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PORTO AZZURRO – Detenuto aggredisce e ferisce tre agenti di polizia penitenziaria al carcere di Porto Azzurro.
Ennesima giornata di follia nella casa di reclusione di Porto Azzurro dove, nella mattinata del 23 settembre un giovane detenuto ha picchiato diversi poliziotti.
“È stata una aggressione tanto violenta quanto assurda – sottolinea Francesco Oliviero, segretario per la Toscana del Sindacato autonomo di polizia penitenziaria – Il detenuto si era arbitrariamente spostato dalla sua cella alla rotonda del carcere, invece di recarsi al cortile dei passeggi” e una volta bloccato dagli agenti ha iniziato a reagire violentemente colpendoli con calci e pugni. Solo dopo l’ausilio di altri poliziotti si è riusciti a contenerlo e portarlo nella locale infermeria. Il risultato dell’ennesima aggressione è di tre agenti feriti e inviati al pronto soccorso con varie tumefazioni al viso e al corpo con dieci giorni di prognosi, mentre altri due nonostante piccole escoriazioni e tumefazioni rimanevano in servizio visto anche l’esiguo personale rimasto”.
Il sindacalista del Sappe denuncia che “il personale del carcere elbano è stanco di dover continuare a lavorare in tali condizioni con soggetti problematici e poco inclini al rispetto delle regole di un istituto penitenziario. Molteplici sono le segnalazioni fatte e ribadiamo per l’ennesima volta la nostra difficoltà, evidenziando che l’istituto elbano è una casa di reclusione dove dovrebbero essere ristretti detenuti definitivi e con percorsi rieducativi avanzati. Purtroppo, la scelta dell’amministrazione penitenziaria di assegnare per ordine e sicurezza soggetti di difficile gestione sta condizionano in negativo anche coloro che intendono completare tranquillamente la loro detenzione. Considerato l’alto tasso a cui era demandato l’istituto e la non idoneità strutturale che non può sopportare tali soggetti destabilizzati, siamo a segnalare un serio pericolo di sicurezza visto il ripetersi continuo degli eventi”.
“Le nostre continue grida di allarme sono rimaste inascoltate, sia dai competenti uffici ministeriali ma soprattutto dai vertici del penitenziario che, ribadiamo ancora una volta, non sono adeguati alla gestione amministrativa ed operativa della struttura”. Per questo, conclude Oliviero, “non sono più rinviabili provvedimenti risolutivi allontanando dalla Casa di Reclusione tutti quei soggetti che non hanno in profilo idoneo al progetto di Istituto e ai programmi di trattamento”.
Donato Capece, segretario generale del Sappe, che esprime vicinanza e solidarietà ai colleghi feriti e contusi, dice che “la vicenda ripropone nuovamente le difficoltà in cui versa il sistema penitenziario nazionale. La tensione nelle carceri è palpabile ogni istante ed è grave che a pagare lo scotto siano i servitori dello Stato: è un’offesa alla Nazione, un gesto vile e da censurare in quanto commesso in stato di detenzione all’interno di un carcere mentre si è soggetto ad un’opera di risocializzazione. Uno scempio unico e senza appelli! L’aggressione di ieri a Porto Azzurro, per altro, è solo l’ultimo di una serie di episodi che evidenziano la necessità di un intervento urgente e sistematico per migliorare le condizioni di sicurezza all’interno degli istituti penitenziari”.
Capece annuncia che “il Sappe lancia un appello forte e chiaro alle istituzioni chiedendo l’immediato intervento del Dap e del Ministero della Giustizia. Il primo sindacato della Polizia Penitenziaria sottolinea la necessità di adottare misure più severe nei confronti dei detenuti violenti reputando che soggetti come questi non meritino alcun tipo di beneficio. È necessario applicare l’articolo 14 bis dell’prdinamento penitenziario e fornire al personale strumento adeguato alla propria difesa”.