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LIVORNO – “Viva Livorno e Forza Pisa“.
La chiude in chiave calcistica Enrico Letta a Livorno.
Chiudendo anche la polemica iniziata alla Festa dell’Unità di Pisa quando il segretario nazionale Pd pisano si era lasciato andare da tifoso a a un “Forza Pisa, Livorno m…”.
La chiude in chiave calcistica Letta con tanto di quadro in regalo dal livornese Andrea Romano, deputato uscente e capolista Camera dei Deputati che, parafrasando lo slogan Pd ‘Scegli‘ da un lato mette Pisa e dall’altro Livorno “Rinuncio all’intervento ma ho un regalo per il segretario Letta da parte di tutto il Pd di Livorno e credo anche da parte di tutti i cittadini di Livorno”.
Chiusura di polemica e soprattutto chiusura di campagna elettorale in Toscana per il Pd che i sondaggi prima del black out elettorale danno alle spalle di Fratelli d’Italia e davanti al M5S mancato alleato.
E che danno il centrosinistra perdente al voto del 25 settembre.
Tour con tappe prima a Pietrasanta, poi Livorno, quindi Siena.
A Livorno con tanto di deposizione di fiori alla lapide in memoria del 140 morti del Moby Prince accompagnato da Romano, presidente commissione parlamentare d’inchiesta.
E a Livorno il Pd si presenta con i suoi big al gran completo sul palco in piazza Cavallotti nell’incontro blindatissimo dalle forze dell’ordine.
Con tanto di striscione di contestazione silenziosa “Alternanza scuola lavoro. Voto utile a chi? Prima ci sfruttate poi ci piangete”. Riferito anche a Giuliano De Seta, 18 anni, morto pochi giorni fa al termine del percorso alternanza scuola lavoro a Noventa di Piave nel Veneto, una lastra di acciaio gli ha schiacciato le gambe.
Big Pd sul palco introdotti dal segretario Pd Alessandro Franchi, ex sindaco di Rosignano Marittimo, col benvenuto del sindaco di Livorno Luca Salvetti, con Letta i candidati Romano, Andrea Marcucci, senatore uscente, Laura Boldrini, l’eurodeputata Simona Bonafé, il presidente Regione Toscana Eugenio Giani, il presidente Consiglio regionale della Toscana Antonio Mazzeo.
Andrea Marcucci, candidato Senato della Repubblica : “Quando Letta mi ha proposto la candidatura mi sono sentito onorato di rappresentare la costa toscana. Vi prometto che vi rappresenterò nel vostro interesse”.
Subito l’appello di Letta a indecisi e astenuti quantificati al 25 settembre in un 40% abbondante: “Una persona su due non ha ancora deciso cosa votare. Occorre parlare con ognuno di loro guardando le persone negli occhi, parlando con le persone. Perché il nostro è il partito dello stare con la gente. Noi abbiamo fatto errori in passato. Noi non abbiamo riconosciuto la centralità lavoro come necessario”.
Poi: “L’impegno che una serie di norme che dovevano essere approvate saranno approvate con l’aiuto del vostro voto. Al Nord chiedono manodopera e immigrati. Occorre lo ius scholae. Lo stesso per un’altra disuguaglianza: l’allungamento dell’obbligo scolastico alla scuola d’infanzia. La disuguaglianza comincia dove si nasce e se non c’è il sistema pubblico questa disuguaglianza è ingestibile. Ci sono regioni in Italia in cui il tasso di mortalità infantile è drammaticamente più elevato. Dico queste cose a Livorno come nella altre città. Noi non parliamo una lingua diversa a seconda della regione in cui ci troviamo. Perchè siamo un grande partito. Poi l’ambiente al centro del nostro impegno. Avete mai sentito un ragionamento di Meloni e Salvini su ambiente che abbia un minimo di concretezza?”.
La frecciata, senza nominarlo, a Renzi, con cui quello ‘Stai sereno’ che costò a Letta il ruolo di premier pare ormai indelebile nei secoli politici: “Meglio un pisano che gira col bus elettrico che un fiorentino che fa la campagna elettorale con gli aerei privati. Anche a Livorno potete accettare questa considerazione”.
Ancora Letta: “Noi non stiamo attaccando la destra perchè vogliamo che l’Italia rimanga così com’è. Perché a noi così com’è non piace. La vogliamo cambiare se saremo in grado di avere in Parlamento la maggioranza necessaria. L’ultimo governo di centrodestra, allora centrodestra oggi è destra, prese il testimone da Romano Prodi. Furono costretti a dimettersi perché stavano portando l’Italia in bancarotta. Quel governo era guidato da Berlusconi con Meloni ministro politiche giovanili. Lasciarono con la disoccupazione giovanile aumentata al 31%, quando iniziarono era al 21%”.
Il rigassificatore a Piombino: “l nostro è un partito che sa come governare processi complessi. Credo che il confronto con il territorio debba essere fatto bene. Credo però che ci sia grande bisogno nel nostro Paese di terminal per il metano che siano in grado di far arrivare gas da posti diversi che non siano solo la Russia. È un’esigenza nazionale e tutto questo deve essere gestito con il massimo del dialogo con il territorio piombinese, ma bisogna riuscire ad arrivare a risultati positivi. Sono fiducioso del fatto che il confronto istituzionale in atto possa portare a risultati positivi. Sono convinto che il dialogo trionferà“.
Infine: “Vi chiedo un impegno straordinario. Nei prossimi giorni parlate con tutti, parlate delle nostre idee a tutti. Gli altri fanno campagna elettorale sui social. Noi ci confrontiamo con la gente. Ho avuto il ruolo di ex politico ringraziando per l’esperienza che ho avuto. Sono stato fortunato, ma non c’è niente che mi dà più onore: guidare il partito democartico e ancor più chiamarmi Enrico di nome”.