminili storiche della scienza, della cultura e dei diritti, spesso poco note.
Ieri, nella Lounge Italo Club della stazione di Firenze Santa Maria Novella, si è svolto l’evento “Italo e le STEM: storie che ispirano il futuro”. Il dibattito ha evidenziato come scienza, tecnologia, ingegneria e matematica possano guidare crescita professionale, innovazione e parità. Durante l’incontro, è stata assegnata una borsa di studio STEM a una giovane ricercatrice e dedicato un treno a Maria Del Rio, pioniera della medicina e della psichiatria infantile.
Hanno partecipato: Martina Marmotta (Italo), Fabiana Giacomotti (giornalista), Camilla Esclapon (medico veterinario) e Valentina Pagliai (RFK Human Rights Italia), moderati da Lisa Ciardi. L’obiettivo è incoraggiare le future studentesse, promuovendo pari opportunità e valorizzazione del talento femminile.
“Italo considera la parità di genere un impegno concreto. Formazione, sensibilizzazione e politiche inclusive guidano ogni nostra azione”, ha dichiarato Martina Marmotta. Oggi, le donne rappresentano il 50% dei 1500 collaboratori, con ruoli tecnici tradizionalmente maschili e il 40% delle figure con responsabilità.
L’evento sottolinea l’attenzione di Italo all’innovazione, alla sostenibilità e alla diversità, con un team multigenerazionale e internazionale.
Valentina Pagliai di RFK Italia ha ricordato: “Sosteniamo l’accesso allo studio e al lavoro delle giovani donne, contrastando la dispersione scolastica e favorendo opportunità per chi proviene da contesti vulnerabili”.
Fabiana Giacomotti ha aggiunto: “Riscoprire le donne dimenticate significa valorizzare le eccellenze femminili del passato e sostenere le nuove generazioni STEM”.
Infine, Camilla Esclapon ha raccontato le proprie sfide: “Ho dovuto superare stereotipi professionali e conciliare lavoro e maternità. Questo dimostra che le barriere si possono abbattere”.